Nuovo ospedale, ormai prevale la sfiducia. Intanto camminare ad Alessandria diventa pericoloso [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

di Graziella Zaccone Languzzi

1) Sondaggio di Corriereal nei primi giorni di dicembre: “Il nuovo Ospedale si farà?”. Molto evidente la maggioranza dei NO! Cosa significa? Che gli alessandrini, un po’ speranzosi nel momento in cui è stata lanciata la notizia (peraltro se ne parla da decenni: ricordate il tira e molla del 2007-2010?), con il trascorrere del tempo e leggendo le varie dichiarazioni che sollevano punti interrogativi sul luogo fino ad ora indicato non ci sperano più. Sia chiaro, nessuno sostiene che l’Ospedale di Alessandria va bene così com’è: ma tutti coloro che propongono nuove analisi, valutazioni, indagini ogni volta che è identificata una sede concreta (oltre alle risorse per realizzare l’opera) è chiaro che contribuiscono a farci credere che no, il nuovo ospedale non si farà neanche stavolta. Questa città è poco amata da chi ha la “pretesa” di amministrarla, dico “pretesa” perché nessuno li obbliga ad occuparsi del bene pubblico. Chi si propone in quel ruolo suppone di esserne all’altezza ma non sempre è così, anzi quasi mai. Poi c’è l’ideologia, che fa più danni del maltempo: se un progetto arriva dal centro destra, il centro sinistra lo rifiuta per partito preso, o quantomeno pretende di stravolgerlo.
E così questa città si trascina, decennio dopo decennio, sempre più malconcia e decadente in tutti i suoi servizi essenziali. Altrove non è sempre così, attenzione: negli anni ho avuto modo di notare come altre zone del Piemonte, da Asti a Cuneo, su progetti utili al territorio abbiano saputo trovare una convergenza tra parti politiche contrapposte: ad Alessandria questo è impossibile, noi galleggiamo in uno stagno melmoso, con figure sempre uguali a se stesse, e raramente in possesso di uno straccio di visione prospettica che vada oltre l’interesse di bottega. Presto partirà la campagna elettorale per le elezioni regionali della primavera del 2024: per mesi sentiremo parlare di sanità, ospedali, qualcuno è già ripartito con una vecchia solfa di incorporare ASO e ASL: in questo caso sarebbe interessante capire chi ci guadagna e chi ci perde, ma di certo ci perderebbero i cittadini. La Regione nel gennaio 2022 annunciava gli investimenti di edilizia sanitaria per realizzare sei nuovi ospedali a Torino, Ivrea, Vercelli, Savigliano, Alessandria e Cuneo, con un investimento complessivo di quasi un miliardo e 300 milioni di euro: “Approvato il piano per sei nuovi ospedali”. In funzione dei comportamenti dei nostri politici in questo ambito, vediamo se con buona volontà per il bene comune da Alessandria riusciranno a portare a casa tale risultato: i cittadini osservano scettici, e scuotono la testa sfiduciati.
Voto: 2

Tortona, al via la pulizia dei tombini di raccolta acqua CorriereAl

2) Tra le varie sollecitazioni e suggerimenti che ricevo, eccone una che ho purtroppo sperimentato di persona. L’altro giorno ho rischiato di cadere, e fortunatamente sono riuscita a stare in equilibrio aggrappandomi all’albero “colpevole” di aver intasato il marciapiede con uno strato di foglie bagnate. Pronto Soccorso evitato, almeno stavolta. Ma perchè ogni anno è la stessa storia? Nella stagione autunnale le foglie tornano a tappezzare marciapiedi e strade di Alessandria, e lì rimangono per settimane, o mesi. Ma non è solo questione di decoro urbano, che già basterebbe: in gioco c’è la salute dei contribuenti, specie quelli più anziani. E poi il fatto che le foglie non raccolte finiscono con l’intasare caditoie e bocche di lupo, e alla pioggia successiva vai con allagamenti a manetta.
Siamo a dicembre e quest’anno la neve si è già manifestata in montagna: forse sarà un inverno nevoso anche in pianura, e in quel caso il fogliame ricoperto da neve e ghiaccio diventerà una trappola per pedoni e ciclisti, con l’effetto di camminare sul sapone. Dagli alberi non è ancora caduta l’ultima foglia, economicamente sarebbe conveniente attendere tale evento, ma in funzione di quanto sopra scritto forse sarebbe opportuno iniziare a togliere ‘la più grossa’ per evitare disagi e ossa rotte. Alessandria non è solo centro, ci sono periferie e quartieri alberati quindi un sollecito alla giunta di Palazzo Rosso perchè se ne occupi. Come pro memoria reimposto questo articolo utile alla causa: “Parcheggi e marciapiedi con foglie e cartacce, ho pulito io”: lo sfogo di un alessandrino di via Sacco”.
Voto: 2

3) Caro energia, una speculazione che sta provocando grave crisi sociale, con il peggioramento delle condizioni di vita di ampie fasce di popolazione, e la possibile chiusura di moltissime attività economiche. Proviamo a riflettere sull’indipendenza nazionale energetica, oggi è più che mai attuale: mi riferisco alle fonti rinnovabili di cui l’Italia è ricca. Siamo un paese stagnante, che da un ventennio vive una decrescita galoppante che ha prodotto povertà, ignoranza, insicurezza, disordine in ogni settore. E’ mia opinione che una delle cause principali di questo processo degenerativo sia qualità del nostro ceto politico, che vive alla giornata, e si pone obiettivi di pura sopravvivenza personale. Quasi nessuno è in grado di sviluppare progetti che abbiano un respiro pluriennale, o comunque di portarli avanti.
Da tempo avremmo dovuto utilizzare le fonti rinnovabili, forme di energia che non si esauriscono, non inquinano, rispettando in modo naturale l’ambiente. Il solare e l’eolico ci sono già ma è poca cosa, esistono altre fonti non sfruttate. Pensiamo al mare, e all’energia sprigionata dalle onde: è considerata la più grande fonte di energia rinnovabile inutilizzata del pianeta. E’ stato calcolato che se si riuscisse a sfruttarla si otterrebbero 80 mila miliardi di KWh, cinque volte il fabbisogno annuale di energia elettrica del mondo intero (fonti ENEA). Poi c’è il geotermico, che sfrutta l’energia sprigionata sotto forma di calore della Terra: “Geotermia, frizzante in Europa e dormiente in Italia”. Si pensi che l’Italia ha un potenziale di energia geotermica estraibile e sfruttabile che viene stimata tra i 500 milioni e i 10 miliardi di tonnellate di petrolio equivalente. Vale a dire, tra i 5.800 e i 116mila terawattora di energia, a fronte di un fabbisogno annuo di poco superiore ai 300 terawattora, qui la fonte. Tornando al caro bollette, questa fonte potrebbe essere utilizzata qui in città. Peccato però che il teleriscaldamento funzioni a gas, con i relativi costi che conosciamo: “Con la geotermia si può fare teleriscaldamento”.

Di questi tempi i condomini serviti dal teleriscaldamento, se si fosse optato per la fonte geotermica, non avrebbero avuto costi e conguagli pari a quelli di chi è servito da caldaie con impianti a gas metano. In un discorso in famiglia Ivan, il mio nipotino di undici anni (prima media) mi ha rammentato che l’ex Ospedale San Paolo di Savona, un immenso immobile di grandissimo pregio appena strutturato nel cuore della città, è stato dotato di impianto geotermico. Persino un ragazzino conosce questa opportunità energetica naturale, forse sarebbe tempo di lavorare, convertire gli impianti odierni e alimentarli tramite questa fonte rinnovabile. Utile per approfondire: “L’energia geotermica stenta a decollare, per quali motivi?”
Voto: 2