Botta e Vignale (MNS): “Ospedali di Tortona e Novi Ligure presto in vendita? Gestione fallimentare della sanità da parte del tandem Chiamparino Saitta”

I sindaci del tortonese delusi dal direttore dell'ASL AL: "Gli impegni non sono stati mantenuti" CorriereAlLa vendita degli ospedali di Tortona e Novi Ligure e la sostanziale chiusura dei presidi di Acqui Terme e Casale è la più probabile conseguenza della gestione fallimentare della sanità di Saitta e Chiamparino. L’incompetenza di questa giunta avrà un costo enorme per i piemontesi” è il commento del capogruppo del Movimento Nazionale per la Sovranità, Gian Luca Vignale e del responsabile politico del MNS, Marco Botta, relativo allo studio sulla strategia di riordino della rete ospedaliera nell’alessandrino effettuato da Ires Piemonte su richiesta del Consiglio regionale.

L’aula, infatti, nella seduta del 10 ottobre 2017, su richiesta del Partito Democratico, aveva commissionato all’istituto di ricerche piemontese un approfondimento sull’ipotesi di realizzare una nuova struttura ospedaliera in provincia di Alessandria e di studiare le condizione delle strutture da dismettere.

Secondo l’Ires la sanità nell’alessandrino è stata mal organizzata e sta subendo un’offerta di posti letto inferiore alle necessità. Dai 98.000 ricoveri del 2000 si è passati ai 67.700 del 2016, con una riduzione complessiva del 30%, ma con il 28% di alessandrini che si sono fatti curare in ospedali fuori dalla provincia di Alessandria e di questi il 15% fuori regione.

Per questo due sarebbero l’ipotesi messe in campo per il prossimo futuro: trasformare la rete ospedaliera attuale potenziando la rete territoriale oppure realizzare un nuovo ospedale da 350 posti letto vendendo l’ospedale di Novi Ligure e quello di Tortona e la sostanziale chiusura di quelli di Casale e Acqui Terme. I costi per la prima operazione sarebbero di circa 166 milioni di euro, per la seconda di 285 milioni di euro.

“Questo studio – commentano Vignale e Botta – con la lucidità di chi elabora un piano con Espianto di fegato e rene all’Ospedale di Novi Ligure CorriereAlcaratteristiche scientifiche e non di propaganda politica, mette nero su bianco la situazione della sanità alessandrina dopo il riordino della Rete ospedaliera imposta da Chiamparino e Saitta con la DGR 1-600 taglia-sanità”.

“Lo studio dell’Ires evidenzia – continuano Vignale e Botta – come sia stata completamente sbagliata la politica dei tagli in sanità che non solo ha portato una fortissima riduzione dell’offerta sanitaria riducendo il diritto alla cura per migliaia di cittadini della provincia di Alessandria, ma anche un deficit nel bilancio causato dal fortissimo aumento della mobilità passiva verso Lombardia e Liguria”.

“Saitta e Chiamparino sono stati un cataclisma – conclude Vignale – per la sanità piemontese che, come certificato dall’Ires, avrà conseguenze enormi nel medio e lungo periodo. A questo punto l’unica opzione possibile è fare una repentina inversione ad U aumentando i posti letto sui presidi ospedalieri esistenti, destinando nuove risorse per l’assistenza domiciliare e territoriale, predisponendo immediatamente un piano assunzioni serio e un intervento di drastica riduzione delle liste d’attesa. Solo così si potrà in parte rimediare al disastro causato in questi quattro anni. In caso contrario le conseguenze saranno la chiusura e la svendita dei nostri ospedali, con costi altissimi per la salute dei cittadini e per le casse regionali”.