Amag Mobilità con il suo partner privato, Line di Pavia, si è aggiudicata la gara per il trasporto pubblico alessandrino.
Lo annuncia una nota del comune di Alessandria, che aggiunge: “All’apertura delle buste, l’offerta della società alessandrina (4,7 milioni), si è dimostrata migliore di quella dell’azienda emilianaTPer. La parola passa ora al Consiglio Comunale che dovrà approvare la sottoscrizione dei patti parasociali e del piano industriale dell’azienda”.
“Non posso che dichiararmi soddisfatta per un risultato che è coerente con il lungo lavoro svolto e con la visione strategica che è stata messa in campo – ha dichiarato il sindaco, Maria Rita Rossa – Questo è il primo passo per attuare il miglioramento dell’azienda, dei servizi e il salvataggio dei livelli occupazionali, compresi i 35 esuberi già accertati. La costruzione della multiutility, con la sua versatilità e la sua capacità di stare sul mercato, oltre a un management serio e preparato, ci permette di guardare al futuro con serenità e di allontanare definitivamente gli spettri che hanno accompagnato in questi anni le nostre partecipate. Ringrazio l’assessore Giorgio Abonante che si è impegnato quotidianamente con testa e cuore, il presidente di Amag, Stefano De Capitani, l’amministratore delegato, Mauro Bressan e il presidente di Amag Mobilità, Stefano Rossi, per il lavoro svolto. Questo dimostra che non importa il luogo di nascita, o di residenza, di chi è chiamato a svolgere un compito impegnativo, ma importa molto quello che fa e come lo fa”.
Espletati i ringraziamenti, si rimane in attesa di capire quale sia, precisamente, la quota di maggioranza con cui la Line di Pavia detiene il controllo dell’azienda alessandrina di trasporti su gomma.
“Lo snodo vero – afferma Daniele Coloris, segretario cittadino del PD di Alessandria – sarà capire come si intende riorganizzare il trasporto su gomma in città, e nelle frazioni. Occorre certamente un serio investimento sul parco mezzi, e anche ragionare in termini di ridefinizione delle linee, e di copertura del territorio. Penso ad un hub a Spinetta ad esempio, a servizio di tutta la Fraschetta. E a due o tre snodi nevralgici in città, ad esempio Stazione Fs e piazza Matteotti, che facciano da perno per tutto il resto della rete: come succede in tutte le città moderne, insomma”.
Coloris da anni si occupa di trasporto pubblico, e analizza la realtà alessandrina (trovate diversi suoi contributi anche nell’archivio di CorriereAl), e non ha bisogno di ribadirlo: la rete delle linee della ex ATM è stata disegnata negli anni Sessanta e Settanta, all’epoca delle grandi fabbriche, e quando ‘il volto’ di Alessandria era ben diverso di quello di oggi, e molto differenti le esigenze e le abitudini degli alessandrini, in termini di mobilità.
“Come Partito Democratico – ribadisce il segretario cittadino del PD – abbiamo più volte dichiarato che la mobilità cittadina va rivista completamente, senza peraltro avere paura di prendere decisioni anche importanti, e mi riferisco in particolare al centro storico: c’è una parte della città che, per rinascere, deve essere chiusa alle auto: ma questo deve significare piena possibilità di spostarsi non solo a piedi e in bici, ma con mezzi pubblici su gomma moderni ed efficienti”. Una sfida che certamente spetterà al prossimo sindaco (chiunque esso o essa sia) affrontare con decisione e concretezza, mettendo certamente il ruolo di Amag Mobilità al centro del processo.
“Senza dimenticare – sottolinea Daniele Coloris – il concetto di integrazione fra mobilità su gomma e su rotaia, che più volte in passato ho avuto modo di affrontare. Il comune di Alessandria può contare su 5 stazioni ferroviarie, oltre ad altre fermate intermedie che potrebbero essere realizzate con pochissimo sforzo. Oggi tutte le città più moderne, anche nel nostro paese, considerano l’integrazione fra gomma e rotaia uno snodo imprescindibile nella politica dei trasporti. Mi rendo conto che, per una città medio piccola come la nostra, non è facile passare dalla teoria alla pratica: anche solo arrivare a sedersi al tavolo con gli interlocutori giusti di Rfi o Trenitalia comporta un iter non semplice, così come è complesso arrivare alla definizione di iniziative concrete. Lì però bisogna puntare, se davvero si intende far fare al nostro trasporto pubblico il salto di qualità che auspichiamo da tempo”.