Il Finzi cancellato dalle bombe nel ’44, e tutti gli altri teatri di Alessandria [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

E già!…oggi infatti un’unica sala è ancora attiva seppure fra mille problematiche, vale a dire il “Cinema Teatro Alessandrino”, inaugurato nel 1966 in via Verdi dal suo fondatore Giuseppe Pasquale e successivamente passato al figlio Paolo Pasquale con il Kristalli di piazza Ceriana al Cristo. E così, uno dopo l’altro…via il Galleria di galleria Guerci, via il cinema Dante, via il Moderno di piazzetta Marconi, via il Ferrovieri, via tutte le arene estive, via…

In realtà fu l’avvento della televisione prima e di Internet successivamente il vero motivo che ha decretato la fine di un’epoca. Tornando al teatro Finzi le cronache dell’epoca dicono che fu messo fuori gioco dall’incendio del palco e di parte della sala nel 1922, ma fu un bombardamento del 1944 a decretarne la fine definitiva. A margine un brevissimo elenco dei cinema e teatri sorti in Alessandria nel corso degli anni a partire dal capostipite Teatro Guasco. Per ragione di spazio citiamo soltanto, a parte il Teatro Guasco, quelli più recenti.

IL TEATRO GUASCO
Il primo teatro alessandrino fu il Teatro Guasco all’interno dell’odierno palazzo Guasco nella omonima via. Era un teatro elitario alla cui costruzione avevano contribuito i cittadini più abbienti che appunto per questo motivo lo ritennero quasi una sorta di proprietà privata.

IL TEATRO MUNICIPALE (1)
Nel settembre del 1772 si pose la prima pietra per la costruzione del nuovo Teatro Municipale per un certo tempo chiamato anche teatro Massimo ma per il popolo continuò a essere il teatro dei signori «u teater di sciuri». Il Teatro Municipale, dedicato ai re Vittorio Emanuele III re Vittorio Amedeo III venne costruito all’interno del Palazzo del Municipio oggi si può ancora notare il foyer che ospita gli uffici dell’odierno palazzo del Comune. Progettato e costruito dall’architetto Caselli fu consegnato la città nel 1775. . La vita del Teatro Municipale il principale terminò nel 1944 quando durante il bombardamento del 1 maggio il teatro e la relativa ala del municipio vennero irrimediabilmente compromessi da un incendio.

CINEMA TEATRO MODERNO (2)
Il Cinema Teatro Moderno nacque agli albori del Novecento in casa Maggioli, in un’area compresa fra corso Roma Via Bergamo e via Trotti. Nel 1914 il Moderno si trasferì in Piazzetta della Lega. Al cinema vennero sempre affiancati spettacoli di commedia, drammi popolari, spettacoli teatrali comici, compagnie di ballo e l’operetta. È chiuso dal 2006.

POLITEAMA MARINI
L’Arena-Teatro Verdi alla fine del 1905 si trasferì ai giardini pubblici lungo la strada che porta al cavalcavia ferroviario per fare spazio alla costruzione di nuovi edifici. In onore dell’illustre concittadina Virginia Marini gli si diede il nome di Politeama Marini. Con alterni alti e bassi la vita del politeama si spingerà fino al 1917 per lasciare il posto a un vero grande teatro.

TEATRO FINZI, POI TEATRO VERDI, POI TEATRO DEL POPOLO (3)
Fu costruito dai fratelli Attilio, Arrigo e Dante Finzi nel 1906 su un’area di circa 2600 metri quadri tra le attuali piazza Vittorio Veneto, via Machiavelli e via Tripoli. Dopo l’inaugurazione il teatro rimase chiuso per parecchio tempo riaprendo in seguito con il nuovo nome dedicato a Giuseppe Verdi. Dal 1920 mutò ancora il nome in Teatro del Popolo. Anche questa struttura venne distrutta a causa di un incendio nel 1922 provocato dagli squadristi fascisti che ne incendiarono il palco cosparso di benzina. Nell’aprile del 1944 un bombardamento terminò l’opera radendolo al suolo.

IL POLITEAMA ALESSANDRINO, OGGI CINEMA-TEATRO ALESSANDRINO (4)
La costruzione del Politeama alessandrino si deve al geometra Mario Capurro. Il progetto prevedeva la costruzione di questo nuovo teatro in piazza Vittorio Emanuele oggi piazza della libertà angolo via Verdi con l’entrata del teatro sulla piazza. Era il 1914 e nel 1916 la compagnia teatrale Gattini-Angelini portò in scena La cicala e la formica.. Il primo maggio del 1963 il Politeama chiuse per riaprire nel 1966 nella nuova struttura di via Verdi dove si trova tuttora. Dello stesso gestore il cinema multisala Cristalli in piazza Ceriana al rione Cristo.

TEATRO VIRGINIA MARINI
Il teatro dedicato all’attrice alessandrina fu inaugurato nel 1917. Nel 1926 Pirandello con la sua Compagnia dell’arte, nel 1934 debuttò Totò con la sua Compagnia di Riviste tra il 1946 e il 1949 vide l’esordio di una grande artista alessandrina, il mezzo soprano Laura Bocca, mentre fino agli Anni ’50 e ’60 si videro spettacoli di Wanda Osiris, Ugo Tognazzi, Mariangela Melato, Dario Fo, Monica Vitti, Virna Lisi, Diana Torrieri, Ernesto Calindri, Cesco Baseggio e ai successi del tenore Gino Penno. Chiuso nel 1962 e ritornato di proprietà del comune verrà abbattuto tra la fine del 1967 e l’inizio del 1968 per far posto al nuovo teatro comunale.

TEATRO COMUNALE (5)
A fine febbraio 1968 le ruspe incominciarono la loro opera di demolizione del vecchio teatro Comunale per dare attuazione finalmente ai progetti di costruzione di un nuovo grande teatro della città. Seguirono anni di polemiche, di attriti politici di schermaglie e di rinvii per problemi tecnici finalmente il nuovo teatro comunale comincio a delinearsi nella suo imponente e massiccia struttura. Il Teatro Comunale venne inaugurato il 25 settembre 1978 con uno spettacolo di prosa Ballata e morte di Pulcinella, capitano del popolo di Luigi Compagnone presentato dalla Compagnia della Rocca. Venne chiuso in via precauzionale il 2 ottobre 2010 a causa dell’inquinamento da polvere d’amianto. La sostanza altamente tossica era presente nell’impianto di riscaldamento, nei rivestimenti delle poltrone e in grande quantità nella stessa aria del Teatro. I lavori di bonifica vennero sospesi dopo pochi mesi e ripresero solo nel 2013 grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Il Teatro risulta attualmente chiuso. Sono state individuate risorse per 10 milioni di euro, e sono in corso di valutazione diversi progetti presentati per il suo rilancio, previsto nei prossimi 3 anni.

 

TEATRO SAN FRANCESCO
Il Teatro San Francesco nacque nel Natale nel 1924 a pochi anni dalla costituzione del circolo giovanile San Francesco nei locali attigui all’omonima chiesa in via San Francesco d’Assisi. Lo volle Domenico Arnoldi allora non ancora diciottenne che ne sarà poi l’anima e l’animatore per l’intera sua vita. Il 5 aprile 1944, nel corso di un bombardamento, uno spezzone incendiario fece crollare il plafone del salone. Un inconveniente che non impedì a Natale di mettere in scena la Divota cumedia del Gelindo. Per un mozzicone di sigaretta incautamente trascurato un incendio lo devastò nuovamente alla fine del 1957 finché nel 1995 il teatro San Francesco con un forte impegno finanziario diventò finalmente un vero teatro per 200 comodi posti in regola con le nuove normative sulla sicurezza. È legato alla Filodrammatica dell’Associazione che ne gestisce l’attività e in particolare la tradizionale rappresentazione nel periodo natalizio della Divota cumedia del Gelindo.

CINEMA TEATRO AMBRA
Il glorioso Cinema Teatro Ferrovieri oggi Ambra si trova in Viale Brigata Ravenna, sul cavalcavia che dal centro storico porta la quartiere Cristo. Recentemente l’Ambra ha chiuso con l’attività cinematografica e ha potenziato l’attività teatrale. Il Teatro Ambra vuole essere un luogo di incontro delle esperienze artistiche più differenti, di intrecci tra intrattenimento e cultura. Organizza una propria rassegna teatrale, Ambra Brama di Teatro, maturata dall’esperienza in sei edizioni della manifestazione I Martedì all’Ambra. Ha ospitato varie rassegne di cinema e teatro, concerti, congressi e saggi di danza.

1 – Foyer del Teatro Municipale unico sopravvissuto al bombardamento nel 1944.
2 – Teatro Moderno in Piazzetta della Lega.
3 – Teatro Finzi di Piazza Vittorio Veneto bombardato nel 44.
4 – Politeama Alessandrino in Piazza della Libertà successivamente in Via Verdi
5 – Teatro Comunale nei Giardini attualmente chiuso in attesa di restauro.

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                                                                                                            Il Teatro Finzi

E’ la storia di un teatro, dai molti nomi e dalla vita assai breve. Sul finire del secolo scorso Alessandria stava assai male in fatto di teatri, quasi come oggi avviene. E’ vero che in quel tempo vantava due ritrovi come il Municipale ed il Gra di Trotti; ma il primo era chiuso ed il secondo, ormai vecchio, più non rispondeva alle esigenze nuove, proprio come ora si dice per il Marini.

Ed accadde che la notte del 10 maggio 1902, il Gra andava in fiamme, sicché praticamente la città restò allora senza teatro. D’estate si apriva qualche arena (Talenti, Fava, Patrone) e lo stesso Marini, col nome di Verdi era ancora un teatrino in legno in piazza Savona. La costruzione attuale, in muratura, risale al 1917 per iniziativa del cav. Luigi Lavagetto e fu opera di un modesto geometra di nome Barzizza.

Allora il cinema era appena agli inizi e solo dopo qualche prova in un baraccone da fiera (Boscher) e un tentativo sfortunato di Bono e Montù in corso Umberto, si ebbero le prime sale stabili di cui ecco nell’ordine i nomi: Stella in via Piacenza, Parigino in piazza Garibaldi, Centrale in via Alessandro III ed il vecchio Moderno in via Bergamo. Modesti locali e poveri spettacoli del primo film muto, quando ancora nessuno poteva pensare al sorgere di una nuova arte tanto importante. Subito dopo l’incendio del Gra, i fratelli Finzi intraprendevano in proprio la costruzione di un teatro, su terreno di piazza Gamberina, a fianco di una vecchia caserma che allora ospitava uno squadrone di bianchi Lancieri. Progettista il Barzizza, impresario Stradella; costruito in ferro, ghisa e buona muratura, comprendeva una platea spaziosa, una comoda prima galleria, un ordine di palchi ed un ben capace loggione. Non era certo un teatro elegante, né perfetta l’acustica; si diceva fosse fuori mano e disturbato dal frequente suono dei segnali di tromba del vicino quartiere.

Comunque Alessandria aveva un teatro e lo stesso suo carattere un pò popolare, in contrasto con la severità aristocratica del settecento Municipale a palchi, gli attirava la simpatia del pubblico. Venne inaugurato il 31 ottobre 1903 con Lohengrin: purtroppo per ragioni anche finanziarie non ebbe allora fortuna, anzi rimase subito chiuso per qualche tempo. Dopo opportune modificazioni e tra queste il nuovo titolo di Verdi, il teatro si riapriva nel novembre 1906 con Aida; durò sino al 1913 e molti furono gli spettacoli di prosa e musica taluno anche di pregio. D’estate sentiva però la concorrenza dell’Arena Virginia Marini ai giardini e dopo il 1909, anche del Municipale completamente rinnovato. Da ricordare in quell’anno (novembre e dicembre) che per la rivalità di due industrie similari, Alessandria ebbe contemporaneamente, spettacoli d’eccezione, Africana e Lohengrin al Municipale e al Verdi, Amica e Cavalleria dirette dall’autore! Non vanno dimenticate, all’uno o all’altro teatro certi pienoni con Gea della Garisenda, con Fregoli famoso e col nostro…Primo Cuttica, grande macchiettista militare.

Ahimè! Venne la grande guerra ed il Verdi fu requisito dall’Autorità militare con tutte le conseguenze delle requisizioni! Alla ripresa nel 1920 aveva mutato nome e proprietario, si chiamò infatti “Teatro del Popolo”. Già nel 1918 si parlava in Alessandria di una costruenda Casa del Popolo ed un Comitato si occupava del problema; auspice il Comune si provvide infine all’acquisto del teatro Verdi appena…smobilitato! Terza inaugurazione l’11 marzo 1920 ancora con Lohengrin (qualcuno disse che quell’opera …portava scarogna); il Finzi ebbe davvero carattere prettamente popolare al punto che con criterio nuovissimo fu unificato l’ordine dei posti con esclusione anche della prenotazione. Furono ancora grandi spettacoli, Toscanini (1 novembre 1920) con la sua famosa orchestra (prima viola il nostro Scarpa) Hubermann, Vasa Prihoda e altri ancora; né mancava il ballo, famoso quello dei Cappellai detto “Veglione Rosso”.

Ma era destino che quel teatro dovesse durare poco; la notte del 3 agosto 1922 il palcoscenico era dolosamente incendiato ed anche la Sala seriamente danneggiata. Proprio su quella stessa piazza intitolata alla Vittoria, nell’estate del 1920 con atto sacrilego veniva bruciato un Crocifisso in legno tolto ad una antica cappelletta sita al fianco del teatro ed ora demolita. Ricordi tremendi di una deprecabile ed insana intolleranza, di tempi ormai lontani.

Piero Angiolini 16-05-1953