Il Dipartimento ARPA di Alessandria ha rinvenuto presenza di ulteriori componenti inquinanti nello smarino delle opere del terzo valico depositato nella cava Clara e Buona.
Questa volta si tratta di idrocarburi che eccedono il limite consentito di circa il 50%.
La segnalazione è stata inviata agli Enti interessati dall’opera in oggetto e alla Procura della Repubblica.
La ditta Allara, che gestisce la cava, ha deciso apparentemente autonomamente di asportare materiale nell’intorno del punto inquinato e conferire ad “impianti autorizzati” il materiale stesso.
La segnalazione di questo nuovo inquinamento avviene a pochi giorni dal ritrovamento dei “Tensioattivi Anionici” — del 100% al di sopra del limite — che hanno portato alla sospensione dei conferimenti ed alla valutazione e decisione sulla bonifica da effettuare da parte dell’Osservatorio ambientale.
«Riteniamo più grave l’inquinamento da idrocarburi — sottolinea il sindaco di Alessandria Rita Rossa — in quanto si tratta indiscutibilmente di inquinamento “persistente” nel tempo e non “biodegradabile”. Abbiamo perciò urgentemente richiesto e ottenuto che l’Osservatorio Ambientale per il Terzo Valico si riunisca con procedura d’urgenza in Alessandria per trattare di tutte le problematiche connesse con la gestione delle cave alessandrine e, in particolare, dei provvedimenti collegati ai recenti casi di inquinamento rilevati da ARPA nello smarino conferito nella cava Clara e Buona».
L’amministrazione comunale inoltre approverà nei prossimi giorni, tramite una specifica deliberazione di giunta comunale, una formale richiesta al Governo italiano (in particolare al Ministero dell’Ambiente) finalizzata alla riforma dell’Osservatorio Ambientale: una riforma che dovrà opportunamente prevedere la partecipazione delle Arpa Piemonte e Liguria e, a seconda del tema trattato, anche quella di rappresentanti degli Enti locali.
Il tutto sottolineando la necessità che si preveda anche il trasferimento della sede dell’Osservatorio Ambientale in Alessandria.