“Nonostante in sede penale si sia dimostrata la non correttezza di centinaia di firme nella lista del PD i consiglieri regionali mantengono lo scranno per dei cavilli giuridici che di fatto non permettono di utilizzare le prove prodotte in sede penale anche in ambito amministrativo. Eppure lo stesso Tribunale amministrativo pochi anni fa aveva dichiarato l’equiparazione tra i due processi dichiarando lo scioglimento del Consiglio regionale. Questa differenza di trattamento è davvero sorprendente”: lo dichiara il capogruppo del Movimento per la Sovranità Nazionale, Gian Luca
Vignale, in merito alla sentenza del Tar sulle presunte firme false a sostegno di una lista del Pd alle ultime elezioni regionali.
“Ma quel che più stupisce – aggiunge Vignale – sono le dichiarazioni del presidente Chiamparino che sottolineano come in questo processo sia stata coinvolta anche l’avvocatura regionale. Il giudizio infatti non avrebbe in alcun modo interessato la Presidenza della Giunta, bensì modificato solo la composizione del Consiglio Regionale”.
“Non capiamo – conclude Vignale – le ragioni che hanno spinto la Regione ad utilizzare i soldi dei cittadini per costituirsi in giudizio ad apparente tutela esclusiva del PD. Per questo motivo chiederemo comunicazioni in Consiglio regionale per avere un chiarimento circa la legittimità di utilizzare gli uffici e le risorse regionali per la difesa dello scranno di otto consiglieri”.