È legale ‘staccare’ l’acqua potabile? E’ una domanda che mi sono posta mentre leggevo una notizia in merito sugli organi di informazione locali. Il fatto: “AMAG stacca l’acqua, scoppia la protesta – Nuova bega condominiale: alcuni non pagano e l’acqua viene ridotta in un condominio del Cristo ad Alessandria scoppia il caso delle morosità con Amag. Il debito maturato nel tempo ha indotto Amag a ridurre l’acqua, per 24 ore, a tutti i condomini”.
Ecco due link: http://radiogold.it/cronaca/82339-nuova-bega-condominiale-alcuni-non-pagano-lacqua-viene-ridotta/ e
http://www.ilpiccolo.net/alessandria/2017/04/07/news/amag-stacca-lacqua-scoppia-la-protesta-1060/.
Ho immaginato i miei rubinetti a secco e mi sono venuti i brividi al pensiero di non poter usufruire di un essenziale ed irrinunciabile bene e servizio. Posso fare a meno di luce, gas, riscaldamento, telefono e persino ascensore (abito al 7° piano) ma l’acqua no!
Dal 2008 circa a salire negli anni, per noi italiani è iniziata una “ caduta economica infelice” nella qualità della vita, una crisi creata dai “marpioni” del potere che ha privato di reddito molti lavoratori permettendo che le nostre industrie fossero svendute a stranieri e poi delocalizzate, oppure che le stesse se ne andassero per gli alti costi di tributi, costo del lavoro, alta burocrazia. Tutto il paese messo in crisi per gli eccessivi aumenti di tasse dirette ed indirette, Legge Fornero, governo Monti etc. etc..
Tutto questo ha comportato per molte famiglie il non poter più onorare neppure alcune spese vitali per l’abitare. Chiaro che c’è anche chi fa il furbo, per cui di pagare le spese condominiali e i servizi non ci pensa minimamente.
La vicenda in essere pare molto complessa e molto datata, come si evince dalle informazioni apprese dai due organi di stampa, però la mia curiosità mi ha portato a cercare se sia legale per un’azienda pubblica erogatrice di servizio idrico sospendere l’erogazione: forse l’intenzione era ridurre il flusso dell’acqua, ma il foro del diaframma era di pochi millimetri, denunciano i condomini mostrandolo al bisettimanale “il Piccolo”. Mi sono trovata immersa in varie sentenze di Tribunali proprio su vicende di questo genere, ho letto alcune relazioni di legali in merito, di cui una interessante del Sole 24 Ore. In tutte si evince il fattore primario che è la necessità di poter usufruire dell’acqua, e viene discusso se sia lecito staccarla. Il dubbio che si pone è perché l’acqua è considerato un bene essenziale della vita e necessario non tanto per la sopravvivenza quanto per la dignità della persona. La mancata erogazione dell’acqua genera condizioni di vita difficili di igiene dei condomini e delle proprie famiglie e potrebbe violare l’art. 32 della Costituzione, relativo al diritto della salute; questo è ciò che ho letto.
Dopo aver soddisfatto la mia curiosità devo fare alcune considerazioni: una azienda pubblica erogatrice di servizi non “cammina” se tale servizio non viene pagato: anche se azienda pubblica non può fare beneficenza.
Però sarebbe corretto ‘trattare’ soluzioni di rientro in funzione della situazione e capacità economica dei ‘morosi’. E’ ingiusto e per niente corretto sospendere l’acqua in toto e penalizzare oltretutto una parte di famiglie dello stesso stabile che ha sempre pagato. Ci potrebbe essere una responsabilità degli amministratori precedenti che negli anni hanno permesso tale accumulo di debito (si parla di un accumulo di debito a partire dal 2009). I condomini virtuosi potrebbero evitare di farsi carico delle morosità di altri installando un contatore e stipulando un contratto individuale con l’ente fornitore.
Infatti molti condomini utilizzano ancora i conteggi tramite un contatore condominiale unico su cui si suddividono le spese di consumo tramite il numero dei nuclei familiari e questo è sbagliato.
In questa vicenda, risolta dopo l’intervento della sindaca e dell’assessore Abonante, è stato tolto il diaframma. Una faccenda veramente triste.
Graziella Zaccone Languzzi – Alessandria