Rotary Club Valenza, Rotary Club Alessandria e Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria insieme per la Stanza Rosa dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria: una stanza creata come luogo a disposizione delle vittime di violenza, donne e bambini, quale luogo di decompressione in ambiente protetto.
Lunedì pomeriggio nel Salone di Rappresentanza dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria la consegna delle borse di prima necessità per le vittime, alla presenza dei vari Rotary, con numerosi soci: Silvia Scarrone assistente del governatore per il gruppo Piemonte est, Carlo Poggio vice presidente del Rotary Alessandria, Pier Leandro Milanese Presidente del Rotary Valenza e Pier Angelo Taverna presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
“È impossibile essere insensibili a questi problemi. Speriamo che queste borse non vengano usate! Grazie al Presidente della Fondazione che non ha esitato ad aiutarci” è stato il messaggio corale dei rotariani, che hanno fatto propria l’iniziativa dell’Azienda Ospedaliera.
I ringraziamenti ufficiali da parte del direttore sanitario, Paola Costanzo, che ha ringraziato oltre ai donatori, gli operatori: “In questo progetto ciascuno si sta impegnando ben oltre il proprio ruolo, e vi è una attenzione di ogni operatore ad ogni passaggio, ad ogni sguardo, ad ogni dettaglio”
Grazie alla donazione la Stanza sarà dotata di dieci borse, che contengono tutto il materiale di prima necessità: abbigliamento e materiale per l’igiene personale, nonché una piccola quota di dieci euro per le primissime necessità. Le dieci borse sono state realizzate in varie taglie: small, medium e large.
Il progetto si colloca nel contesto del percorso finalizzato all’attuazione della legge regionale 4 del 24 febbraio 2016, relativa alla realizzazione di interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli.
Azioni che coinvolgono equipe multidisciplinari, che prendono avvio nel Pronto Soccorso (sia quello Civile che quello Infantile) per dare una risposta efficace sia in termini clinici che di accoglienza; per contribuire al riconoscimento dei casi di lesioni derivanti da maltrattamenti o da violenze commesse da terzi, favorendo la rapida attivazione dell’Autorità Giudiziaria; per facilitare e standardizzare un percorso adeguato che garantisca riservatezza, disponibilità all’ascolto e modalità di comunicazione adeguata per un paziente in fase di shock (previa formazione specifica agli operatori di cura).
Rossella Sterpone, referente aziendale, ha ricordato i dati del fenomeno: nel 2016 sono stati 244 i casi di violenza al PS Civile (di cui 5 per violenza sessuale) e 19 all’Infantile (di cui 3 per violenza sessuale); nel 2017 i casi sono stati invece 177 al PS Civile e 15 all’Infantile; mentre nel primo trimestre del 2018 sono stati 83 al Pronto Soccorso Civile e 3 al Pronto Soccorso Infantile.