Massara (Avis Alessandria): “Donare sangue fa bene a chi lo riceve, ma anche a chi lo dona”. Enrico Fracchia nuovo consigliere

di Ettore Grassano

 

“Lo sa che con una donazione di sangue si bruciano fino a 650 calorie? Donare fa bene innanzitutto a chi riceve insomma, ma anche a chi dona: anche dal punto di vista fisico, perché ci si tiene in forma, e si è costantemente monitorati”. A Giuseppe Massara, Presidente dell’Avis di Alessandria, piacciono le sfide, ma soprattutto gli piace rapportarsi alle persone, “soprattutto se c’è modo di dare una mano, di fare la mia parte”. Chi il sabato mattina passa dalla sede Avis di Lungotanaro San Martino 4 lo trova spesso impegnato in attività di accoglienza, e anche di ristoro, “perché chi arriva qui per donare un po’ di se stesso agli altri ha il sacrosanto diritto di essere trattato come si deve, con attenzione e riconoscenza”.

In passato vi abbiamo raccontato del professionista Massara, socio fondatore e ‘anima’ dell’Agenzia Azimut di Alessandria, ossia il principale player del mondo del risparmio gestito del nostro paese, colosso della finanza e degli investimenti.

Ma chi conosce un po’ Giuseppe Massara, Pino per i tanti amici, sa bene non c’è contraddizione tra la sua veste di professionista della finanza e quella di volontario Avis, o di animatore del Rotary Club di Valenza, di cui è attualmente vice Presidente: “Cerco di fare tutto con lo stesso entusiasmo, e con la stessa attenzione assoluta verso chi mi sta di fronte: che si tratti di risparmi o di salute, le persone hanno tutte una storia da raccontare, e bisogni da soddisfare. Quando capisci che apprezzano quello che fai per loro, anche se hai avuto una giornata di 15 ore, ti senti soddisfatto e sereno”.

Questa volta, però, la nostra chiacchierata si concentra solo sull’Avis, una realtà che, nella sola struttura alessandrina (siamo i più grandi in provincia, ma sedi ce ne sono tante altre, da Montecastello dove ho cominciato come volontario a Castelletto Monferrato, a tutti i principali centri zona”) conta su circa 3.500 donatori. Un esercito di volontari che, mediamente due volte l’anno, decidono di donare il proprio sangue a chi ne ha bisogno, consapevoli che, come ricorda Massara, “il sangue umano è l’unica, o una delle pochissime, sostanze non riproducibili. Non hanno ancora inventato il plasma artificiale insomma: per questo donarlo è davvero un gesto straordinario”.

Presidente Massara, partiamo dai problemi sul tappeto, come sempre…
(sorride, ndr) Non credo sia un mistero che all’inizio di quest’anno mi è stato chiesto di accettare la presidenza Avis (tra l’altro il giorno della votazione, a fine gennaio, ero fuori città per lavoro e sono dovuto tornare in tutta fretta per partecipare all’Assemblea) perché stavamo affrontando un momento delicato, l’ente era commissariato, e c’erano da affrontare criticità importanti, dal punto di vista gestionale. Non ho esitato ad accettare, pur consapevole di non avere molto tempo libero, data la mia professione. Ma sono donatore da molti anni, oltre che un ‘praticante’ del volontariato a tutto campo da decenni: e sono troppo consapevole di quanto sia fondamentale l’attività svolta da Avis: dovevo farlo.

Ci avviciniamo a fine anno: i problemi sono risolti?
Non tutti, si tratta di questioni che necessitano di tempo. Stiamo procedendo per tornare in possesso dei locali Avis qui al pianterreno, dove c’era finora una pizzeria, chiusa in realtà dall’inizio dell’epidemia covid, e che certamente era attività non coerente con lo spirito della nostra attività. Destineremo al più presto i locali ad alcune tra le principali realtà del volontariato sociale e sanitario di casa nostra (Lilt, Admo, Aido, Ail, Castellazzo Soccorso, Csva), con cui abbiamo già aperto un confronto. Vogliamo che questa struttura sia un riferimento per tutti coloro che non solo vogliono donare il sangue, ma anche trovare interlocutori per tutte le loro esigenze di assistenza: specialmente di questi tempi, in cui l’accesso diretto alle strutture ospedaliero è sempre più complicato.

Ora avanti tutta, o ci sono altre questioni aperte?
Tralascio le questioni fiscali e di regolarità contributiva, che stiamo risolvendo. Diciamo che, grazie all’impegno di tutto il consiglio che mi affianca in questo percorso, il peggio è stato scongiurato, e anzi l’Avis di Alessandria ha ripreso a correre a pieno regime, sul fronte dei prelievi, e delle attività connesse. Non voglio essere retorico, ma davvero donare il sangue è il gesto di solidarietà più concreto che si possa fare. Significa davvero donare una parte di sé e della propria energia vitale a qualcuno che sta soffrendo, a qualcuno che ne ha un reale ed urgente bisogno. Significa preoccuparsi ed agire per il bene della comunità e per la salvaguardia della vita.
Credo che donare sia un dovere civico: la disponibilità di sangue è, infatti, un patrimonio collettivo a cui ognuno di noi deve poter attingere in caso di necessità, in qualsiasi momento.
Una riserva di sangue che soddisfi il fabbisogno della nostra comunità è quindi una garanzia per la salute di tutti, donne, uomini, giovani, anziani, bambini, compresi noi stessi e le persone che più ci sono care.

 

Parliamo dei prelievi: come funziona, sia per i vostri associati, che per chi vuole avvicinarsi per la prima volta al mondo Avis?
Sul nostro sito, www.avis.al.it, si trovano tutti gli orari, le indicazioni operative, i contatti. Qui in sede lavorano comunque sempre tre impiegate part time, per cui indicazioni possiamo darle anche a chi passa di persona. I prelievi al momento vengono effettuati però, direttamente da noi, solo il venerdì mattina e il sabato mattina, su prenotazione, per evidenti ragioni di organizzazione logistica. Certamente ci piacerebbe estendere orario e giornate, ma esiste un oggettivo problema di reperibilità di personale specializzato, sia medici che infermieri. Anzi, se vogliamo lanciare un appello, molto volentieri: qui siamo tutti volontari, a partire da noi del consiglio direttivo, che è un consiglio estremamente operativo. Nessuno sta con le mani in mano, ognuno ovviamente per le proprie competenze.

Citiamoli uno per uno, i consiglieri…
Volentieri. Vice presidente è Danilo Scalercio; segretario Barbara Rizzo e tesoriere Massimo Nisticò. Responsabile Sanitario: Marius Horhocea. Consiglieri: Corrado Campisi, Luca Gallino, Fabrizio Gamba, Vanessa Suella, Carlo Zoccola.E infine Enrico Fracchia, nominato proprio in questi giorni, a cui tutti noi di Avis Alessandria diamo il benvenuto. Si è già rimboccato le maniche, perchè lo ripeto, nessuno di noi è qui per farsi bello, o avere un’onorificenza. Cerchiamo tutti di renderci utili.

Chi sono i donatori alessandrini?
Non esiste un profilo sociale o professionale del donatore: 3.500 persone però sono davvero tante, e questo dimostra quanto la comunità alessandrina sappia essere altruista e solidale. Ma non basta ancora, perché sono aumentate le terapie con emoderivati, sono aumentati gli interventi, la richiesta è sempre in crescita. Qualche esempio concreto: per un trapianto di midollo osseo servono 80 donazioni, 20 per un trapianto di fegato, 10 per il cuore, 4 ne necessita il trapianto di rene, 1 il parto cesareo. Per non dire naturalmente del plasma necessario per l’emodialisi, e per le trasfusioni da incidente o evento traumatico. Insomma, qui davvero si fa del bene, e non basta mai. E, lo ribadisco ancora, donare fa bene anche fisicamente al donatore, gli fa bruciare calorie, e gli consente di essere sempre monitorato e sotto controllo, poiché al donatore vengono effettuati esami del sangue completi. Ma, soprattutto, donare il sangue significa contribuire ad un progetto che tutela il più grande valore prezioso ed insostituibile: la vita umana. Ne vale la pena, credetemi: vi aspettiamo.