La musica fa dimagrire [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

In quest’epoca di venditori di fumo, di scopritori d’acqua calda e di fenomeni circensi, qualsiasi proclama si guadagna una fetta di mercato.
Naturalmente deve essere ben confezionato e veicolato adeguatamente dall’informazione altrimenti rischia di fare un buco nell’acqua ma la probabilità che il gioco funzioni è direttamente proporzionale all’imbecillità della proposta.
Un tempo – fino al primo dopoguerra – gli inganni erano relegati alle piazze, durante le fiere, ricettacoli del malaffare con furfanti scesi in città per abbindolare sprovveduti ignari e beoti.

Nel panorama contemporaneo la piazza è il mondo della comunicazione, una piazza talmente grande da annoverare imbroglioni a volontà e ancora di più grulli per tutti i gusti.

Con questo presupposto oggi desidero proporre un’ipotesi che forse è qualcosa di più, vorrei definirla un’ipotetica teoria: la musica fa dimagrire.
È vero, ci sono studi di prestigiose università che portano elementi a suffragare la teoria secondo cui la musica classica fa dimagrire tantissimo, il jazz aumenta la percezione del dolce del 10%, una canzone che ci aggrada aumenta il livello di dopamina quindi incentiva lo stato di benessere.

Io andrò a snocciolare i miei studi, personali ed incontrovertibili.

Se ti prepari a suonare e indossi lo smoking (o comunque l’abito scuro) non mangiare in camerino: la macchia di maionese o di ketchup risulta deleteria per non parlare di quella briciola di pane toscano che resta appesa al bavero come grande scaglia di forfora.
Se suoni durante un banchetto gli altri mangiano, tu ti sazi con gli occhi e soprattutto sei foraggiato con bicchieri di birra. Ti sgonfierai di primo mattino, seduto ad occhi chiusi su una tazza che implora pietà.
Se mangi dopo un concerto ti affiderai all’unica pizzeria rimasta aperta a quell’ora che non ha il forno già spento: non l’ha mai acceso. Il cameriere ti servirà un antipasto di mare gommoso che avrai piacere di digerire durante il concerto successivo.

In conclusione, scienza o non scienza, è piuttosto evidente che la musica fa dimagrire.
Lo dimostrano le immagini del passato, ritratti di grandissimi compositori smunti e con lo sguardo incarognito.
Ora vado a mangiare un boccone.