La buona sanità che salva la vita

di Graziella Zaccone Languzzi

 

Sovente i media ci raccontano di malasanità, ma in grande maggioranza non è così, e chi ha potuto constatarlo dovrebbe trovare l’occasione per raccontare grandi e anche piccoli episodi di buona sanità, quella che ogni giorno assicura a tutti noi la garanzia di cure adeguate, assistenza competente, interventi anche altamente specialistici offerti senza squilli di tromba o comunicati stampa dal Servizio Sanitario Nazionale.

Io che ho la possibilità di poterlo raccontare, lo faccio per far comprendere di aver fiducia nei nostri medici e nel nostro Ospedale alessandrino Santi Antonio e Biagio, nonostante la struttura sia vecchia, nonostante nel passato sia stato trattato dalla politica regionale pari ad una Cenerentola e nonostante i vari burocrati sanitari succedutosi che lo hanno amministrato.

Sono anni che scrivo e denuncio che vengono erogate sempre meno risorse per finanziare il Sistema Sanitario, è giusto essere attenti ai saldi di bilancio, ma non solo guardando ai numeri bensì anche a quello che c’è dietro, soprattutto se i tagli significano meno medici, meno infermieri quindi meno cure e servizi ai cittadini.

La politica romana governativa in primis Ministero dell’Economia e Ragioneria dello Stato che hanno il compito di finanziare la Sanità compresa quella regionale, da tempo la considerano solo una voce di costo, facile da tagliare quando vi è bisogno di austerity. Wuesto è inaccettabile e non da paese civile, ma andiamo alla mia esperienza.

 

 

La mia esperienza comincia il 26 aprile, e da quel momento ho capito che la buona sanità sono quei medici che in moltissimi casi e senza perdere tempo riescono a battere il male e cambiare il destino di una persona, o perlomeno fanno di tutto per riuscirci.

Per questo ho deciso di stilare una cronistoria della mia esperienza personale, per evidenziare una componente importante che è la tempistica in cui si è svolta, elencando un percorso e i medici che ne hanno fatto parte, professionisti eccellenti che meritano di essere citati partendo dalla medicina di base, grazie al mio ottimo medico di famiglia, il Dott. Altin Jaupi: la sua immediata intuizione di pericolo mi ha condotto al Reparto di Struttura Complessa di Gastroenterologia, guidata dal Dott. Carlo Gemme, che scoperta la causa del mio problema mi ha dirottata con priorità e urgenza al C.A.S. (Padiglione Fiandesio): era il 18 maggio.

Il giorno dopo, 19 maggio, ero al C.A.S. (Centro Accoglienza Servizi)
E’ una globale presa in carico per i pazienti con sospetto/prima diagnosi di patologia oncologica. Un importante punto di riferimento con professionisti in grado di gestire l’iter diagnostico terapeutico di un paziente, provvedendo a prenotare direttamente gli esami sia ematologici che strumentali e a contattare il paziente per comunicarne la data di esecuzione.

Il 23 maggio la prima visita con il Chirurgo Dott. Igor Monsellato, e sempre il 23 maggio, convocata nel reparto di Chirurgia Generale per un prelievo del sangue allo scopo di velocizzare l’iter, ho conosciuto il Sig. Giovanni Vicidomini, una figura di cui non conoscevo l’esistenza, un tramite tra il paziente e il reparto di Chirurgia Generale. Una figura che ho ritenuto essenziale, ho apprezzato la sua disponibilità e gentilezza nel rispondere ad ogni necessità richiesta. Giovanni Vicidomini l’ho considerato una “coccola” offerta dal sistema sanitario del nostro Ospedale.

Il 26 maggio sono stata convocata nel reparto di Radiologia per eseguire l’esame della TAC con contrasto.
L’8 giugno Pre Ricovero e nella stessa mattinata l’incontro nel reparto di Dietetica e Nutrizione Clinica con la Dott.ssa Barbara Cameletti, che mi ha stilato un programma alimentare idoneo per affrontare l’intervento. La gentilissima Dott. Capelletti dopo l’intervento, il giorno prima delle dimissioni, mi ha consegnato il nuovo programma alimentare a casa. Anche questo servizio offerto è importante per chi subisce un intervento del mio tipo, conoscere tornando a casa quali sono i cibi si e quelli no per una corretta ripresa.

Il 13 giugno mattina presso il reparto del Pre Ricovero il tampone Covid e nel pomeriggio il ricovero nel reparto di Chirurgia Generale.

Il 14 giugno mattina intervento in robotica. Sono stata operata dal Dott. Igor Monsellato, un giovane Chirurgo molto bravo che è stato sempre presente durante la mia degenza. Il reparto di Chirurgia Generale è diretto dal Dott. Fabio Priora, nei giorni di mia permanenza ho constatato l’efficienza del personale, anche nel rispondere prontamente giorno e notte allo scampanellio dei pazienti che chiedevano assistenza. È sicuramente uno reparto che funziona con una buona armonia tra la dirigenza medica e il personale. Per fare un esempio un’inserviente delle pulizie alle camere mi ha detto: “sono venti anni che lavoro qui, mi trovo bene, è come una famiglia”… a questo punto non ci sono parole da aggiungere.

Il 18 giugno venivo dimessa.

Questa cronistoria, oltre a sottolineare che esiste una buona sanità, e che ad Alessandria abbiamo un Ospedale di ottimo livello grazie ai suoi medici e personale sanitario, ha lo scopo di comunicare la velocità in cui i sanitari mi hanno preso in carico per curarmi onde evitarmi problemi peggiori. Il tutto è partito il 18 maggio e si è concluso il 18 giugno.
Soli 30 giorni per scoprire il male che mi affliggeva e per eliminarne la causa. Quella “cosa” (non voglio pronunciarne il nome reale) estirpata non aggiungerà danno al danno già fatto, grazie alla tempistica e all’opera di buoni medici che ringrazio pubblicamente.