Quanti voti sposta, oggi, un ministro? E, soprattutto, in quale direzione? Queste le domande che veniva spontaneo porsi martedì pomeriggio, nella splendida sala del Broletto della Fondazione CrAl ad Alessandria, ascoltando l’intervento del sindaco di Alessandria (uscente, e aspirante rientrante alle prossime elezioni dell’11 giugno) Rita Rossa, e appunto dell’illustre ospite, il ministro dell’Interno Marco Minniti. Politico di lungo corso (in tanti lo ricordiamo al fianco di Massimo D’Alema, nei suoi Esecutivi di vent’anni fa), e di apprezzabile lucidità, evidentemente ‘cooptato’ dal capo del suo partito Matteo Renzi (giovedì ad Alessandria arriverà anche il ministro dell’Agricoltura Martina) per una campagna elettorale amministrativa che il segretario del Partito Democratico ritiene tutt’altro che marginale.
La notizia, l’annuncio, l’evento non ci sono. Solo uno ‘spot’ elettorale, appunto: alla presenza di un centinaio di addetti ai lavori, tra vertici locali del PD (il ministro, che poco prima era stato ad Asti, è arrivato accompagnato dal segretario regionale del partito, Davide Gariglio), di tutti gli esponenti di vertice dell’associazionismo professionale alessandrino, oltre che naturalmente delle Forze dell’Ordine. Più qualche industriale (Barbara Paglieri, ad esempio), e l’ex sindaco di Alessandria Felice Borgoglio, più che mai impegnato, lui pure, in campagna elettorale, ma sul fronte Quarto Polo.
La sostanza dell’incontro: il sindaco Rossa illude i presenti con un “sarò brevissima per non togliere spazio al ministro”, ma poi regala un discorso elettorale in piena regola, con eloquio brillante anche quando va fuori tema (ma tutto in fondo ‘si tiene’, e i conti in ordine e le risorse per la Cittadella sono anch’essi presupposti necessari per avere una città sicura, no?).
Minniti non è da meno: non manca di ricordare le sue radici calabresi, e la sua cultura filosofica appunto da Magna Grecia. Ricorda che i reati in Italia sono ovunque in calo (anche se molti di noi sono convinti che, più che altro, siano drasticamente calate le denunce dei cittadini, ndr), ma ammette che all’insicurezza degli italiani non si può rispondere solo con i numeri: occorre invece calarsi all’interno di ogni singola realtà e situazione, con l’aiuto fondamentale dei sindaci.
Ed ecco, allora ed infine, la questione del momento, ossia l’immigrazione, con tutti gli annessi e connessi.
Sindaco e Ministro danno per scontato un presupposto che scontato non pare per nulla: “Siamo di fronte ad un fatto epocale, le migrazioni non si possono fermare, vanno gestite”. Ora, se uno Stato che si ritiene comunque tra i più avanzati d’Occidente dichiara che non si possono fermare spostamenti di persone civili e disarmate, la sorte non voglia che 100 Igor (ricordate il Rambo protagonista di tutte le prime pagine qualche settimana fa, e bellamente scomparso?) armati fino ai denti decidano di conquistarci, perchè saremmo fottuti.
Battute (e ideologie) a parte, ministro e sindaco si fanno entrambi portatori dell’accoglienza come valore, e ci sta. Ai cittadini di valutare se sono d’accordo. Il punto più che critico rimane però (al di là delle rassicurazioni di Minniti) la gestione del fenomeno immigrazione, con tutti i suoi corollari non solo di malavita organizzata, ma di progettualità nel medio lungo periodo. Non si capisce insomma (e non si è capito neppure durante l’incontro in Fondazione) cosa lo Stato italiano intenda fare di centinaia di migliaia di persone (ripetiamolo: persone e non bestie, o carne da business) che arrivano ogni anno in questo Paese, e che oggettivamente non sono portatrici di professionalità appetibili, soprattutto in una fase economica come quella italiana di oggi. Va beh, temi da riprendere in altra sede.
Due ultime annotazioni però ci stanno:
1) La Fondazione CrAl ha (giustamente, ad avviso di chi scrive) offerto ospitalità al Ministro, ma nessuno dei suoi esponenti era ufficialmente presente a fare gli onori di casa. Forse una coincidenza, per impegni già presi, ma forse anche una scelta di equidistanza politica: quanto mai opportuna e apprezzabile, a poche settimane dal voto.
2) Ad un certo punto il sindaco Rossa ha affermato “ci dicono che stiamo finalmente uscendo dalla crisi, anche se imprese e famiglie ancora faticano a rendersene conto”. Non creda a tutto quello che le dicono, signora sindaco: quella che stiamo vivendo non è una crisi, ma un cambiamento/declino epocale. Che riguarda una precisa parte del mondo, tra cui l’Italia. Prima ce ne rendiamo conto, meglio riusciremo ad organizzarci. Anche se l’impressione è che la nostra attuale classe dirigente sia lontanissima dal potercela fare, per forma mentis prima ancora che per scelte e strumenti.
Buona campagna elettorale a tutti: prossima star, il ministro dell’Agricoltura Martina!