Programmi elettorali: chi li legge? Sul dissesto idrogeologico, ad esempio…Intanto il Quartiere Cristo alza la voce [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) Nuova Giunta comunale ad Alessandria, e i cittadini si mobilitano per elencare le varie problematiche. In questo periodo sono gli abitanti del Cristo, sempre molto vivace nel promuoversi con eventi, a sollecitare il sindaco Abonante e la sua squadra, allo scopo di valorizzare e rilanciare il Quartiere: “Marciapiedi, erbacce, auto troppo veloci: al quartiere Cristo i cittadini sollecitano l’amministrazione”. Michelangelo Serra, assessore comunale ai Lavori Pubblici, sta tenendo banco negli incontri pubblici: al momento altri assessori non pervenuti, ma forse si devono ancora ambientare. Ecco le prime richieste in arrivo dal Cristo: “Buche, laghetto, incrocio corso Marx-via Bonardi: il punto dell’assessore Serra sulle criticità al Cristo”. Nell’articolo l’assessore Serra afferma: “E’ importante avere un rapporto diretto coi cittadini. L’associazionismo andrebbe incentivato in tutti i sobborghi e quartieri, avere un riferimento sul territorio sarebbe fondamentale per l’organizzazione dei lavori. Anzi, invito i cittadini a formarsi in comitati e associazioni territoriali. Occorrerebbe prendere in mano il progetto di regolamento di rappresentanze territoriali per dare loro responsabilità e fondi per consentire così loro di organizzarsi”. Il consiglio di Serra ai cittadini fa tornare in mente i Consigli di Quartiere, basterebbe però che la segreteria dell’assessore fosse dotata di un numero telefonico di accesso per il cittadino dove segnalare un problema, e che qualcuno nell’assessorato prendesse nota. Alessandria ha nove quartieri, quattordici sobborghi e una frazione, difficile fare manutenzioni e dotare di servizi essenziali ogni angolo, specialmente con le casse che languono da oltre vent’anni. Vedremo se Serra riuscirà, nella moltiplicazione dei pani e dei pesci: nel caso specifico fare il miracolo di accontentare tutti con i pochi soldi a disposizione, e soddisfare ogni aspettativa dei residenti nei quartieri, sobborghi, frazioni. Naturalmente senza rifilarci strada facendo qualche gabella aggiuntiva: troppo comodo, così sarebbero capaci tutti.
Voto: 6

2) Scuola obbligatoria fino a 18 anni? E i costi chi li paga? Ma andiamo per ordine. A giorni parte il nuovo anno scolastico, e puntualmente ecco i vecchi problemi: mancano gli insegnanti, compresi quelli di sostegno e i supplenti, e poi precari abbandonati, classi pollaio, scarsa manutenzione ad aule ed edifici durante il periodo estivo, trasporti e mense carenti. Insomma sono tanti i problemi irrisolti nelle nostre scuole, altro che Agenda Draghi: alla scuola italiana serve l’Agenda di Bertoldo, il capace e furbo contadino.
La scuola pubblica appare sempre più abbandonata a se stessa, e chi vorrebbe estendere l’obbligo scolastico fino ai 18 anni dovrebbe porsi anche seriamente il problema dei costi: per la collettività, e per le singole famiglie.
L’articolo 34 della Costituzione recita: “L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita” . Per gratuita si dovrebbe intendere perlomeno anche i libri, e oggi già non è così, con quelle regole anacronistiche legate all’Isee: strumento che di fatto tutela solo i nullatenenti, e i falsari.
L’Italia è un paese strano, con uno schiocco di dita ci sono tanti soldi per fornire armi e sovvenzionare una guerra (non nostra), e poi si fatica a trovare fondi per le nostre scuole, e per rendere veramente gratuito almeno il ciclo degli otto anni obbligatori per tutti dettato dalla Costituzione.
Intanto nei prossimi mesi sarà dura per tutti affrontare costi in crescita esponenziale: “Rincaro libri, matite e astucci, Codacons: In Piemonte rischio spesa di 1300 euro. 8 consigli per risparmiare”. Obbligo di frequenza scolastica fino a 18 anni? Va benissimo, ma che sia davvero gratuita per tutti.
Voto: 2

3) Elezioni e par condicio. Normative vecchie, superate, inadeguate. Non solo perchè i social (non soggetti alle regole dei media) rendono davvero antistorici certi meccanismi, ma anche perchè non basta cronometrare il tempo dedicato a questo o quel partito: se di uno parlo sempre bene, e l’altro lo metto sempre in difficoltà, ognuno per 30 minuti, va da sè che ci stanno prendendo in giro.
Peraltro, poichè conosciamo benissimo il posizionamento politico di ogni tv, radio, quotidano cartaceo o sito web, eliminare completamente la par condicio potrebbe solo farci bene: almeno in termini di trasparenza, e per evitare ipocrisie.
Ad ogni elezione politica nazionale, in ogni caso mi vado a leggere i programmi elettorali di partiti e schieramenti, per verificare se ci sono almeno cinque righe dedicate alla gestione del dissesto idrogeologico e l’ho fatto anche a questo giro. Non citerò candidati, partiti o coalizioni, ma avrei qualcosa da ridire dopo aver letto i programmi dei quattro poli principali. Ho notato che per un polo la difesa del suolo è roba marziana e di non interesse, per due poli giusto giusto una riga, un quarto polo al tema righe ne dedica ben otto, roba da non credere. Se non fosse che si legge: “nell’approvare un piano per la gestione del dissesto idrogeologico e aumentare gli investimenti, bisogna rendere obbligatoria l’assicurazione per la casa contro i danni da calamità naturali, oggi solo il 2% degli italiani ne sono coperti”. Ancora??? Irricevibile! Ci hanno già provato i governi nel 2003 e nel 2004, e tale idea è stata bocciata per ben due volte, oggi arrivano questi “fresconi” a riproporla? Tra l’altro questa obbligatorietà interesserebbe tutti i cittadini, anche quelli che risiedono in territori dove non vi è questo tipo di rischio, e tale assicurazione avrebbe costi elevati con clausole a cui conviene prestare molte attenzioni, che vanno dalle franchigie al non superare il massimale. Qui l’elenco dei paletti: “Le “trappole” nelle polizze sugli eventi atmosferici e catastrofali”. Se questo polo andasse a governare minimo-minimo prepariamoci all’ennesimo obbligo di esborso sul nostro groppone. Lo Stato definisce calamità naturale una alluvione, ma tale calamità quasi mai è naturale, ma causata e colposa, perché lo Stato non fa opere di prevenzione e manutenzione, tampona solo i danni di un evento alluvionale spendendo molti soldi e da troppo tempo non risarcisce più danni a privati e imprese. Troppo comodo obbligarci a spendere denaro per autorisarcirci! Questo è solo un tema dei tanti, che mi sta a cuore: sarebbe utile che gli elettori prendessero visione dei programmi elettorali prima di recarsi alle urne.
Voto: 2