Scuola pubblica in Italia tra inefficienza e menefreghismo

di Graziella Zaccone Languzzi

Inizio con una polemica, ma “quanno ce vo ce vo” . Il Presidente Sergio Mattarella a Grugliasco (To) per l’inaugurazione del nuovo anno scolastico ha puntato su accoglienza, inclusione e tante altre belle parole: forse non è a conoscenza del fatto che il nostro Paese ha sempre accolto e incluso, e forse andrebbe aggiornato sulle inefficienze delle scuole italiane.

E’ di questi giorni la notizia che l’Ucraina ha ricevuto dall’Italia un prestito di 200 milioni di euro per pagare gli stipendi degli insegnanti delle scuole secondarie, licei e istituti tecnici. Ottima cosa, per l’Ucraina le risorse le troviamo sempre, che siano per pagare stipendi o armi, per il nostro sistema scolastico pubblico un po’ meno, caro Presidente.

Ho tre nipoti che hanno iniziato l’anno scolastico, uno in prima media ad Alessandria e due alle superiori a Casale Monferrato, e ho riscontrato che mancano libri, trasporti, insegnanti e la mensa. Come sempre pongo la domanda ai preposti della scuola che sono il Ministero, la Regione, la Provincia, il Comune, i distributori dei libri, le Ferrovie dello Stato su rotaia e gomma e le aziende deputate alle mense: “Egregi Signori, non sapevate che stava iniziando l’anno scolastico?

Partiamo dai libri: le lezioni sono iniziate e non tutti riescono a seguire la materia e a fare poi i compiti a casa senza il libro. Libri ordinati a luglio per fare un esempio, e la motivazione del ritardo?

Eccola qui: “Gentile cliente, volevamo aggiornarla sulla situazione dei suoi ordini. Quest’anno la difficoltà nel reperimento di personale che coinvolge tutte le aziende a livello nazionale non ci permette di essere veloci come gli anni passati nella consegna dei libri di testo. La invitiamo a pazientare ancora un po’ in quanto la maggior parte delle copie risultano disponibili nei nostri magazzini. Le confermiamo inoltre che riceverà un messaggio non appena i libri saranno disponibili per il ritiro nel punto vendita dove ha effettuato la prenotazione. La ringraziamo”. Da non crederci, parlano di difficoltà nel reperimento personale: anche qui il Reddito di Cittadinanza ha fatto la sua parte?

Trasporti su Alessandria/Casale Monferrato e viceversa: già nei primissimi giorni di scuola genitori, studenti, docenti hanno segnalato con una lettera a Trenitalia i disservizi dei trasporti, a partire dalla soppressione di un bus che lo scorso anno sostituiva il treno che partiva da Alessandria alle 6.55 e arrivo a Casale Monferrato alle 7.35 e, al rientro, partenza da Casale Monferrato alle 13.15 con arrivo ad Alessandria alle 13.55. Sto parlando del dicembre 2021, e l’Assessore regionale Marco Gabusi dichiarava: “Abbiamo inserito questi due autobus per collegare direttamente Alessandria e Casale negli orari utili agli studenti e ai lavoratori, dal momento che la tratta Alessandria -Valenza attualmente non è percorribile dai treni in quegli orari a causa dei lavori in una galleria presso Valenza. In questo modo evitiamo cambi molto lunghi e disagevoli alla stazione di Valenza, riusciamo a contenere i tempi e a offrire un servizio più confortevole”. Questi due bus circolavano nei giorni di scuola dal lunedì al sabato e partivano e arrivavano presso le stazioni ferroviarie senza effettuare fermate intermedie, utilizzabili con biglietto o abbonamento valido sui servizi Trenitalia. Questo servizio quest’ anno è stato cancellato, ed ora studenti e docenti per andare a Casale Monferrato hanno un unico treno disponibile, quello delle 6,50 in partenza da Alessandria che richiede un cambio a Valenza dopo una quindicina di minuti. Un disagio che potrebbe essere accettato se solo fosse garantito anche il ritorno a casa. Invece gli studenti per il rientro devono prendere un bus con doppi costi per gli abbonamenti. Pare che questi disagi non interessino a nessuno tra chi si occupa del settore trasporti, né Trenitalia, né la Regione, né l’Agenzia della Mobilità Piemontese da cui il nostro territorio dipende. Domanda: tanti “carrozzoni” che “cavolo” fanno? Non si smuovono neanche di fronte ad articoli di giornali che denunciano inerzia, disinteresse nella loro missione amministrativa? Diversamente che pensare?

Insegnanti: la scuola è iniziata ma secondo i sindacati mancano circa 200mila docenti e 15mila amministrativi, e non sono stati neppure nominati circa 500 dirigenti previsti dall’organico. La situazione più complessa riguarda il sostegno: mancano infatti insegnanti in modo costante. È difficile anche trovare docenti di italiano e matematica per le scuole medie e superiori.

Mancano i fondi per pagare il personale? Eppure abbiamo appena prestato 200 milioni di euro per stipendiare gli insegnanti ucraini, io sarei per il principio “prima in Italia”, poi se ne rimane fare i generosi con gli altri. E non mi “frega” se vengo titolata di populista, sovranista, egoista.

La mensa: non parte mai nella settimana di inizio scuola, per quegli scolari che fanno il tempo pieno. Una nonna di Alessandria mi ha detto che nella scuola della nipotina in prima elementare la mensa partirà il 28 settembre. Ho ricevuto altre segnalazioni da genitori che lavorano, e il tempo pieno è un supporto non da poco. Un nonno di Casale Monferrato mi ha inviato in data 14 settembre uno scritto pregandomi di pubblicizzare questa stortura, quindi riporto il testo perché è significativo:
“Chiedo cortesemente la disponibilità della Redazione per soddisfare una curiosità che mi si ripropone tutti gli anni ad ogni inizio scuola….la domanda è molto semplice e mi aspetto che qualche Dirigente scolastico di buona volontà o qualcuno che sa come funziona mi risponda sempre tramite il suo giornale. Come mai ad ogni inizio scuola non corrisponde mai anche l’inizio del servizio mensa??? A tanti, genitori e nonni soprattutto, sarà venuta questa curiosità, io ho provato a darmi alcune risposte (non mi nascondo…alcune sono anche fantasiose!) ma non ho mai trovato una risposta sufficientemente plausibile al 100%. In quasi tutti i plessi scolastici, mi riferisco soprattutto a scuole materne ed elementari, il servizio mensa inizia 15 giorni dopo il primo giorno di scuola e questo si ripete da anni. Una prima ipotesi potrebbe essere il risparmio, già cominciando 15 giorni dopo con la mensa casualmente si arriva a fine settembre e il contratto lo si può far partire da ottobre, grande risparmio! Un’altra ipotesi potrebbe essere quella che il servizio mensa richiede qualche giorno di tempo per “scaldare i motori “, c’è da comporre i menù, acquistare le materie prime, formare il personale, contrattare i trasporti ecc. ecc. Un’ultima ipotesi potrebbe essere quella che dopo 3 mesi di vacanza per alunni, insegnanti e personale scolastica sia necessaria una “partenza soft” con lezioni che terminano alle 12,30 e il pomeriggio tutti a casa, in modo da abituare tutti gradualmente ai ritmi scolastici con orario completo. Tutte queste mie ipotesi si scontrano però con il buon senso e con altre semplici considerazioni:

  • tutti gli anni si conosce con mesi di anticipo la data di inizio dell’anno scolastico
  • i contratti, gli appalti con le varie cooperative e società che erogano il serizio mensa normalmente durano almeno 3 anni se non 5 e non è necessaria una contrattazione ogni inizio anno scolastico.
  • dopo 3 mesi di vacanza in cui i bambini sono stati nei vari centri estivi (per fortuna) poi in vacanza coi nonni, poi in vacanza coi genitori , ora a settembre senza la mensa dove li portiamo nel pomeriggio? Sono migliaia i genitori che lavorano e che non hanno la disponibilità, la vicinanza e l’aiuto dei nonni. A mio parere la scuola dovrebbe e potrebbe garantire il servizio mensa già a partire dal secondo o terzo giorno dall’inizio lezioni ma probabilmente io come migliaia di nonni e di genitori non conosco le vere ragioni per cui ciò non avviene. Per concludere ripeto l’appello ad un Dirigente Scolastico di buona volontà che ci possa rispondere pubblicamente sul giornale e soddisfare finalmente questa nostra curiosità.
    Grazie per lo spazio concesso! Un nonno curios
    o. (Ovviamente la lettera è firmata).

Per tutto quanto esposto non ci sono scusanti, i problemi della scuola interessano personalmente un grande numero di persone: gli studenti, i loro genitori e a quanto pare anche i nonni e gli insegnanti, eppure la politica dimostra una singolare impotenza a risolvere i problemi della scuola, che galleggia in una sorta di crisi perenne da cui non riesce a uscire.
Basterebbe che ognuno facesse il proprio dovere: libri, insegnanti, mensa pronti alla partenza di inizio anno scolastico, trasporti in orari decenti come da paese civile. Forse si chiede troppo ad uno Stato che per la scuola è rimasto fermo e non adeguato ai tempi e alle odierne necessità, nessun miglioramento, nessun progresso, nessun passo avanti, purtroppo a discapito dei nostri giovani, dei loro famigliari e del personale scolastico.