Borgoglio: “Bravo Sindaco Abonante, ma il difficile comincia ora”. Sul centro destra: “Troppi errori, elettorato moderato frenato da egemonia Fdi”. E su AMAG….

Sindaco Rossa a ruota libera: bilancio di fine mandato e 'trailer' del programma elettorale CorriereAldi Ettore Grassano

 

“Solo sei mesi fa in pochissimi avrebbero scommesso su un centro sinistra vincente ad Alessandria. Poi sono successe due cose fondamentali: da un lato il centro destra ha perso dei pezzi per strada, dall’altro è apparso agli occhi degli alessandrini sempre più a trazione Fratelli d’Italia: e da noi la Fiamma ad un certo elettorato moderato certamente non piace. Anche se, lo so bene, in lista con loro c’erano anche ex socialisti”.

Felice Borgoglio, già sindaco di Alessandria dal 1972 al 1979, e poi a lungo parlamentare della Repubblica, più volte nel’ultimo decennio ci ha aiutati a capire le dinamiche della politica, non solo alessandrina. Cinque anni fa fu anche anima e promotore di un tentativo di innovazione e ‘scardinamento’ del panorama politico locale: il Quarto Polo fece discutere a lungo in città, anche se poi per tante ragioni andò a spegnersi. Stavolta invece Borgoglio, con la sua Alessandria Civica, ha avuto un ruolo significativo nell’affermazione di Abonante, e la lista da lui ispirata sarà certamente presente in giunta (oggi sapremo con chi: assessorato a Gianni Ivaldi?) e magari nella governance della multiutility.

Ma a noi qui interessa soprattutto il Borgoglio analista politico: sempre appassionato e tagliente, e talora anche poco ‘allineato’ rispetto alle posizioni del centro sinistra locale in passato (teleriscaldamento e smart city, per fare due esempi concreti: ma non gli unici), quali sono per l’ex sindaco, socialista per sempre, le priorità su cui dovrà lavorare il nuovo sindaco Abonante? E il ‘campo largo’, vincente ad Alessandria sia pur in un contesto di dilagante astensionismo, può essere la formula su cui puntare anche alle elezioni politiche del 2023?

On. Borgoglio, cosa ha detto a Giorgio Abonante nei giorni scorsi, dopo la vittoria?
Mi sono congratulato, perché Giorgio ha vinto una sfida in cui, in partenza, non era certo dato favorito. Lo ha fatto grazie ad un bel gioco di squadra, certamente. Ma ci ha messo anche molto di suo, grazie ad una campagna elettorale tranquilla, concreta, non ideologica ma pragmatica e priva di polemiche. Ha trovato la giusta chiave di lettura, soprattutto al ballottaggio.

Però a votare ad Alessandria è andato il 46% degli aventi diritto al primo turno, addirittura il 37% al ballottaggio: dovremo sempre più rassegnarci ad elezioni ‘all’americana’, che interessano la minoranza dei cittadini?
(riflette, ndr) Spero di no, ma dipende da tutti noi. La percentuale del ballottaggio è molto simile a quella di altre città, per cui non credo che si possa parlare di una ‘fuga dalle urne’ solo alessandrina. Esiste in questa fase storica del Paese, in molte persone, una sorta di apatia, di rassegnazione, che è figlia della percezione di ‘non contare’. Se comunque è già tutto deciso, o se comunque decidono altri, e altrove, a cosa serve che io vada a votare? Per questo è importante tornare ad un coinvolgimento reale dei cittadini nella vita pubblica, e nei processi decisionali cittadini. Personalmente sono sempre stato contrario alla deriva personalistica della politica, e credo che l’elezione diretta del ‘sindaco podestà’ abbia contribuito, dagli anni Novanta ad oggi, a fare decrescere in maniera costante la partecipazione al voto.

Da dove partirebbe, se fosse il nuovo sindaco di Alessandria?
Da due punti: una fotografia vera, corretta e se serve impietosa dei conti, e la riorganizzazione e digitalizzazione della macchina comunale. Sul bilancio, cerco di spiegarmi meglio: non si discute la correttezza del piano di rientro avviato dall’amministrazione Cuttica, e neanche va ignorato l’importante contributo portato negli anni scorsi dall’on. Molinari con il decreto salva Alessandria. Ma vogliamo una buona volta stabilire qual è l’introito effettivo della Tari, senza limitarci a trascrivere nei bilanci, dato dopo anno, cifre che sappiamo bene essere solo potenziali, e non reali? O facciamo così, o il bilancio rimane un esercizio teorico, torna solo sulla carta. Credo che, su questo fronte, aver individuato un assessore al Bilancio di qualità come Antonella Perrone si rivelerà un’ottima scelta. Sul secondo punto, il personale e la sua valorizzazione: Palazzo Rosso ha risorse umane di prim’ordine, anche se certamente l’organico è andato in questi anni via via riducendosi per uscite di gran lunga superiori ai nuovi ingressi. Sono certo però che Giorgio Abonante saprà riorganizzare al meglio la macchina, a partire dai nuovi dirigenti da ingaggiare a breve, e riuscirà a motivare adeguatamente chi lavora in Comune e nelle partecipate: sono loro il ‘cuore pulsante’ della città, da loro dipende l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici. Facciamo in modo che ne siano consapevoli, e orgogliosi.

In campagna elettorale il candidato di centro sinistra si è detto contrario a diversi progetti avviati dall’amministrazione Cuttica: quanto meno in disaccordo su modalità e tempistica. In particolare ha ‘frenato’ sul progetto Smart City, avviato in verità circa tre anni fa, e poi rallentato dal covid e da diversi altri step tecnici. Lei cosa ne pensa? E che direbbe se qualcuno, per far quadrare i conti, fosse tentato di vendere le quote di maggioranza del Gruppo AMAG?
Sono assolutamente convinto che in questi anni i vertici AMAG abbiano ben lavorato, e in particolare il Presidente Arrobbio. Ovviamente i progetti possono sempre essere ottimizzati, ma sia la Smart City, che la scelta di orientarsi in maniera decisa verso un’economia ‘circolare’ e green, con produzione di energia da fonti alternative, sono percorsi da non abbandonare, anzi da migliorare. Così come rimango convinto che non solo il Gruppo AMAG non va venduto, ma deve sempre più essere traino e punta di diamante dell’economia non solo cittadina, ma di un territorio decisamente più ampio. Altro discorso, assai complesso, è quello della vendita di Alegas, che va inquadrata anche in rapporto al progetto Teleriscaldamento: mi consenta di non bruciare la riflessione in poche righe. Se vorrà ci ritorneremo.

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Altri temi essenziali su cui lavorare?
Città universitaria, logistica, chiusura del centro, ricostruzione dei rapporti con i sobborghi (a partire dai trasporti), politica sanitaria (nuovo ospedale, ma non solo). Tutti percorsi da sviluppare coinvolgendo i cittadini, facendoli tornare protagonisti di scelte e decisioni collettive.

Ha fatto cenno alla squadra di Governo della città, che conosceremo a giorni, forse tra poche ore: in rappresentanza di Alessandria Civica entrerà Gianni Ivaldi, come assessore magari ai Servizi Sociali, o ci saranno sorprese?
(sorride, ndr) Non lo so, anche se non amo il modello elettorale attuale ne rispetto le caratteristiche, e credo tocchi al sindaco scegliersi la squadra: e anche, attenzione, saperla cambiare in corsa, in base ai risultati. Certamente Gianni Ivaldi è amministratore capace, sarebbe un’ottima scelta.

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Pochi ne parlano, ma se si guarda ai risultati del Partito Democratico, e alle preferenze ottenute dai singoli candidati, emerge chiaramente che ci sono vincitori ma anche sconfitti. Lei pensa che ci saranno cambiamenti a breve?
(riflette, ndr) Al posto del segretario cittadino Antinucci non mi sarei candidato, ma non è mai elegante fare valutazioni a casa d’altri. Certamente Abonante, nei prossimi mesi, ha la grande opportunità di avere forte voce in capitolo anche su questo fronte, e di operare grandi cambiamenti, e svecchiamenti. Un po’ come feci io nel 1972 con il Psi, tutto sommato: anche se all’epoca i partiti erano davvero organizzazioni di massa, e oggi hanno solo qualche centinaio di iscritti.

Campo largo di Alessandria modello nazionale? Certamente sulle nostre elezioni comunali si è concentrata un’attenzione molto forte….
La politica è da sempre capacità di cambiare la situazione in essere, e personalmente ribadisco che il bipolarismo si è mostrato assolutamente inadeguato a risolvere i problemi del Paese. Sono da sempre favorevole ad un sistema elettorale proporzionale, che è l’unica strada attraverso la quale non solo tornare a dare voce alle diverse posizioni presenti nel panorama politico, ma anche per uscire da una logica esclusivamente leaderistica, e tornare ad una politica svolta da soggetti collettivi, i partiti, portatori di idee e visioni frutto di elaborazioni. La stagione dei leader carismatici che durano una sola stagione, perché assolutamente inconsistenti e inadeguati, credo abbia stancato tutti. Intendiamoci, anche Craxi o Berlinguer erano leader carismatici: ma dietro di loro esistevano organizzazioni complesse, portatrici di proposte, elaborazioni, valori. Lì occorre tornare, o la politica non ha senso: e non ci si può lamentare se poi le persone non vanno a votare.

On. Borgoglio, il grande banchiere socialista Nerio Nesi, figura di peso per lunghi decenni, e anche Ministro, si è appena iscritto al Partito Democratico, a 97 anni. Non è che ci sta pensando anche lei?
(si fa una risata divertita, ndr) Ma io sono molto più giovane di Nesi, ho davanti ancora parecchi anni per pensarci…..