1) Ponte Meier: Dopo le accuse di molestie all’architetto Richard Meier c’è chi ha avanzato l’idea di “cancellare” il suo nome dall’unico ponte che ha progettato. Se i mal di pancia dei “notabili” alessandrini sono solo questi EVVIVA! Se dovessimo cancellare titolazioni, distruggere monumenti, bruciare libri dedicati a personaggi nella storia, anche recente, riveriti come grandi figure, che si sono comportati da “criminali” verso gli stessi italiani, staremmo freschi. Nel caso specifico si parla di molestie sessuali, che sono comportamenti aberranti che accadono in ogni contesto sociale. Tutto questo non è giustificabile, ma torniamo al “mal di pancia” alessandrino. Questo attraversamento del Tanaro finalmente in servizio (neve e gelo permettendo) può benissimo chiamarsi “ponte Meier”, nulla sostituirà il precedente e con la Cittadella ha poco da spartire, ma non è il caso di chiamarlo “ponte Calvo” solo per lasciar via libera alla titolazione della Biblioteca Pubblica a Umberto Eco, data la frenesia di alcuni di dovergli titolare qualcosa per forza. E qui siamo al ridicolo. La storia ci dice pure che il progetto Meier consegnato a Francesca Calvo era altro, tale progetto ha subito molte modifiche e tagli, oggi a mio pensare non è né carne e né pesce rispetto all’originale, mi meraviglio che Meier abbia autorizzato tali modifiche. Intanto leggo le proposte da parte di alcuni “notabili” della politica locale che suggeriscono titolazioni che c’entrano pari ad un “fico secco”: ponte Europa, ponte Karlovac. Anche il ponte progettato dell’architetto Calatrava a Venezia (detto anche il ponte degli infortuni) il sindaco del tempo Massimo Cacciari propose di chiamarlo “ponte della Costituzione” e così fu chiamato, ma nell’uso comune è prevalso il nome del progettista, quindi quando viene citato dagli organi di informazione, viene fuori il “ponte Calatrava”. Questo ponte è stato criticato dal suo nascere e non è ancora finita. Ponte Meier quindi va benissimo, sono passati già vent’anni e ormai è storia. Semmai i “notabili” dovrebbero utilizzare tempo prezioso in questioni di utilità per la città.
Voto: 2
2) Spesso ci lamentiamo dei nostri trasporti urbani, anche se ora le cose stanno migliorando, però quando viene a mancare il servizio ce ne accorgiamo. Il massimo voto questa settimana va ad Antonio Lecce, il giovane gestore del distributore Ip in Lungo Tanaro Solferino 7 ad Alessandria. Le motivazioni: agli inizi della scorsa settimana ho perso una mattinata per recarmi in centro solo per acquistare tre fogli di carta da regalo pasquale, doveva essere una commissione “mordi e fuggi”. Attorno alle 8 di mattina, dopo aver atteso di fronte all’ospedale infantile una delle tre navette che portano in centro, finalmente è arrivata la linea A/C già con un buon carico. Per ogni fermata vi erano persone in attesa che salivano lamentando che erano ‘saltate’ corse. Come sempre gli autisti sono il “parafulmine” di tutta la scala di potere aziendale/politico/amministrativo di AMAG Mobilità, di ogni disagio di cui colpa non ne hanno. Dieci minuti ci ho messo nel fare l’acquisto in via San Lorenzo, quindi mi sono recata in via Cavour a riprendere una delle navette utili per rientrare nel mio quartiere. Anche lì persone in attesa. Un signore anziano mi dice: “anche ieri era così. Taglia e togli, devono aver eliminato le corse, siamo in deficit”. Sono rimasta perplessa di fronte a tale affermazione comunque ho atteso per quaranta minuti, poi rassegnata sono rientrata a piedi: erano le 11,35. Strada facendo mi sono detta: “come entro in casa, chiamo AMAG Ambiente e mi sentono”. Così ho fatto, pronta a scaricare tutti gli improperi immaginabili. Cercato il numero, ho digitato il tasto 3 e chi mi ha risposto mi ha spiegato la motivazione di tale disagio. L’ira mi è sbollita, l’azienda di trasporti era in difficoltà per l’infiltrazione di acqua nella cisterna di gasolio che rifornisce i vari mezzi. E qui subentra il gestore Ip Antonio Lecce, che ricevuto l’appello di aiuto da AMAG Ambiente ai gestori della città, ha riempito i serbatoi dei bus fuori dal suo orario e anticipando i costi che AMAG dovrà sostenere. Qui si possono leggere i particolari di tale generosità: “23 bus Amag Mobilità in servizio grazie anche al bel gesto di Antonio” . Una domanda che mi sono posta: “come ha fatto l’acqua ad entrare nella cisterna”? Non sarebbe male capire se ci sono responsabilità, per avere il ristoro dei danni. Nel frattempo, in tempi difficili anche per i distributori, il gesto di Antonio merita il 10 e un grazie!
Voto: 10
3) La scorsa settimana ha fatto scalpore la chiusura dello storico negozio di Boano. Ogni organo di informazione lo ha riportato, e su La Stampa del 20 marzo a pag. 40, titolo: “Chiudono anche fornai e tabaccai: la lenta agonia del centro storico di Alessandria-Fra le ultime vittime della crisi negozi di scarpe, abbigliamento e casalinghi”. Colpa della crisi? Credo proprio di no. Nonostante tutto i soldi ci sono e lo si nota alle casse di tutti i supermercati moltiplicatisi in Alessandria. A mettere in ginocchio il piccolo commercio sono le tasse alte, affitti fuori mercato, alto costo del lavoro per chi ha dipendenti, costi di gestione, burocrazia in primis. Tutto questo stronca le gambe anche a chi possiede buona volontà nel cercare di resistere. La concorrenza dei grandi market, gli store cinesi che vendono di tutto, e ora si è aggiunta la vendita online. In questi giorni di divulgazione mediatica della “Caporetto” delle nostre attività commerciali, e a pochi giorni dalle festività pasquali, ritirare e leggere gli ultimi volantini pubblicitari depositati nelle cassette e negli androni condominiali, mi hanno portato a questo ragionamento: “come fanno i commercianti tradizionali a competere con i prezzi e le promozioni che vengono praticati dai centri commerciali? Il commerciante compera 10 pezzi, la grande distribuzione compera cento o mille volte tanto. Leggo le offerte: colombe di marca anche a 1 euro, o comunque a prezzi bassi. Uova di cioccolato grandi marchi a prezzi stracciati, addirittura un supermercato offre una linea numerica di uova: ne compri due il secondo al 50%, se ne compre tre ….e via su questa linea. Un supermercato che fino a ieri ha distribuito in maggioranza generi alimentare, inserisce sul catalogo offerte di smartphone, TV, macchine da cucire, ogni tipo di piccolo elettrodomestico etc. a prezzi concorrenziali. Ad esempio un Panasonic 32 pollici a 169,00. Un altro market offre pollo a euro 2,90 al Kg., poi carne di ogni tipo, salumeria, formaggi a prezzi stracciati: un commerciante non può competere. Sicuramente è diversa la qualità, ma il consumatore “morde” in quelle offerte senza porsi tante domande. Concorrenza a profumerie, abbigliamento, casalinghi, ora anche i bar vendono il pane e fanno ristorazione, concorrenza alle edicole giornali da parte dei market grazie alla Legge sulla liberazione del mercato e della concorrenza. Aprire oggi una attività commerciale è solo un rischio, tenere aperto è puro eroismo.
Voto: 4