Ponte Bormida e Rio Lovassina: finalmente la svolta. Intanto la politica alessandrina si prepara al 2022 [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) Il 2021 se ne sta andando lasciando ad Alessandria 2 elementi concreti e fondamentali: la realizzazione del secondo ponte sulla Bormida e la sistemazione definitiva del Rio Lovassina. La notizia che i fondi per entrambi gli interventi ci sono ci fa ben sperare, e queste due opere essenziali dovrebbero vedere la luce tra il 2022 e 2023. E’ corretto dare a “Cesare ciò che è di Cesare”, e riconoscere i meriti del sindaco Cuttica e della sua amministrazione, che per velocizzare l’iter sul fronte del ponte ha chiesto la nomina di un Commissario con poteri speciali. Ponte Bormida: “Molinari (Lega): “Alessandria avrà un Commissario straordinario per la realizzazione del nuovo ponte sulla Bormida”.
Rio Lovassina: “Molinari (Lega): Dal Ministero 15 milioni e 300 mila euro per la sistemazione definitiva del Rio Lovassina, grazie alla determinazione del sindaco di Alessandria””.I due problemi sono sul tappeto ormai da decenni, ma mai prima d’ora un’mministrazione Comunale ha ‘preso di petto’ queste due necessità della nostra comunità, trovando soluzioni adeguate.
Sono anni che sto in osservazione su questi temi: ogni volta che l’attuale ponte viene chiuso per rischio maltempo creando notevoli disagi all’attraversamento delle due sponde e ogni qualvolta che il Rio Lovassina esonda a Spinetta, fonte di disagio e pericolo sanitario lasciando il suo liquame composto anche da scarichi fognari, civili e non, su ogni cosa, perché è risaputo da anni che si tratta di uno dei corsi d’acqua più inquinati che scarica nella Bormida. Il Rio Lovassina non è di competenza comunale ma regionale, visto che nasce e si sviluppa fuori dal Comune di Alessandria, ma se un territorio non prende una posizione nel pretendere ciò che andrebbe fatto è ben vero che la Regione non si muove. Per il secondo ponte sulla Bormida e per il Rio Lovassina nel novembre 2019 maggioranza e minoranza del Consiglio Comunale annunciarono di voler presentare insieme un ordine del giorno allo scopo di sollecitare Regione e Governo: “Rio Lovassina e secondo ponte su Bormida: accordo bipartisan per la città”. In quell’occasione il PD propose una manifestazione a Torino davanti alla Regione, composta da politici e cittadini. Fatto raro questo supporto al di sopra delle parti. Se nella politica locale maggioranza e minoranza collaborassero davvero farebbero solo il bene della città e dei cittadini. Intanto un plauso al sindaco Cuttica: avanti tutta!
Voto: 10

 

2) Politica locale: se Atene piange, Sparta non ride. Mi riferisco ai mal di pancia, scissioni, ricerca di unità in questo ultimo periodo di consiliatura in attesa delle amministrative 2022. Si percepisce un certo fermento nelle manovre dei partiti per strutturare coalizioni e future alleanze, cercarne di nuove da utilizzare come “stampelle”, formare liste “civetta” per attirare i delusi di una forza politica o dell’altra. Personaggi che entrano in scena o altri che vengono messi ai margini creando malumori e scontenti. Un clima sgradevole di profonda incertezza. Era settembre e i malesseri generati nella coalizione di centro destra hanno prodotto articoli locali con critiche da parte del PD&c, ne cito due: “Rimpasto di giunta, segretario Pd Alessandria: “Un balletto di sedie, speriamo di non vedere il peggio del peggio” e “Rimpasto giunta ad Alessandria, Pd: Comune e Amag camere di compensazione delle liti interne”.
Massimo godimento per i disagi nel centrodestra ma attenzione, neanche un mese dopo anche il PD denuncia malessere neanche tanto leggero, addirittura nello stesso partito. Anche qui cito due articoli. Da un ex Assessore ex giunta Rossa: “Oneto: Pd, congresso ridotto ad un votificio?”.
Altro ex Assessore ex giunta Rossa: “Cattaneo: Antinucci e Bressan, quali differenze?”.
Nel PD rasserenata la diatriba sulla scelta del segretario cittadino tra Antinucci e Bressan che si è ritirato, e decisa la candidatura a sindaco di Giorgio Abonante, ex assessore giunta Rossa, ecco che spuntano i 5 Stelle, che faranno parte della futura coalizione di centrosinistra ma in questa fase devono pur provare a differenziarsi, come dimostrazione di esistenza in vita.
E allora ecco qualche (finto) paletto sul nome del candidato unico scelto dal PD: “Serra (M5S): Abonante candidato? Accelerazione inaspettata, si valuti anche un esponente civico”.
A Serra (che in realtà aspira ad essere il vice sindaco dello stesso Abonante) potrei rispondere: “aspetta e spera che il PD alessandrino accetti una candidatura con un esponente civico esterno all’élite/nomenklatura di partito”. Ho notato però che nessuno di centrodestra attacca mai sugli organi
di informazione i ‘mal di pancia’ all’interno del PD….altro stile. Questa è la situazione che si presenta a sette mesi dal voto, malessere in coalizione (centrodestra), peggio ancora sul fronte opposto: “Il Pd non cambia mai: ad Alessandria i panni sporchi si lavano in piazza”.
Nota a parte: Mauro Bressan (PD) alla fine di questo articolo: “Pd: Bressan si ritira, Antinucci confermato segretario” ricorda il passato dichiarando che la Giunta Rossa ha preso in mano un Comune allo sfascio e ridato alla città “speranza”, criticando supposti errori della Giunta attuale. Ma noi alessandrini ricordiamo invece la dichiarazione di un evitabile dissesto, lo ‘sputtanamento’ mediatico da straccivendola sui media nazionali (solo ora Alessandria sta ricostruendo una sua immagine positiva, pensiamo al fronte turistico e accoglienza), un finto risanamento, come certificato dalla Corte dei Conti. Cito il solito pro memoria dell’agosto 2019: “Palazzo Rosso e il risanamento dei conti: la storia infinita!”.
La “speranza” è defunta nel momento in cui Alessandria è stata dichiarata fallita nel 2012, un marchio che ancora oggi pesa come un macigno sulla nostra comunità, caro ingegner Bressan….
Voto: 3

 

3) Casse pubbliche: Reddito di Cittadinanza e una sgangherata gestione Covid presentano ilM5 Stelle Alessandria: martedì gli 'assessori', giovedì Di Maio CorriereAl conto. Quanti soldi pubblici vengono sprecati e tolti alle concrete necessità del popolo italiano? Dal 2011 i governi, da Monti a Draghi, hanno ‘preso a piene mani’ da pensioni e stipendi, senza mai adeguarli alcosto di vita reale, non restituendo nulla in servizi anzi tagliando e togliendo. Con il Covid e l’eterna decretazione dello stato di emergenza, il Governo fa quel che gli pare sconfinando nei settori extra sanità, infilandoci di tutto. Ogni giorno saltano fuori da controlli della Guardia di Finanza percettori del Reddito di Cittadinanza che non ne hanno diritto. In due anni sono stati sottratti alle casse dello Stato 174 milioni di euro, buttati via e non saranno mai recuperabili. Ciò significa che fatta la legge chi l’ha proposta non si è preoccupato di controllarne il percorso, a partire da chi certificava le pratiche. Sono nel ricordo comune i festeggiamenti sul balcone di Palazzo Ghigi del vicepremier Di Maio con gli altri ministri pentastellati affacciati sulla piazza dove la folla di parlamentari del Movimento 5 Stelle esultava con bandiere e striscioni ‘l’abolizione della povertà’. Alla luce dei fatti i poveri sono rimasti sempre più poveri, e il denaro è andato ai furbi: l’elenco non è ancora concluso. Interessante questo articolo in merito: “I grillini hanno abolito la povertà: la loro. Chi sono e quanto guadagnano gli alfieri della nuova Casta”.
Le risorse potevano essere utilizzate per coprire i buchi sanitari alle Regioni causati principalmente dalla gestione Covid: “Covid, nella sanità buco da 4 miliardi di euro”.
E’ la denuncia della Conferenza delle Regioni: tra campagna vaccinale, tamponi, assunzioni di nuovo personale sanitario durante l’emergenza Covid sono stati spesi 8 miliardi di euro, la metà è rimasta”scoperta e le amministrazioni rischiano di chiudere l’esercizio corrente in disavanzo e di vedersi addirittura commissariate. Sui fiumi di denaro sprecato durante la gestione Conte/Arcuri cito solo due, ma il web ne è pieno: “Sequestrate 800 milioni di mascherine di Arcuri, dannose per la salute”.  I banchi a rotelle di Arcuri e Azzolina in discarica: indaga la Corte dei Conti”. Il costo: spesi circa 100 milioni e sono stati accatastati e non usati. Questo è l’andazzo dei palazzi del potere nazionale, sprecare, gettare i soldi del sudore degli italiani, quelli che lavorano seriamente anche per mantenere negli agi chi dovrebbe essere oculato con il denaro altrui.
Voto: 2