Repetto (Fiaip e Apcc): “Ospedale e Tribunale leve strategiche per fare decollare Alessandria: cosa si sta ancora aspettando?”

di Ettore Grassano

“Aspettiamo i dati definitivi, che come sempre presenteremo ed analizzeremo nell’Osservatorio Immobiliare Fiaip ad inizio 2023: ma già ora certamente possiamo affermare che il 2022 ha visto ad Alessandria e provincia una considerevole crescita delle compravendite, e anche una grande vivacità del mercato degli affitti. La sfida ora semmai è fare davvero sistema per rilanciare il nostro territorio. Più strategico di così sarebbe impossibile, sul fronte logistico: e allora che aspettiamo?”

Franco Repetto, past president e responsabile comunicazione provinciale della Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali), e presidente della Appc, l’Associazione dei Piccoli Proprietari di Case, ci aiuta ogni tanto a capire l’evoluzione del mercato immobiliare di casa nostra, che ha sempre avuto sull’economia alessandrina un particolare peso, e rappresenta sicuramente un’affidabile cartina di tornasole sullo stato di salute complessiva del territorio.

Mentre chiacchieriamo la figlia Alessandra, Presidente provinciale Fiaip, fa capolino nell’ufficio del padre per un rapido scambio di informazioni professionali, e in questa collaborazione intergenerazionale sta probabilmente il segreto del successo di un percorso professionale che da sempre punta su professionalità, competenza “e un po’ di sano ottimismo, o non si va da nessuna parte”.

Proviamo allora a farci raccontare da Franco Repetto (che fa anche parte del Consiglio e della Giunta della Camera di Commercio di Alessandria e Asti, ndr) che 2022 è stato, ma soprattutto come dobbiamo aspettarci dal prossimo anno.

Presidente Repetto, il 2022 si chiude con un’inflazione galoppante, a doppia cifra. Sono pochi i comparti esenti dalla dinamica dei rincari. E’ anche questo che ha spinto gli alessandrini, e gli italiani in genere, ad investire nel mattone? La casa torna ‘bene rifugio’?
L’inflazione, e la pesante incertezza dei mercati finanziari, hanno certamente contribuito alla crescita dell’immobiliare, che peraltro usciva da un 2021 altrettanto positivo per tutto il comparto dell’edilizia: la crescita del Pil del 6-7% rispetto al 2020 si spiega soprattutto così. Ma ci sono altri fattori che rendono oggi l’investimento immobiliare appetibile. Mi riferisco ai diversi incentivi fiscali, non solo il 110 ma anche il 90, il 65 e il 50, a seconda delle tipologie di intervento. E a livello locale molto hanno contribuito in questi anni anche gli accordi territoriali, con la possibilità di affitti agevolati, con cedolare secca al 10%, e di sgravi del 25% sull’Imu. Molti proprietari sono stati stimolati ad investire nella valorizzazione dei propri immobili, e per gli inquilini questo ha significato aver accesso ad affitti calmierati, e a loro volta ad agevolazioni fiscali. Non solo è importante che tutto questo rimanga, ma sarebbe anche utile estendere la normativa agli immobili commerciali, al momento non compresi. Pensiamo solo a cosa questo potrebbe significare sul fronte della valorizzazione dei nostri centri storici.

Ultimamente si è sentita qualche sirena di pessimismo ad Alessandria, del tipo: “se ne stanno andando anche i cinesi”. Dal suo osservatorio può confermare?
Francamente no: non so se ci si riferisce in particolare ad una riorganizzazione del settore enogastronomico. Io lì sono molto tradizionalista, non amo i ristoranti esotici, e non conosco quel mercato. Ma la nostra sensazione è esattamente opposta: mai come quest’anno abbiamo assistito, da parte di cinesi soprattutto giovani, all’acquisto di immobili in città, dove prima erano soliti affittare. Ovviamente, da splendidi commercianti quali mediamente sono, sanno cercare le occasioni favorevoli, e spesso propendono per immobili a basso costo, da ristrutturare. Ma il dato nuovo è appunto che i cinesi stanno mettendo radici da noi. Non solo loro peraltro: l’acquisto della prima casa è un fenomeno che interessa sempre più stranieri, a prescindere dall’etnia. Del resto è anche logico: chi arriva in Italia per lavorare, dopo dieci o venti anni o decide di ripartire, o se mette su famiglia pensa poi a sistemarsi in maniera stabile.

Ma poi cosa succede fra Tanaro e Bormida? [Centosessantacaratteri] CorriereAl

Gli italiani invece? Alessandria è attrattiva anche per loro?
La provincia assolutamente sì, soprattutto le aree di confine con altre regioni, dall’ovadese al tortonese. Il capoluogo ha potenzialità straordinarie, e qui se vuole possiamo aprire una riflessione di quelle pesanti….

Facciamolo: cosa manca per decollare davvero?
Ospedale, Tribunale, Università, treni per Milano. Da dove preferisce che parta?

Due disagi a confronto, e un Solone un po' ridicolo [Controvento] CorriereAl

Parliamo del nuovo Ospedale: l’ipotesi Orti la convince?
Non del tutto, e non solo per le questioni legate all’esondabilità dell’area: quelle le lascio ai tecnici, anche se chi l’ha vissuta non può certo scordarsi l’alluvione del 1994. Le mie perplessità sono più professionali, legate alla valorizzazione del patrimonio immobiliare. Certamente il Santi Antonio e Biagio oggi è assolutamente inadeguato: ma perché non considerare la possibilità di recuperare tutta l’area circostante? Per intenderci quella dell’ex psichiatrico, che è limitrofa all’attuale ospedale. Senza trascurare anche gli spazi del Don Soria: un carcere in piena città oggi non è esattamente un esempio di modernità e sicurezza. Trasformare tutta quest’area in una sorta di città della salute significherebbe fare da volàno a tutto il quartiere che la circonda, spingendo sempre più alla valorizzazione e al recupero degli immobili, e consentendo anche la crescita di una serie di attività commerciali, e di servizio. Se si decidesse di collocare altrove il nuovo ospedale, sarebbe assolutamente indispensabile avere un chiaro progetto di valorizzazione per il Santi Antonio e Biagio e tutto ciò che sta attorno: o davvero si rischiano degrado e abbandono.

Agli Orti nascerà anche il nuovo Campus Universitario: l’area è stata già acquisita…
Altra opportunità straordinaria, e trovo intelligente l’idea di concentrare lì tutto il polo Upo di Alessandria. La nostra esperienza, con il portale https://www.residenzeuniversitariealessandria.it/, è estremamente positiva. Già oggi esiste nella nostra città una comunità universitaria di migliaia di persone, studenti e docenti, che è in continua crescita (si pensi soltanto alla Facoltà di Medicina, in completamento): persone che vanno alla ricerca di soluzioni immobiliari moderne, al giusto prezzo, dotate di tutti i servizi. E’ un processo destinato a crescere, ci auguriamo: e giovani universitari significano più stimoli culturali, e crescita economica per tutta la città. So che alcuni amministratori locali si dicono preoccupati del futuro di Palazzo Borsalino, in caso di trasferimento di tutte le attività accademiche agli Orti. Ma quel palazzo lì, in centro città e a due passi dalla stazione ferroviaria, rappresenta opportunità splendida, da valorizzare: perché non realizzarci un centro museale multimediale e digitale, che abbia il suo ‘cuore’ naturalmente nel Museo del Cappello, ma sia aperto anche ad altri filoni e suggestioni? Credo che le potenzialità sarebbero davvero notevoli.

Poi c’è la questione tribunale, che è proprio qui, a pochi metri dalla sua agenzia: lei cosa farebbe?
C’è una sola strada di buon senso: sfruttare tutto l’ampio spazio dell’area dietro all’attuale struttura, e realizzare finalmente un tribunale moderno e sicuro, capace di soddisfare le esigenze di tutta la provincia. Senza dimenticare peraltro che anche altrove, da Tortona ad Acqui, la chiusura dei tribunali ha reso disponibili spazi di qualità nei centri cittadini, che vanno valorizzati. Ma se per tante ragioni che non metto in discussione oggi la Giustizia ha deciso di puntare su un unico tribunale per provincia, è chiaro che ad Alessandria occorre muoversi nell’ottica del potenziamento e allargamento di quello esistente. Anche qui, come per l’ospedale, si tratterebbe di volàno straordinario, e nascerebbe una vera Cittadella della Giustizia, con gli studi di tanti avvocati, e tutti i servizi correlati.

Ultimo, ma non per importanza, il tema dei trasporti, e in particolare dei collegamenti ferroviari con Milano….
Ce lo siamo detti tante volte, ora bisogna fare. Possibile che non si riesca a ragionare con Trenitalia e ad ottenere collegamenti adeguati? Sfruttiamo il PNRR, o qualsiasi altro canale possibile. Esistono treni, e persino metropolitane leggere, con cui una distanza come quella tra Alessandria e Milano può essere percorsa in 50 minuti. E immaginate quante persone potrebbero preferire una tranquilla vita di provincia rispetto ai costi, e ai pericoli, di certi quartieri di Milano: non credo sia fantascienza immaginare che sarebbero migliaia i lavoratori che farebbero una scelta simile. Certo, occorre creare le condizioni a livello di infrastrutture. Oggi andare in treno a Milano è un viaggio della speranza, e anche lo spostamento in auto, con parcheggio a Famagosta, non è così agevole: e assolutamente antieconomico per i pendolari.

Presidente Repetto, la sensazione è sempre quella di Alessandria città ‘incompiuta’: grandi potenzialità che tutti vediamo, ma che nessuno alla fine coglie davvero. Il 2023 sarà l’anno della svolta?
Ce lo diciamo da troppo tempo, quindi la prudenza è d’obbligo. Ma davvero per tante ragioni concatenate viene da dire o adesso, o mai più. Sprecare le occasioni che si sono venute a ‘incastrare’ in questi anni sarebbe davvero un peccato: per noi, ma soprattutto per le generazioni future. Facciamo in modo che Alessandria, tra vent’anni, sia davvero una città moderna e all’avanguardia: le condizioni ci sono tutte.