Massara (Azimut Capital Management): “Inflazione, incertezza, borse al ribasso: è in questi momenti che un consulente finanziario serio sa fare la differenza”

di Ettore Grassano

“Oggi più che mai è necessario non perdere la testa, e affidare la gestione del proprio patrimonio a professionisti qualificati, che lo gestiscano con trasparenza e guardando al medio lungo periodo”. Giuseppe Massara, co-fondatore e consulente finanziario senior degli uffici di Azimut Capital Management ad Alessandria, in città è figura nota e amata su diversi fronti: per il suo impegno nel mondo del volontariato (“per tanti anni ho dedicato il mio tempo libero al trasporto dei disabili, ora ho deciso di impegnarmi per il rilancio dell’Avis di Alessandria”) per le iniziative in ambito Rotary, e anche per il suo amore per i Grigi. Ma oggi lo incontriamo nella sua veste professionale di consulente finanziario che, dagli anni Ottanta ad oggi, ne ha viste tante, e ha sempre cercato di ‘giocare d’anticipo’, e di consigliare i suoi clienti con l’ottica del consolidamento del capitale nel tempo, diffidando delle operazioni spregiudicate, “che possono qualche volta premiare nel breve periodo, ma quel che conta è il trend: e Azimut ha saputo offrire nel tempo una performance media ponderata netta al cliente superiore a quella media dell’industria”.

Proviamo allora a capire che fare, qui e ora, sul fronte finanziario, in un contesto come quello che non solo l’Italia, ma l’intero Occidente si trova a vivere.

Partiamo dal portafoglio degli italiani: inflazione a doppia cifra, Borse di tutto il mondo sotto del 20% da inizio anno: è ancora possibile difendere i propri investimenti, o chi ha da parte un gruzzolo deve davvero metterlo sotto il materasso?
Certamente l’incertezza è enorme, noi lavoriamo a stretto contatto con i gestori che monitorano l’andamento dei mercati in tempo reale, e cerchiamo di amministrare i patrimoni dei nostri clienti con estrema cautela, e concretezza. Non da ora, il Gruppo Azimut ha deciso di orientarsi anche su prodotti finanziari legati all’economia reale, privilegiando una pianificazione di medio lungo periodo rispetto alla speculazione fine a se stessa.

Cioè investite il denaro dei vostri clienti finanziando progetti imprenditoriali innovativi?
Esattamente, per una parte del loro portafoglio, e naturalmente sempre approfondendo le scelte e avvertendo i clienti dei rischi connessi all’investimento, che non è mai pari a zero. Però il trend degli ultimi dieci anni dice chiaramente che il mercato delle start up capaci di fare vera innovazione, così come il venture capital e i private equity possono offrire maggiori margini di guadagno.

Facciamo un esempio concreto di progetti innovativi?
Mi viene in mente la start up NewCleo, fondata lo scorso anno da un team di scienziati italiani a Londra, che sviluppa una tecnologia per l’energia nucleare pulita. Il CEO è Stefano Buono, che nel 2018 ha venduto AAA a Novartis. Appena nata, con la “benedizione” del Nobel Carlo Rubbia, la società ha chiuso un round di 118 milioni di dollari.

Obiezione classica: chissà quanti soldi ci vogliono per investire in operazioni simili….
Non è più così: ovviamente alcuni investimenti e soluzioni sono dedicati esclusivamente ad una clientela di fascia alta, diciamo così, che può anche sopportare maggiori rischi: a certe soluzioni di private equity puoi accedere solo con investimenti dai 100 mila euro in su, ad esempio. Ma ci sono prodotti che permettono di investire nei private market una parte del proprio portafoglio a partire da 10 mila euro, per cominciare.

A chi preferisce tenere i risparmi in posta, o in banca, cosa rispondete?
Quel che constatiamo è che sempre più persone cercano me o i miei colleghi per avere informazioni, perché il denaro parcheggiato a rendita negativa su un conto corrente oggi non è più una soluzione, proprio per l’inflazione galoppante. E il mondo bancario tende sempre più a ridurre gli sportelli e virtualizzare il rapporto. Da noi trovi consulenti in carne ed ossa, che ci sono sempre e ti seguono passo dopo passo.

Quanti siete ad Alessandria?
Siamo circa 15 consulenti finanziari, ognuno segue la propria clientela, e naturalmente abbiamo la condivisione di una serie di servizi in comune. Ma soprattutto siamo una rete competente e coesa di professionisti. Oggi nessuno può pensare di essere realmente competente, in profondità, su tutto. Per cui se un cliente mi chiede una consulenza approfondita sul mercato delle opere d’arte, o su investimenti nel settore immobiliare, dentro il mondo Azimut so indirizzarlo verso il professionista più qualificato.

Oggi i risparmiatori/investitori sono spaventati?
Ci sono diverse tipologie, ovviamente. C’è anche chi in momenti come questi, di estrema turbolenza, ama rischiare, ovviamente non con tutto il patrimonio. Ma certamente il risparmiatore medio, che ha da investire magari 100 mila euro, cerca soluzioni prudenti, in attesa di schiarite sui mercati internazionali. Il consiglio migliore è sempre lo stesso: affidarsi alla consulenza di professionisti qualificati, e poi diversificare e ragionare sul medio lungo, ossia dai 4 ai 10 anni. Azimut ha deciso di puntare con decisione su fondi che sostengono l’economia reale, in tutto il mondo, con particolare riguardo per realtà che sanno fare della conoscenza e dell’innovazione i loro asset strategici. Sia alla nostra clientela privata che alle aziende offriamo il massimo di consulenza personalizzata, ma anche una piattaforma gestionale con cui avere la possibilità di vedere e gestire tutta la loro situazione patrimoniale complessiva, in tempo reale. Finora circa 40.000 clienti del Gruppo hanno investito nei diversi fondi di economia reale attraverso i quali siamo riusciti, primi in Italia, a democratizzare l’asset class dei private markets offrendo nuove opportunità di rendimenti ai clienti in un contesto di tassi a zero, e di inflazione galoppante.

Concediamoci una riflessione finale sui Grigi: passeranno altri 47 anni prima di rivedere la serie B?
Sono ottimista di natura, succederà molto prima. Certamente non mi piace quando una minoranza della curva attacca Di Masi in maniera becera. Ce lo ricordiamo come eravamo messi prima di lui, e che grazie alla sua passione, e ai suoi ingenti investimenti, siamo arrivati in semifinale di Coppa Italia contro il Milan, e in serie B? Certo, errori ne ha commessi anche il Presidente, come tutti quelli che fanno, e rischiano i loro capitali. Ma ha speso soldi suoi appunto, e tanti, per farci sognare. Se ora ha cambiato progetti, si tratta di una legittima scelta personale. Auguriamoci semmai che rimanga fino a che non avrà trovato una soluzione seria, e di qualità, che garantisca al calcio in questa città di rimanere in categorie da professionisti.