Arrivano (soldi dovuti, sia chiaro, e non beneficienza) 1 milione di euro da Roma direttamente per il Comune di Alessandria, e 1,3 milioni da Torino per il Cissaca, e subito salta fuori un altro “buco” da 6,3 milioni, almeno secondo il quotidiano La Stampa. Che nelle cronache di ieri parla di 3 milioni vincolati per il ponte Meier, “distratti” nell’agosto 2011 per altri usi (quali?), più 900 mila sempre per il ponte stanziati dalla Fondazione CrAl e 2,4 milioni del Pisu regionale, il famoso piano di riqualificazione di Borgo Rovereto e dintorni. “Se si capisse qualcosa di contabilità pubblica si eviterebbe di scrivere stupidaggini”, commentava ieri sera su facebook l’ex sindaco Piercarlo Fabbio, per cui attendiamo gli sviluppi della vicenda.
La prima considerazione però, “a caldo”, è che forse queste notizie (se sono vere, si intende), essendosi l’attuale giunta insediata ai primi di giugno, si sarebbe dovuto comunicarle alla cittadinanza un po’ prima di fine ottobre. Questo stillicidio “a spizzichi e bocconi” non porta nessun beneficio, anzi.
Ma la questione vera è l’altra: appena si riesce a tamponare un buco, a Palazzo Rosso ne saltano fuori altri tre. Intanto la brutta stagione avanza: all’arrivo della prima neve vedremo che succederà, ma in buona parte delle periferie comunali già oggi ci sono strade che sembrano uscite da un bombardamento. Mentre per i lavoratori dell’ente, delle partecipate, delle cooperative, nonostante la goccia nel mare dei giorni scorsi, la precarietà rimane assoluta.
Più che un piano di governo della città per i prossimi cinque anni (che a questo punto non riuscirebbe neanche a Mandrake) è lecito attendersi, nelle prossime settimane, di conoscere la strategia (perché una strategia deve esserci!) con cui il sindaco e la giunta intendono affrontare i mesi finali del 2012, e eventualmente impostare il 2013. Senza scordarci, peraltro, che ad Alessandria vivono 95 mila persone, di cui la metà almeno in età lavorativa (anche se spesso disoccupate e sotto occupate): concentrare l’attenzione e gli sforzi solo su un ente locale fallito, ignorando le esigenze e le dificoltà di tutti gli altri cittadini può, alla fine, risultare davvero controproducente.
E. G.