Rossini (Slala): “La logistica nell’Alessandrino non soppianta le attività produttive, ma ne favorisce la crescita”

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di Ettore Grassano

Vero e proprio ‘perno’ dello sviluppo delle attività legate alla logistica nel basso Piemonte alessandrino, ma anche laboratorio di proposte e soluzioni innovative sul fronte della mobilità delle persone, sia su rotaia che su gomma: si pensi al recente e fondamentale ‘patto di Tortona’, ma anche al progetto dei caselli autostradali di Predosa e Mirabello Monferrato. Oltre naturalmente al ruolo fondamentale nel percorso di recupero dello scalo merci di Alessandria, e della sua trasformazione in polo logistico ‘integrato’ nella città. Slala è una Fondazione di partecipazione che aggrega un numero crescente di soci pubblici e privati, e si pone ormai come punto di riferimento per tutti coloro che decidono di investire nella logistica nel nord ovest del Paese, e l’avvocato Cesare Rossini ne è dal 2017 non solo il Presidente, ma una sorta di ‘deus ex machina’: a lui si deve prima il risanamento della Fondazione (quando in pochi ci avrebbero scommesso, e anzi da più parti si ‘spingeva’ per chiuderla), e poi il suo rilancio, fino ad oggi. Otto anni certamente complicati, ma anche ricchi di soddisfazioni. E oggi? Quali sono le sfide che attendono il nostro territorio nei prossimi anni, e quale sarà il ruolo di Slala da qui al 2030?

Presidente Rossini, una delle novità più recenti è quella che riguarda l’estensione delle Zone Logistiche Semplificate (Zls). Questo cosa cambia, per i Comuni interessati e per le imprese?
“A luglio il Comitato di Indirizzo della ‘Porto e Retroporto di Genova” ha approvato l’ingresso di dodici nuovi Comuni piemontesi, grazie al lavoro in particolare del parlamentare Riccardo Molinari, mentre il primo nucleo Zls era composto da sette Comuni dell’Alessandrino (Rivalta Scrivia, Arquata Scrivia, Novi Ligure, Alessandria, Castellazzo Bormida, Ovada e Belforte Monferrato). Grazie allo sportello le imprese interessate a insediarsi possono contare su un percorso agevolato, che dimezza le tempistiche burocratiche e rende più attrattivo il nostro territorio per nuovi investimenti, soprattutto in ambito logistico e industriale. L’obiettivo della Zona logistica semplificata è creare condizioni favorevoli allo sviluppo sostenibile, all’attrazione di capitali e alla crescita occupazionale nei territori coinvolti, attraverso un modello amministrativo snello e competitivo su scala europea. Attualmente si lavora per un ulteriore ampliamento, in stretto rapporto con l’assessore regionale Enrico Bussalino, con l’obiettivo di stimolare una presa di responsabilità delle amministrazioni locali affinché si arrivi alla velocizzazione delle pratiche e alla massima riduzione della burocrazia che è quello che chiedono le imprese per essere sempre più competitive”.

La logistica ormai sta diventando realtà diffusa, con ricadute dirette in termini di occupazione, ma anche indirette: pensiamo solo all’impennata del mercato degli affitti. E’ ragionevole prevedere un ulteriore sviluppo e in che termini? La logistica davvero ‘soppianterà’ le fabbriche di un tempo?
“Lo sviluppo proseguirà perché le aree vocate hanno ancora ricettività in termini di spazio, ma quello che appare sempre più fondamentale è il coordinamento delle iniziative e la connessione con le reti commerciali e produttive. La Fondazione Slala svolge un ruolo di raccordo fra soggetti pubblici e privati (ovviamente soci) e favorisce il dialogo e il confronto guardando a un orizzonte che abbraccia il Basso Piemonte, con le province di Alessandria e Asti, la Liguria, con il sistema portuale genovese e le realtà in crescita del Savonese dove si stanno mettendo a fuoco nuovi progetti di sviluppo, il nord del Piemonte e la vicina Lombardia. La logistica non deve ‘soppiantare’ le fabbriche, bensì favorire il loro insediamento e crescita. Vi sono esempi virtuosi di territori che hanno visto arrivare, proprio grazie alla rete logistica, nuovi impianti manifatturieri che hanno determinato positive ricadute sull’economia e l’occupazione”.

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Questo ha, in termini di mobilità, conseguenze importanti, talora anche problematiche. Si riuscirà ad offrire un’offerta adeguata ai lavoratori, in termini di spostamento casa – lavoro? L’attuale ‘boom’ di monopattini e bici elettriche porta con sé non pochi rischi, in termini di sicurezza per chi usa questi mezzi, e anche per gli automobilisti.
“L’aumento dell’occupazione ha visto crescere il fenomeno. Slala non può promuovere iniziative autonome, ma creare le condizioni per definire progettualità specifiche. Un esempio è il nuovo servizio di trasporto pubblico che serve l’area logistica tra Tortona e Rivalta Scrivia. Le tre nuove linee sono state attivate grazie alla collaborazione tra Bus Company, l’Agenzia della mobilità piemontese, il Comune di Tortona e Slala, insieme all’interessamento e al contributo di alcune delle aziende coinvolte insediate nelle aree logistiche. Il potenziamento del trasporto pubblico rappresenta un primo importante passo in avanti per garantire dignità e sicurezza a tutte quelle persone che quotidianamente devono raggiungere il posto di lavoro nel polo logistico. Esiste l’aspetto infrastrutturale, decisamente più complesso da affrontare perché riguarda l’adeguamento delle sedi stradali, la creazione, dove è possibile, di piste e corsie ciclabili. Qui scendono in campo per prime le amministrazioni pubbliche cui compete la gestione delle strade, ma credo che anche su questo fronte la collaborazione con i privati possa contribuire a sviluppare interventi mirati”.

Retroporto di Alessandria: cosa comporta sul piano della viabilità per il Cristo e per tutta la città?
“Innanzitutto bisogna tenere presente che stiamo parlando di un progetto che punta alla realizzazione di un’opera di valore nazionale che ha basi solide nelle province di Alessandria e Asti. Le modifiche alla viabilità, sia rispetto al quartiere Cristo, sia all’area vicina alla stazione, riguarderanno le vie di accesso, ma l’intervento più significativo, ora oggetto di studio e valutazione, è quello che collegherà l’area dello scalo con l’autostrada A26 (da ricordare anche gli altri progetti di caselli autostradali come Predosa, quello più recente di Pozzolo Formigaro e infine Mirabello Monferrato). L’obiettivo dell’intervento è la valorizzazione di circa un milione di metri quadrati di aree di proprietà di Rfi, Fs Logistix e Trenitalia. Attraverso una gara pubblica, è stato selezionato il progetto vincitore X – Change realizzato da un gruppo di operatori con società capofila Valtidone Spa. Il team di progettisti coinvolge The Blossom Avenue, Carlo Ratti Associati e Land, architetti e pianificatori, insieme ad altri specialisti a supporto sui temi logistica, trasporti, sostenibilità, real estate. Il progetto X – Change prevede la realizzazione di quattro aree, senza alcun consumo di suolo pubblico: l’hub delle merci, delle persone, della natura e dell’energia. La logistica delle merci copre circa 300.000 metri quadrati con oltre 15.000 dedicati ai servizi per gli autotrasportatori. Su circa 160.000 metri quadrati si sviluppa l’area destinata al polo dell’housing e a quello culturale, oltre a un campus universitario. Il tutto attraverso il recupero degli storici edifici che ospitavano le officine ferroviarie. Non va dimenticato un altro obiettivo del gruppo Fs, quello della riqualificazione della stazione di Alessandria con l’ipotesi di realizzazione di un sottopasso verso i giardini pubblici e un secondo collegamento pedonale verso il quartiere Cristo”.

Guardiamo un po’ più in là, a Valenza, dove la logistica del lusso ha i suoi connotati ed esigenze specifiche: come cambierà quel lembo di provincia nei prossimi anni, a partire dalla mobilità? Cosa è davvero necessario?
“La logistica del lusso che caratterizza il Distretto orafo di Valenza è naturalmente diversa da quella comunemente intesa. Va infatti declinata in termini di servizi alle imprese e di potenziamento delle aree attrezzate in relazione alle esigenze industriali specifiche. Slala è pronta a mettere a disposizione dei soci le competenze di esperti e consulenti per aiutare la definizione di progetti ad hoc. Lo stiamo facendo anche sul fronte della promozione della cultura del gioiello e della formazione professionale, oltre che della mobilità delle persone, sempre nell’ambito del nostro campo di azione”.

La Fondazione Slala, da qualche anno, è anche sinonimo di valorizzazione del territorio sul fronte promozionale: c’è qualche progetto innovativo in vista anche su questo fronte?
“Questa è stata una naturale evoluzione della logistica delle persone, mission che nel tempo si è affiancata a quella storica della logistica delle merci. Il percorso di valorizzazione declina infatti il concetto di logistica sul fronte dei servizi a beneficio del territorio. I progetti che abbiamo sostenuto mirano a rafforzare il concetto di comunità territoriale per dare ancora più rilevanza al ruolo della provincia e una così maggiore spinta ad alcuni dei punti cardine della Fondazione, come la mobilità. Il recente progetto ‘Sud Piemonte Experiences’, elaborato da noi e ora sviluppato da Alexala (Agenzia turistica locale) e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, è entrato nella seconda fase e vede sempre come protagonista Fabio De Vivo, speaker radiofonico e talent creator. Sono quindici video che mirano a rafforzare il concetto di comunità territoriale e a sottolineare il valore aggiunto del turismo che significa sia promozione della provincia, sia crescita dell’economia”.

Presidente Rossini, otto anni di Presidenza alla guida di Slala non sono pochi. Cosa non è riuscito a fare, e cosa ancora vorrebbe portare a termine?
“Non sono riuscito a fare tante cose, ma quello che oggi mi preme maggiormente è continuare a trasferire alla politica locale, regionale e nazionale la necessità della rapidità delle decisioni per rispondere alle esigenze delle aziende. Quello del Basso Piemonte è un territorio che ha bisogno di attenzione e velocità delle risposte. Non posso poi nascondere una delusione: molti dei capannoni per i magazzini di logistica costruiti negli anni (tranne casi specifici in cui la lungimiranza dei costruttori è evidente) sono privi di impianti fotovoltaici, mentre sta crescendo l’agrovoltaico. Non mi piace, questo è il mio parere strettamente personale non da presidente Slala. La delusione è non essere riuscito a trasferire il valore del processo di sostenibilità alle pubbliche amministrazioni (Provincia, Comuni) proprio quando da tempo abbiamo messo a punto il ‘Protocollo Slala’, grazie al lavoro di Fabrizio Dellachà. Il protocollo di sostenibilità orientato è agli hub logistici e alla logistica più in generale, tratteggiando delle linee guida affinché possano divenire nel tempo, uno “standard de facto” per la logistica e per la valutazione dei suoi impatti sull’ecosistema. Il documento ha ricevuto l’apprezzamento dalla parte della Bei (Banca europea per gli investimenti) e dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. A livello locale non è stato utilizzato, mentre ci è invece stato richiesto da altre realtà territoriali e anche all’estero”.

Facciamo uno ‘sconfinamento’ nel mondo del calcio: in questi anni, specie nei momenti più delicati per l’Alessandria Calcio, lei c’è sempre stato. Pensa che quest’anno si stia davvero aprendo ‘l’era Barani’ e che presto i Grigi e il Moccagatta potranno tornare a confrontarsi con il calcio che conta?
“Si sta aprendo un’era dove la concretezza e la coerenza consentiranno alla società di tornare ad avere un ruolo coerente con la storia e la tradizione dei Grigi”.


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