Antoni (Presidente di Costruire Insieme): “Marengo Museum, Palazzo Cuttica, Sale d’Arte di via Machiavelli, biblioteca Calvo: il quadrilatero della cultura alessandrina fa sistema, e guarda ad un pubblico anche internazionale”

di Ettore Grassano

 

“Se guardo agli ultimi quattro anni di attività di Costruire Insieme-CulturAle, e alla quantità di mostre, eventi, manifestazioni e incontri che siamo riusciti ad organizzare, pur dovendo fare i conti con la pandemia, non posso che ringraziare tutti i nostri addetti per l’impegno, e per la qualità dei progetti messi in campo. Ma non siamo ancora sazi: nei prossimi due anni vogliamo fare un altro salto di qualità, e rendere Alessandria un polo di attrazione artistico culturale di prima grandezza”.

Cristina Antoni, da quattro anni Presidente del ‘braccio culturale operativo’ del comune di Alessandria, abbina da sempre entusiasmo e competenza, e non nasconde la profonda affinità con il sindaco Cuttica di Revigliasco: “è uomo d’arte e di cultura, pittura e scultura sono da sempre il suo pane quotidiano, sa coinvolgerti con la sua passione, e trovo che sappia raccontare l’arte con grandi doti comunicative”.

La sfida di Cristina Antoni è stata, in questi anni, “valorizzare il quadrante costituito da Marengo Museum, Palazzo Cuttica, Sale d’Arte di via Machiavelli, biblioteca Calvo: siamo riusciti a creare un ‘sistema’ in cui le diverse componenti dialogano tra loro, e si armonizzano: senza dimenticare che Costruire Insieme/CulturAle gestisce anche altri filoni di attività per conto del comune di Alessandria: dall’Informagiovani ai centri giochi per i bambini come il Bianconiglio.

 

Presidente Antoni, pronti alle sfide di primavera?
Assolutamente sì, anche se in verità non ci siamo mai fermati, e siamo stati operativi sia durante il biennio della pandemia, sia durante l’inverno che ci lasciamo alle spalle. Ma certamente la primavera è uno stimolo interiore, e di fatto l’abbiamo già inaugurata la scorsa domenica, con l’iniziativa in piazzetta della Lega sui Moti del 1821: Alessandria è stata la vera culla del Risorgimento italiano, ed è più che giusto ricordarlo oggi, soprattutto alle generazioni più giovani.

Altro punto fermo è certamente il Marengo Museum: il rilancio procede?
Procede, con alcuni asset fondamentali. Innanzitutto al Museo mancava un Catalogo di valore, che lo valorizzasse. Finalmente siamo riusciti a realizzarlo, con l’Artistica Editrice di Savigliano, e si tratta di una pubblicazione di grande prestigio, destinata a rimanere nel tempo. Poi Marengo ospiterà, dal 7 maggio a metà giugno, la mostra Il Volto del comando, che poi andrà direttamente a Parigi. Si tratta di un’esposizione di cimeli e di soldatini d’epoca napoeonica, di altissimo valore, che abbiamo realizzato in collaborazione con Le Souvenir napoléonien, che è la più grande associazione napoleonica d’Europa. L’iniziativa è stata già promossa su Sky Arte, con un docufilm che ha come testimonial un grande attore di fama mondiale, Jeremy Irons.

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A proposito di cinema, a Palazzo Cuttica è in arrivo un’altra mostra importante…
Esattamente: in questo caso la partnership è con il Museo del Cinema di Torino, e ci consentirà di esporre, da metà aprile fino a giugno, foto, video e costumi di scena di grandi pellicole, che hanno fatto la storia del cinema italiano. I volti di Alain Delon e Claudia Cardinale, scelti come simboli della mostra, non hanno bisogno di presentazioni.

Insomma, la retorica di ‘in Alessandria non c’è nulla’, in cui ci siamo cullati per decenni, è davvero superata?
Credo di sì, anche se è complicato, e le risorse sono sempre meno di quanto sarebbe necessario. Però, grazie anche alla sinergia messa in campo con altre realtà, come Alexala e Slala, l’obiettivo è di essere sempre più attrattivi per un pubblico vasto, che va ben oltre il perimetro del nostro comune. L’offerta culturale complessiva dell’intera provincia, messa ‘a sistema’, con il capoluogo a fare da traino e baricentro, ha davvero i numeri e le potenzialità per crescere in maniera significativa, anno dopo anno. Certo, non dimentichiamoci il contesto: due anni di pandemia, e ora gli scenari bellici internazionali, non aiutano neanche chi produce cultura, e punta sulle sinergie con i flussi turistici. Però costanza, metodo e progetti non ci mancano, per cui usciti dall’emergenza sapremo mettere in campo, per i prossimi anni, un’offerta sempre più ricca e articolata di proposte. Questi almeno sono i nostri auspici, e la nostra ferma volontà.