Ponte Bormida e Polo Logistico, sempre e solo Molinari. Intanto a Casale il ‘mostro’ mesotelioma non dà tregua [Le pagelle di GZL]

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di Graziella Zaccone Languzzi

Copia di Progetto Marengo Hub da periferia a comunità: alcune riflessioni critiche sul fronte energia

1) Ancora e sempre nuovo ponte Bormida. Nei giorni scorsi la positiva notizia da Roma: “Dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri 20 milioni di euro per il nuovo Ponte Bormida, e 5 milioni per la tangenziale di Gavi. Molinari (Lega): “Altra promessa mantenuta. Ora buon lavoro a Comune di Alessandria e Provincia”.Si legge che sono stati destinati 20 milioni di euro al Comune di Alessandria (10 nel 2026, 10 nel 2027) per la realizzazione del nuovo ponte sul fiume Bormida e 5 milioni di euro alla Provincia di Alessandria (2 nel 2025, 3 nel 2026) per lo studio di fattibilità della tangenziale di Gavi. Tutte opere necessarie che chiedono da tempo di essere prese in considerazione. Lo stabilisce ufficialmente il decreto della Presidenza del Consiglio pubblicato nei giorni scorsi, che stanzia le risorse necessarie per avviare la realizzazione delle due infrastrutture ottenute in legge di bilancio grazie all’ordine del giorno presentato, e fortemente voluto, dall’on. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati. Che, detta fra noi è l’unico parlamentare eletto sul nostro territorio che lavora per portare risultati concreti in questa città e provincia. Non solo: è l’unico alessandrino che, da trent’anni a questa parte, a Roma è un protagonista e non una comparsa, che fa la differenza. Le dichiarazioni dell’On Molinari in merito: “Si tratta di opere fondamentali per lo sviluppo del nostro territorio, che la Lega, e io personalmente, ci eravamo impegnati a sostenere” ha sottolineato l’Onorevole Molinari “ora la palla passa agli amministratori del Comune di Alessandria e della Provincia. A loro il compito di predisporre con celerità il percorso di realizzazione di infrastrutture che consentiranno al nostro capoluogo, e a Gavi, capitale della Val Lemme, di risolvere primarie problematiche di viabilità, e di attrezzare i rispettivi territori ad affrontare le sfide del futuro”. La frase chiave: “ora la palla passa agli amministratori del Comune di Alessandria e della Provincia. A loro il compito di predisporre con celerità il percorso di realizzazione di infrastrutture”. Ad aprile 2025 il segretario cittadino della Lega Alessandro Rolando, faceva questa dichiarazione: Grazie a noi ci sono circa 40 milioni, ora basta scuse. Sul nuovo ponte Bormida di Alessandria le risorse per partire ci sono: 21 milioni confermati dal Governo e altri 20 inseriti in legge di Bilancio. Il problema? È la Giunta Abonante a dormire”. Il segretario Rolando rammenta le fasi pregresse sulla questione, ricordando che i primi fondi ottenuti dalla ex amministrazione Cuttica sono gli 11 milioni del Terzo Valico e altri 7 provengono dalla rimodulazione dei fondi del Bando periferie. Ora si aggiungono 20 milioni, non è il momento di partire? Prima che il “cauto” sindaco Abonante si pronunciasse in merito avevo già previsto la sua risposta, quando ha dichiarato che i fondi non sono ancora sufficienti per iniziare e completare l’infrastruttura. Pare che per realizzare il nuovo ponte sul Bormida ora servano 80 milioni di euro: vi ricordate che, solo pochi anni, si parlava di 18-20? Comunque, è chiaro che se sviluppi progetti sempre più ambiziosi di milioni possono volercene anche 150. Il punto è che in questo modo non si partirà mai, e prima o poi, fidatevi, l’eroico e centenario ponte attuale non ce la farà più, e saranno le comiche. Ma prendiamo pure atto che, per realizzare il ponte anti alluvione che vuole Abonante ci vogliano davvero 75-80 milioni, e non i 41 attuali, quasi tutti frutto del lavoro della Lega. E allora? Il sindaco di Alessandria è convinto che la realizzazione di un’opera pubblica possa partire solo quando in cassa c’è il 1000% della copertura? Allora stiamo freschi! “Secondo ponte sul fiume Bormida. Il sindaco: “Nessun ritardo del Comune. Il problema sono i fondi”. Ma allora, caro Sindaco, perché non si dà un po’ da fare anche lei, e interpella i parlamentari della sua area politica, certamente molto impegnati a studiare flussi di dati per capire come farsi rieleggere al prossimo giro, e dove? Forza, forza, almeno raccontate che ci state provando, che diamine: mica potete dire sempre ‘Ci pensi Molinari”! Come finirà? Ve lo dico io. Ad Abonante mancano meno di due anni alla scadenza del mandato, e al netto di un po’ di asfaltature che verranno programmate per la primavera del 2027, lascerà Alessandria in mutande, e il progetto Ponte Bormida sarà sempre lì, al punto di oggi. Intanto i costi continueranno a lievitare, e poi attenzione che i 41 milioni non siano anche in parte vincolati a scadenze: se mai si parte, non è detto che rimangano a disposizione all’infinito. Povera Alessandria nostra….
Voto: 10

2) Venerdì ad Alessandria arriva il Ministro Salvini, ad aggiornare stake holders e comunità sullo stato di avanzamento lavori del nuovo Polo Logistico, che nascerà al Quartiere Cristo, come evoluzione del vecchio scalo merci. Un progetto, anche in questo caso, targato Molinari, che procede spedito, e che farà di Alessandria uno snodo essenziale della nuova logistica integrata del nord ovest. La logistica fino al 2017 è stata in questa provincia appannaggio totale del centro sinistra, che per una trentina d’anni altro non ha fatto se non parlarsi addosso. Tanto che, al momento dell’elezione di Cuttica di Revigliasco sindaco di Alessandria, la Fondazione Slala era prossima ad essere liquidata. Anche qui, onore al merito (ma quanti se ne rendono conto, in questa città e provincia così distratte?) al lavoro svolto con metodo dalla Lega, tra Piemonte e Liguria. Ossia dai parlamentari Molinari e Rixi, sotto l’egida del Ministro Salvini. Terzo Valico, zone logistiche semplificate, sviluppo vertiginoso di grandi aree logistiche tra Tortona (prima), Novi e Alessandria non sono frutto del caso, ma di una progettualità seria, che chi come gli esponenti dell’attuale giunta Abonante, sognando campi di papaveri e decrescita felice, non è riuscito a bloccare. Ora, è evidente a tutti che la stella del Ministro Salvini non è al massimo del suo fulgore, e che al Nord tutta la sua smania di investire sul Ponte dello Stretto fatica ad essere compresa: però cerchiamo di mantenere i piedi per terra, e di considerare la realtà di casa nostra. Qui da noi, se la Lega non avesse avuto, dal 2017 in avanti, il ‘boccino’ in mano, in particolare con il ruolo centrale svolto da Riccardo Molinari, Alessandria si starebbe definitivamente spegnendo tra papaveri e papere. Invece si ragiona di grandi poli logistici, e in città non si trova più un appartamento in affitto, grazie a circa 4.000 nuovi residenti, che sono giovani lavoratori in arrivo per lo più dal sud per rimboccarsi le maniche, e darsi da fare. Lo vogliamo riconoscere?
Voto: 10

3) Da Casale Monferrato ho ricevuto una e-mail con una richiesta: “È una strage infinita … può fare una pagella su questo? A Casale siamo stanchi di perdere parenti, amici, conoscenti. Si continua a morire, pare che la scienza, la medicina e la politica continuino a non interessarsi di questo mostro chiamato mesotelioma”. La richiesta era accompagnata dall’accorato appello di Silvana Mossano, già giornalista de La Stampa e scrittrice, rivolto a Stephan Schmidheiny, l’imprenditore svizzero, proprietario di Eternit, considerato da Forbes tra i più ricchi del mondo con un patrimonio nel 2021 di oltre 2,5 miliardi, condannato dal tribunale di Torino  per omicidio volontario perché accusato di disastro ambientale doloso permanente: “Tre donne casalesi «violentate» dall’amianto in 15 giorni. Il serial killer si chiama mesotelioma”. Ho deciso di trattare questo argomento perché nessuno al mondo è esente dai danni sanitari provocati dall’amianto. La lettera dell’amica Silvana Mossano è lunga ma cito questa frase: “Signor Stephan Schmidheiny, tre donne in quindici giorni. Tre donne vittime del serial killer mesotelioma. Due erano sorelle. Che cosa devo ancora dirle per convincerla? Che cosa deve ancora accadere perché lei cominci, senza indugi, a finanziare la ricerca? Lei, direttamente, da imprenditore, mettendoci le mani. Oggi, ormai, tutti sappiamo tutto sull’amianto: che causa il mesotelioma e fa morire. Dobbiamo solo scoprire come guarire. Lo faccia, signor Schmidheiny. Adesso!”. Silvana Mossano ha un conto personale con il mostro amianto, nel 2012 ha perso il marito, il compianto direttore de Il Monferrato Marco Giorcelli, e da allora al mostro amianto e a Schmidheiny non ha dato tregua. La  città di Casale Monferrato è vittima degli effetti patologici dell’amianto. Gli operai che hanno lavorato con l’amianto in passato, i loro familiari e i comuni cittadini, oggi, continuano ad essere offesi nella loro dignità di donne e uomini con i loro progetti di vita spezzati. I loro corpi afflitti non sono casuali incidenti di percorso o numeri nel calcolo delle probabilità, ma sono l’effetto di logiche di potere e di mercato. L’amianto è materiale versatile ed stato usato in edilizia, nell’industria, nei trasporti anche nei cosmetici e nel talco, come riempitivo nella produzione industriale di carta e cellulosa, di pitture e vernici, articoli in gomma, plastica e ceramica, in medicina (base di polvere, lubrificanti) e nell’industria alimentare. Praticamente ci conviviamo da sempre, ce l’abbiamo appiccicato addosso e può colpire diversi organi del corpo umano, come l’apparato respiratorio (polmoni, pleura, laringe) e l’apparato gastrointestinale (stomaco, colon, retto, fegato, pancreas), ma anche i testicoli e le ovaie. Non so se la lettera di Silvana Mossano o la mia pagella arriveranno a chi si occupa legalmente di Schmidheiny, nel mio piccolo mi accodo all’appello di Silvana: il miliardario svizzero cominci senza indugi a finanziare la ricerca direttamente e da imprenditore, mettendo mano al portafoglio. Mentre Silvana Mossano lanciava un appello a Schmidheiny, martedì 17 giugno su La Stampa usciva questo articolo: “La svolta nella lotta al mal d’amianto parte da Alessandria e Casale”. Via libera del comitato strategico regionale al progetto di ricerca, ad Alessandria e Casale, affidato alle dott.sse Grosso e Dianzani. Dal Dna di ogni singolo paziente si ricaveranno le informazioni indispensabili per tentare cure personalizzate. Speriamo che ne esca qualcosa di buono, visto che ad oggi a quanto pare la ricerca arranca perché mancano i finanziamenti, e qui dovrebbe veramente entrare a piene mani Stephan Schmidheiny.
Voto: 2


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