di Graziella Zaccone Languzzi
1) Dopo una breve pausa estiva da dove parto? Dalle nuove tasse comunali. Sono molte le cose accadute in città in questa rovente estate, e una di queste mi obbliga a dire la mia, con questa notizia: “Meno lavoro, più tasse: ecco la formula vincente del ‘campo largo’ a Palazzo Rosso [Controvento]”.
Il primo atto amministrativo della maggioranza di centro sinistra e grillina appena insediata a Palazzo Rosso è stato metterci le mani in tasca con una manovra strutturale di bilancio che prevede l’aumento dell’addizionale Irpef comunale. L’assessora (andiamo avanti così, facciamoci del male anche con questa ridicola terminologia) comunale al bilancio l’ha presentata in consiglio a fine luglio con le motivazioni: “E’ fondamentale tale manovra strutturale di bilancio che possa permettere di mettere in sicurezza i conti dell’Ente ed avviare una radicale riforma della gestione e dell’organizzazione della macchina comunale finalizzata al rilancio dell’economia locale e al miglioramento dei servizi pubblici erogati. Un’operazione di riorganizzazione di iniezioni esterne di liquidità aggiuntiva con incremento di costi al presente allo scopo di aumentare l’efficienza futura in termini di produttività, sostenibilità, attrazione di capitali e conseguente sviluppo del territorio”. Secondo l’assessora non ci possono essere investimenti senza costi iniziali e le dichiarazioni si leggono qui: “Assessora Perrone: Aumento Irpef ma Tari ridotta, per gran parte delle famiglie bilanci quasi neutri”. Ovviamente l’opposizione comunale ha sollevato critiche e non a torto, critiche anche su Facebook se escludiamo qualcuno di “parte” che ha fatto notare che si tratta di cifre irrisorie. Vero! Sono cifre sostenibili per chi ha un reddito decoroso. Attenzione, ho scritto decoroso non ricco, faccio notare però al Sindaco Abonante, all’assessora, alla novella giunta e ai consiglieri di maggioranza che non è certo il momento di fare cassa, dopo che gli alessandrini grazie alla dichiarazione di dissesto della tragica giunta Rossa (di cui l’attuale ripropone ossatura e metodi) pagano sui loro redditi un’addizionale Irpef comunale che è ai massimi previsti dalla legge ordinaria: ossia 0,8% sul reddito lordo come conseguenza inevitabile del dissesto di 10 anni fa, e del conseguente piano di rientro ventennale da circa 4 milioni di euro l’anno.
Poi c’è la Tari. E’ vero, la quota comunale è stata ridotta: peccato con in parallelo ci sia stato un aumento imposto dall’autority delle multiuutility, l’Arera, che in alcuni casi arriva al 30%. Motivazione? Le persone serie e solvibili devono coprire le crescenti insolvenze di privati e aziende, ma anche i fallimenti ‘a catena’ in arrivo in autunno per tante società medio piccole del settore gas e elettricità: per fortuna il Gruppo AMAG ha ceduto in tempo, grazie alla lungimiranza del centro destra, le quote di maggioranza di Alegas.
Ma sulla Tari alessandrina c’è un’altra chicca: ai primi di agosto arriva a tutti noi la cifra richiesta per il 2022. Opzione di pagamento a rate, o tutto subito. Anche qui, le persone solvibili hanno pagato immediatamente (anche perchè il bollettino arrivato al 4 o 5 agosto portava data di scadenza 31 luglio: vecchia tecnica ansiogena), salvo poi scoprire giorni dopo che esistevano esenzioni: in particolare per gli ultraottantenni, categoria non trascurabile nella nostra città. E chi ha già pagato? Nessun problema, è già un anticipo per il 2023. Eh già, anche perchè farsi prestare i soldi dalle banche costa interessi onerosi, farseli prestare grazie e forzosamente dai cittadini è molto meglio, no? Insomma, facciamoci forza, e facciamo ‘cassa’ per il nostro amato Comune! Ma per la sinistra è facile fare cassa sulla pelle degli alessandrini che lavorano, e producono reddito. Questo è ciò che denuncia l’opposizione comunale, ed io aggiungo due anni di Covid e le conseguenze economiche sui redditi, perdita di lavoro, chiusure di attività e alti costi per tutti i beni essenziali, caro bollette energetiche e carburanti. Ci mancava che questi appena arrivati aggiungessero gabelle alle gabelle. Questo è solo l’amaro “aperitivo” di questa maggioranza e Giunta Abonante, temo assai le “portate” che ci saranno servite nel corso di questa consiliatura. Povera Alessandria e poveri noi.
Voto: 2
2) Un argomento ritenuto di grande rilievo dagli organi di informazione, che ha tenuto banco in città ai primi di agosto, è stato lo sgombero della Casa delle Donne, dopo quattro anni di occupazione abusiva: “Sgomberata la “Casa delle donne”: ma a ottobre diventerà proprietà del Comune”. I fatti: l’ex asilo Monserrato è un immobile su due piani, di 1.500 metri quadri, con un cortile interno che si affaccia sull’omonima piazzetta, un tempo gestito dalle suore che lo hanno lasciato nel 2017. Questo Ibab è (o era) presieduto dal Dott. Mario Ivaldi, che le responsabili del collettivo nel giugno 2018 incontrarono per chiedere la concessione di quello spazio, dichiarando che nel Dott. Ivaldi avevano trovato un interlocutore attento e disponibile a valutare tale concessione: essendo però una decisione che non avrebbe potuto prendere da solo ne avrebbe parlato con i componenti del direttivo Ipab. Si legge in questo articolo del 2018. Domanda: nel momento stesso in cui le responsabili del collettivo ponevano richiesta di utilizzo dell’immobile, da quel che si legge ne avevano già preso possesso (l’articolo con le foto lo denuncia), e il presidente Ivaldi e direttivo Ipab non sono intervenuti. Perché? Si tratta di legalità, parola con un importante significato che indica rispetto della legge che vale per tutti, dagli organi di Stato al singolo cittadino. Nel 2018, quando la struttura è stata occupata alla luce del sole, a nessuno dei responsabili di quella struttura è venuto in mente di bloccarne l’occupazione? Lo hanno fatto per una questione politica? Oppure ideologica? Chiaro è che quella occupazione è stata “tollerata” anche per omertà e indifferenza da parte di molti, illudendo chi ne ha preso possesso senza titolo di averla acquisita legalmente. Tale comportamento ha fornito l’idea che chiunque si può prendere ciò che gli pare, tanto nessuno se ne occupa. Ovviamente la nuova Giunta Abonante è dalla parte di questo collettivo, e ha promesso che ad ottobre, quando la struttura sarà assegnata al Comune (tempistica peraltro tutta da definire), costoro rientreranno ufficialmente. Lo si legge qui: “Sgombero Casa delle donne: la proposta del Comune a “Non una di meno”. Pare che le cose non stiano proprio così, l’Ipab è stata messa in liquidazione, e con una Delibera della Giunta regionale a fine luglio 2020 fu nominato il Commissario straordinario per provvedere allo sgombero nella persona dell’Avv. Barbara Rizzo, che in una intervista a Il Piccolo ha dichiarato che sull’ex asilo Monserrato ora è necessario seguire le norme: “Commissario Rizzo su Casa delle donne: “Vicenda risolta al meglio ma tempistiche promesse dal Comune utopistiche”. Eggià, esiste “il principio di legalità amministrativa, in diritto stabilisce che la pubblica amministrazione trova nella legge i fini della propria azione e i poteri giuridici che può esercitare. Esso stabilisce, inoltre, che la pubblica amministrazione non può esercitare alcun potere al di fuori di quelli che la legge le attribuisce”. Ho l’impressione che questa vicenda non si concluderà qui.
Voto: 2
3) In queste settimane le famiglie stanno ricevendo il conguaglio della fatturazione sul riscaldamento 2021/2022. Cifre da capogiro, aumenti già preventivati ben prima della guerra russo/ucraina che in questo caso ‘entra come i “cavoli a merenda”, diventa pretesto. Una speculazione delle multinazionali consentita dai governi degli stati UE compreso il governo Draghi. Il prossimo invermo ci imporranno di indossare due maglioni, guanti e berretti di lana nelle nostre case, ma vado all’argomento. Ai primi di febbraio 2022 ho ricevuto dal gestore del calore del mio condominio una lettera che aggiornava l’andamento del prezzo del gas naturale, nel testo si leggeva che a determinare l’aumento sarebbe stato l’incremento della spesa per la materia gas naturale che nel 2021 è stato pari al 57% e che da gennaio 2022 ha subìto un ulteriore aumento del 41,8%, fatta l’addizione il risultato è stato del 98,8% e a conti fatti con il conguaglio sto pagando due volte il riscaldamento dell’ultima stagione. I profitti delle multinazionali del petrolio e dell’energia sono stati resi noti nei giorni scorsi, provocando indignazione visti i sacrifici che i consumatori già sperimentano, e a cui dovranno far fronte nei prossimi mesi invernali. A fare un esempio i profitti della “nostra” ENI sono cresciuti del 600%: “Ecco chi specula sui prezzi di gas e benzina”. E non è ancora finita, aspettiamoci un ulteriore 100% in più che potrebbe arrivarci tra capo e collo nelle bollette di gas e luce da ottobre 2022 in poi, e dal 2018, grazie ad una delibera introdotta dall’Arera (passata in sordina) noi utenti paghiamo in bolletta anche le somme non coperte dai “morosi” di tutta Italia, ovvero da famiglie insolventi, imprese fallite e dalle circa 600 società che commercializzavano energia sul mercato libero finite in default per l’aumento stratosferico dei costi del gas per produrre energia, che ha toccato punte dell’800%. tra i “morosi” e le accise ci paghiamo pure l’IVA, puro strozzinaggio. E’ corretto lasciare l’Arera a decidere sulle nostre teste? A questo punto mi chiedo: parlamentari e senatori seduti stancamente su quegli scranni che hanno fatto per evitare tutto questo? Nel frattempo Draghi ci racconta che “va tutto ben madama la marchesa”, in questo articolo del 5 agosto si leggono provvedimenti con enormi aiuti, ma sono solo parole vuote di cui neanche una virgola è credibile, solo un libro dei sogni, leggetelo: “Dl Aiuti, Draghi mette in campo “provvedimento di proporzioni straordinarie”.
Il 25 settembre si vota: vediamo di ricordare tutto ciò che è avvenuto in questi cinque anni, tre governi inutili, zero riforme, aumenti su ogni cosa, pensioni e stipendi quindi redditi insufficientI, e noi italiani a mantenere e subire ogni loro scelleratezza politica.
Voto: 2