Basile, Borgoglio e Calvo i sindaci alessandrini più produttivi: tutti con più mandati. Intanto in Ospedale….[Le pagelle di Gzl]

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Conti ‘ballerini’ in corsia. E ad Alessandria c’è chi si insospettisce…[Centosessantacaratteri] CorriereAldi Graziella Zaccone Languzzi

1) All’informazione locale online un bel 10. Un punto di riferimento importante per i cittadini perché vicina e a portata di mano, una forma di informazione viva ed immediata, un elemento prezioso allo scopo di garantire legami della comunità in cui opera. Il giornalismo locale lo ritengo ancora genuino, non contaminato dai grandi interessi economici e dai poteri forti. Oltre alle notizie di cronaca e politiche, sa raccogliere e raccontare le tante vicende che denunciano i singoli cittadini che esasperati si rivolgono a questa “ultima spiaggia” allo scopo di far arrivare le doglianze ai responsabili pubblici, su questo o quel settore essenziale di vita. A volte il loro intervento fa sì che si avveri un miracolo ed è quello che è successo giovedì 12 maggio con questa notizia: “Degrado e sporcizia al reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Alessandria: Operatori splendidi la struttura no”.
Si legge: “È una denuncia in piena regola quella avanzata da alcuni degenti del reparto di Chirurgia Generale all’ottavo piano dell’Ospedale di Alessandria. Wc incrostati, porte rotte, mobili danneggiati e in parte inservibili. Ma anche pasti ritenuti indecenti e difficili da consumare come penne in bianco completamente annacquate. A testimonianza di tutto questo diverse sono le foto scattate dagli stessi pazienti e che testimoniano una situazione di degrado della struttura”. Ed ecco il “miracolo”, il giorno dopo, venerdì 13 maggio si leggeva questa notizia: “Risolti i problemi in chirurgia generale all’ospedale di Alessandria: bagni rinnovati”.
Si legge che dopo la denuncia corredata di foto dei pazienti i sanitari sono stati cambiati restituendo una situazione dignitosa al bagno, la porta verrà aggiustata e anche i pasti sono stati serviti commestibili. L’intervento ha permesso di regalare un sorriso ai pazienti del reparto, sempre accuditi, come era stato rimarcato fin dall’inizio, con professionalità e gentilezza da medici e infermieri. Come si legge nell’articolo, grazie alla segnalazione dei cittadini e pazienti ricoverati, la vicenda si è conclusa bene con un miglioramento che andrà a beneficio di tutti. Domanda: in un ospedale e in un reparto c’è il personale medico ed infermieristico che ha il compito di occuparsi della salute e curare gli ammalati, ma non esiste qualcuno con il compito di controllare periodicamente reparto per reparto se le strutture sono in ordine, se vengono pulite ed igienizzate correttamente? Basterebbe una persona con un notes e una matita, e un lavoro metodico: non serve mica un genio, o chissà quali risorse. In quanto alle cucine, non sarebbe male una visita periodica del Direttore Generale per verificare di persona se chi ne ha la responsabilità fa in modo che tutto funzioni come dovrebbe. Per la buona risoluzione di questo fatto, grazie all’informazione locale che ha portato alla luce tale denuncia di cittadini e pazienti.
Voto: 10

2) Mancano 21 giorni al 12 giugno, data in cui gli alessandrini saranno chiamati alle urne per le elezioni amministrative, Si moltiplicano gli incontri in vari punti della città, dove i cinque (non più quattro) candidati espongono i loro progetti per Alessandria. Da cittadina sono per la continuità, cinque anni son pochi e vorrei vedere realizzare ciò che è in progetto, perché questa amministrazione nonostante le fatiche di Ercole per raddrizzare i conti, “qualcosa in pentola” è riuscita a mettercela, eccome.
Quel qualcosa vorrei vederlo concretizzato, evitando che i diversi progetti in corso d’opera siano interrotti a metà strada.
La curiosità mi ha portato a verificare la ‘longevità’ dei Sindaci di Alessandria dal dopoguerra ad oggi. Sono quattordici in tutto (più un Commissario Prefettizio), il più longevo fu Nicola Basile, Sindaco dal 1947 al 1964. Fu il sindaco della ricostruzione del dopoguerra. Diciotto anni di continuità amministrativa per fare rifiorire la città, infatti i quegli anni vennero ripristinati i servizi essenziali e furono realizzate numerose opere pubbliche: chissà se il suo mandato fosse cessato dopo soli 5 anni…. Dopo di lui troviamo Felice Borgoglio, Sindaco dal 1972 al 1979, sette anni. Durante il suo mandato varò il piano per la municipalizzazione dei servizi pubblici prioritari e non solo, l’elenco è lungo e in soli sette anni fu un Sindaco “produttivo”, il suo percorso di Sindaco si fermò per candidarsi alle politiche del 1979: e forse se avesse proseguito avrebbe portato alla città ulteriori benefici.
Dopo Felice Borgoglio ci furono Sindaci “balneari” con durate brevissime: a fare un esempio, i due Sindaci prima di Francesca Calvo durarono circa sei mesi ciascuno. Nel 1993 la città ‘subì’ un Commissario Prefettizio per beghe politiche nelle sinistre del tempo, ed ecco l’arrivo di Francesca Calvo, Sindaco dal novembre 1993 al 2002. Nove anni pieni e nel suo primo anno di mandato dovette gestire la ricostruzione di gran parte del centro cittadino e di tutta la parte nord della città con sobborghi e frazioni dopo la disastrosa alluvione che colpì la città nel novembre 1994. A questo proposito, quando si parla dell’impegno nella ricostruzione di Francesca Calvo c’è chi ribatte: “Con tutti i soldi che Roma ha inviato!”. Vero, da Roma di soldi ne arrivarono, ma furono anche spesi bene, realmente per ripristinare i danni, aiutare le famiglie e le piccole attività. Francesca Calvo fu donna e politico di coraggio e determinazione, in quegli anni ho avuto modo di osservare la sua forza e tenacia e ancor oggi ringrazio, e lo dovrebbe fare tutta Alessandria, che quel disastro sia avvenuto sotto la sua amministrazione. Riassumendo, su quattordici Sindaci, solo a tre (Nicola Basile, Felice Borgoglio, Francesca Calvo) la città diede mandato di continuità per concludere i progetti iniziati, e con la continuità i tre Sindaci hanno potuto dare molto alla città.
Voto: 6

3) Del Deposito Nazionale Rifiuti Radioattivi nella nostra provincia non si è più parlato, ma giorni fa leggo questa notizia da Tarquinia città Patrimonio dell’Unesco Etrusco in provincia di Viterbo: “I cittadini hanno diritto di sapere dove verrà realizzato il deposito nazionale di rifiuti radioattivi”. E’ la Sezione Etruria di Italia Nostra Onlus che interviene contro la Sogin (Società pubblica responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi). La Sezione Etruria di Italia Nostra denuncia che dopo la chiusura del seminario nazionale e della consultazione pubblica sul Deposito Nazionale di rifiuti radioattivi, da parte di Sogin Spa è calato un silenzio assordante, che sconcerta e che i cittadini non accetteranno mai come risposta a quelle centinaia di osservazioni inviate sulla Cnapi riguardante i 22 siti potenzialmente idonei individuati nella regione Lazio in provincia di Viterbo. La Sogin infatti non ha ancora reso pubblica la Carta nazionale delle aree idonee (Cnai), come previsto, dopo i 60 giorni dalla pubblicazione dei lavori del seminario Nazionale, sul sito web. Invece, da quanto è emerso dagli organi di stampa, risulta che la Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) sia stata trasmessa in modalità secretata solamente al Mise ed al Mite. A Viterbo una Associazione ambientale si è mossa denunciando il comportamento della Sogin Spa. Domanda: qui nella nostra provincia silenzio? Tutti zitti: Enti Regione, Provincia, Comune, eletti di ogni partito, Associazioni ambientaliste? Il cittadino da solo non viene neppure ascoltato. In questo link della Protezione Civile del 14 aprile 2022: “Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi: la decisione entro il 2023?”
Nell’ultima parte del documento si legge ciò che avrebbe dovuto fare la Sogin in funzione a ciò stabilito in partenza. La decisione potrebbe slittare nel 2023 e fino all’ora tutti col fiato sospeso, ma si legge pure che: “Laddove si verificasse l’assenza di manifestazioni d’interesse da parte dei territori, la normativa prevede che Sogin promuova trattative bilaterali con le Regioni e gli Enti locali nei cui territori ricadono le aree idonee, con l’obiettivo di arrivare a una decisione condivisa sul luogo nel quale realizzare il Deposito Nazionale. Se anche questo non porterà all’individuazione del sito, la decisione finale spetterà al governo”. Mi auguro che chi di dovere vigili anche qui nell’alessandrino, per evitare brutte sorprese finali.
Voto: 2