Bigotti (BBBell): “Fibra o wireless, a privati e imprese interessa che internet sia veloce e affidabile”. La nuova frontiera è la digitalizzazione dei dati

di Ettore Grassano

“Siamo stati facili profeti quando, già tre anni fa, ribadivamo che in molte parti del nostro Paese il wireless sarebbe stato decisivo per sconfiggere il digital divide: oggi tutti hanno capito che quel che conta non è il mezzo (quindi fibra o wireless, cavo o radio, ndr) ma il risultato: portare Internet veloce su tutto il territorio, dai grandi centri ai paesini di collina e montagna”. Simone Bigotti, amministratore delegato e comproprietario di BBBell, nel mondo della telefonia opera con competenza da vent’anni, e la sua azienda, con forti radici alessandrine (e torinesi) oggi è uno dei player leader del settore in gran parte del Piemonte (“ci mancano ancora Biella e Verbania, ma ci stiamo lavorando) e praticamente in tutta la Liguria. Parlare con lui (che è anche amministratore pubblico, dal 2010 sindaco di Borgoratto, ora al terzo mandato) significa non solo fare il punto sulla situazione del mercato, ma riflettere sugli scenari futuri: che vedono nella rete l’infrastruttura attraverso la quale saranno sempre più erogati servizi di ogni tipo, ai privati come agli enti pubblici. E le nuove sfide, appunto, si chiamano digitalizzazione dei dati su cloud certificati, sicurezza, controllo del territorio.

Simone Bigotti, la telefonia è uno dei comparti trainanti della nostra società, e sembra sempre andare alla velocità della luce. Solo cinque anni fa si parlava di superare l’adsl, e di portare nelle case e nelle aziende connessioni a 100 mega. Sembrava fantascienza: oggi cosa è cambiato?
(sorride, ndr) E’ cambiato tutto, mi viene da dire. Ma soprattutto è stimolante cercare di comprendere come ancora evolverà il mercato nei prossimi 3, 5 o 10 anni, e cercare di farsi trovare pronti: sempre in prima fila nell’innovazione, ma attenti anche a non correre troppo per non finire fuori campo.

Ha ancora senso parlare di fibra a tutti gli italiani, dopo così tanti anni di ritardo?
La fibra rimane un asset fondamentale per portare la banda larga nei grandi centri abitati, dove peraltro altri strumenti, come il wireless via radio, trovano anche oggettivi impedimenti di tipo infrastrutturale. Però è altrettanto vero che i piani governativi (e mi riferisco a tutti i governi, non facciamone una questione di parti politiche, non è così) per cablare tutto il territorio sono andati avanti troppo a rilento: la fibra arriverà ovunque entro il 2021, si diceva. Oggi si parla del 2026: ma è un’epoca, in questo settore. Fra tre anni le esigenze del mercato saranno molto diverse da quelle di oggi, e diversi gli strumenti a disposizione.

Ognuno di noi, privato o azienda, riceve 2 o 3 proposte alla settimana da gestori telefonici: come fare a districarsi?
Tutte le aziende e tutte le abitazioni private oggi necessitano di una connessione internet veloce e stabile, che garantisca un adeguato traffico dati. Poco importa al cliente finale se gli fornisci la connessione via cavo o via etere, con banda larga o con wireless. E sta anche diminuendo la quota di coloro che guardano solo al prezzo: che è una variabile, certo, ma non l’unica. Conta cosa mi dai, a quel prezzo: in termini di velocità di connessione, ma anche di qualità di servizi aggiuntivi, soprattutto in fase di supporto post vendita. Io dico spesso che la qualità del tuo operatore di telefonia la scopri quando hai un problema, non quando tutto funziona perfettamente. BBBell ha fatto una scelta precisa, che guarda lontano: no alla battaglia dei prezzi, sì ad una consulenza personalizzata e qualificata, che fa la differenza. Compreso il fatto che noi preferiamo puntare su personale interno, con regolare contratto da dipendente e non su call center esternalizzati, che rispondono chissà da dove. E quando hai bisogno il nostro tecnico arriva a casa tua, e verifica come risolvere il problema.

Alcuni grandi brand della telefonia, a forza di sconti e promozioni, hanno in bilancio ‘buchi’ mostruosi….
Appunto. Oppure altri, pur di acquisire quote di mercato, vendono servizi in perdita, e giocano la partita della finanza, e non della telefonia. Noi siamo per investimenti infrastrutturali, più che mai necessari per tenere il passo del cambiamento, e anche per crescere attraverso acquisizioni. Mentre la campagna dei saldi non ci è mai piaciuta. Anche se è dura, perché la telefonia è comparto in cui la guerra dei prezzi è spietata, e il cliente è abituato così. Tutti sappiamo quanto sono aumentati i costi del gas o dell’energia, eppure alla fine paghiamo senza ribellarci. Sul fronte telefono invece cerchiamo sconti continui, e fingiamo di non accorgersi che oggi si spende, in proporzione ai servizi, molto meno di vent’anni fa: ma attenzione, comprimere i prezzi all’infinito senza alterare la qualità dei servizi è impossibile.

Oggi quasi tutti ci offrono almeno 100 mega di velocità di traffico, e già c’è chi guarda oltre. Il mercato del futuro però non è solo nella velocità del traffico dati, ma nei servizi erogati utilizzando la rete…
E’ così: pensi che si sta iniziando a sperimentare tecnologie wireless che portino 1 giga a casa dell’utente, via segnale radio. Il che significa che tra un paio d’anni saremo in grado di offrire a tutti di navigare a questa velocità. La chiave dello sviluppo del settore però ormai è altrove, e andrà a svilupparsi in due direttrici, sulle quali BBBell si sta muovendo da tempo: da un lato i servizi di sicurezza, controllo e video sorveglianza, dall’altro la digitalizzazione dei dati.

Partiamo dai servizi di videosorveglianza: sono sempre più numerosi i comuni, non solo piccoli, che decidono di chiedervi questo tipo di servizio. In cosa consiste?
Essenzialmente controllo targhe tramite videocamere, forma di identificazione che poi può prestarsi a diverse finalità: per indagini e analisi a seguito di eventi criminosi. Fino ad oggi abbiamo erogato questi servizi essenzialmente a comuni, che vogliono offrire alla polizia municipale e alle varie forze dell’ordine un supporto per il monitoraggio costante del territorio. Ma è un mercato dalle potenzialità molto più ampie, e stiamo testando una serie di prodotti e servizi destinati ad aziende e a privati, sul fondo della videosorveglianza e della sicurezza.

Ma la vera sfida all’orizzonte si chiama digitalizzazione, e qui il mercato è sterminato: si va appunto dai database della Pubblica Amministrazione, ricchi di dati sensibili (si pensi all’anagrafe, al catasto, alla sanità), fino all’archivio digitale dei nostri pc aziendali, o domestici….
Esattamente: è questa la vera sfida del prossimo decennio, in un mondo che vede scomparire la carta, e trasferire tutto ciò che siamo, a livello di storie personali e di identità sociale, in dati digitali. Ci sono enormi incognite al riguardo, e altrettante necessità normative: occorre fare in modo che questa valanga di dati che riguarda ognuno di noi non vada perduta, e al tempo stesso che non venga violata, per utilizzi impropri. Per questo diventa essenziale l’utilizzo di una tecnologia cloud certificata ed evoluta, che risponda a tutti i criteri stabiliti dall’Unione Europea. Per questo BBBell si è mossa per tempo in questa direzione, acquisendo tutte le certificazioni necessarie per garantire sicurezza e privacy sia alle pubbliche amministrazioni che ad aziende e privati. Sul fronte PA, si sta portando avanti un’importante opera di sensibilizzazione degli amministratori pubblici, alcuni dei quali ancora non hanno ben chiari tutti gli obblighi connessi alla digitalizzazione. Peraltro lo stesso accesso ai fondi del PNRRR è vincolato al fatto di poter dimostrare di aver compiuto la digitalizzazione dei dati in cloud, utilizzando partner certificati e affidabili. Questa sarà la sfida più grande e complicata del decennio che stiamo vivendo.

Una riflessione finale la dobbiamo però fare con il sindaco Bigotti: nel 2020 è cominciato il suo terzo mandato come primo cittadino di Borgoratto: sarà davvero l’ultimo?
(sorride, ndr) Per fortuna sì, perché la legge dice che bisogna fermarsi. So già che mi mancherà tantissimo, intendiamoci: sia pur tra preoccupazioni e sacrifici, essere sindaco della tua piccola comunità è un’esperienza straordinaria. Io poi ho la fortuna di lavorare con una squadra di persone splendide, a partire dal vicesindaco, che è in pensione e riesce a sopperire talvolta a qualche mia assenza legata ad emergenze di lavoro. Ci adoperiamo davvero tutti per il bene comune, per la nostra comunità: e ne siamo ampiamente ripagati in termini di qualità dei rapporti umani che in un paese ancora si possono costruire, e coltivare.

Lei è uomo di centro sinistra, e imprenditore: non le viene voglia di far parte della nuova classe dirigente che da tempo da quelle parti si va faticosamente cercando?
No, sinceramente. Da anni non ho tessere, e al di là di amicizie personali fatico davvero ad identificarmi in un partito. Come cittadino la politica nazionale mi ha certamente deluso, e anche se di natura sono un ottimista, oggi fatico un po’ ad appassionarmi. Aggiungiamoci che, oltre ad occuparmi di Borgoratto, ho un’attività imprenditoriale che mi entusiasma, e mi coinvolge pienamente. La politica può essere attività nobile, intendiamoci: ma sicuramente va fatta a tempo pieno, ed io ho fatto scelte diverse, che mi soddisfano pienamente.