Shopping a Pasqua all’Outlet (e probabilmente non solo lì), i lavoratori si ribellano (finalmente),i sindacati inviano a Serravalle i carichi da 90, ma la politica locale tace.
A settembre 2014(!!) primo SI della camera alla nuova legge per limitare le follie di Monti previste nel decreto salva Italia, un passo indientro per alcuni, per altri un ritorno alla civiltà.
Nella nuova norma si identificano 12 giorni di chiusura obbligatoria per le attività commerciali (esclusi ovviamente bar e ristorazione), lasciando comunque modo ai singoli di sceglierne 6 tra questi, dandone preventiva comunicazione ai comuni.
Della “legge di civiltà” si torna a parlare nel 2015 e di nuovo nel 2016 dandone per imminente l’approvazione.
Un disegno di legge votato dalla Camera ad ampia maggioranza e arenatosi al Senato sotto una pioggia di emendamenti (e credo anche di pressioni da parte dei grandi gruppi commerciali).
Siamo a marzo 2017 e i lavoratori dell’Outlet annunciano uno sciopero. Bene,ma la politica che fa? Quella romana, parlano i fatti, si sta impegnando a favorire come sempre i più forti, temporeggiando e facendo scomparire al Senato l’ampia maggioranza della Camera.
Quella locale tace, forse perché magari starebbe anche dalla parte dei lavoratori, ma nel frattempo si continuano ad autorizzare nuovi grandi insediamenti e si sa che il manovratore non si può disturbare.
Nel frattempo Carrefour annuncia in questi giorni 600 licenziamenti decretando di fatto il fallimento della strategia aziendale riguardante l’apertura h24 365 su 365.
Tutto questo per 6 giorni di chiusura all’anno,dico 6 su 365!!
Sostengo da sempre, se queste misure fossero allargate a qualunque settore pubblico e privato,NON APPROVEREI COMUNQUE, ma avrebbe una logica, ovvero se si parla di servizio ai cittadini, non credo proprio che si sia di fronte a una priorità, forse ad una comodità, magari eccessiva, ma di certo non priorità.
Fare shopping pare essere l’unica imprescindibile necessità da soddisfare, in una realtà dove si attendono mesi per un esame diagnostico o per una visita specialistica, dove si attendono decenni per una sentenza, dove si devono prendere giornate di ferie per fare un documento in un pubblico ufficio aperto solo poche ore al giorno, acquistare peperoni o mutande in qualunque ora di un qualunque giorno sarebbe una conquista? E se sì,di che tipo sarebbe? Sociale? Economica?
In mezzo a questa imbarazzante situazione di stallo (programmato) e di silenzio della politica, troviamo i lavoratori, spesso sfruttati con contratti ai confini della legge, quando non anche ricattati e ricattabili. Basterebbe parlare con tanti di loro per sentirsi raccontare storie di straordinari non pagati, ferie non fatte, giorni di riposo saltati etc…
Badate bene che non mi riferisco a nessuno in particolare, ma questi casi di sfruttamento legalizzato esistono in molte realtà commerciali, il lavoro manca e ribellarsi è difficile, le medaglie al valore non servono e non interessano più a nessuno.
Quindi se si ritiene giusta l’approvazione di questo disegno di legge ognuno faccia la sua parte e lo si approvi. Il palleggio tra Camera e Senato di questo ddl che all’apparenza tutti vorrebbero approvato ma che di fatto nessuno vuole approvare mi fa pensare che i lavoratori non siano gli unici sotto ricatto.
Smentitemi, sarebbe la notizia più bella.
Simone Lumina – Alessandria