Zone logistiche semplificate nel Basso Piemonte: c’è il via libera [Centosessantacaratteri]

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di Enrico Sozzetti

 

L’annuncio nel giorno della presentazione a Torino del ‘position paper’ dedicato a logistica e infrastrutture di Confindustria Piemonte. Fregolent: “Le imprese potranno beneficiare di procedure semplificate”. Lo scalo di Alessandria e lo studio trasportistico

Nel giorno della presentazione a Torino del ‘position paper’ dedicato a logistica e infrastrutture della Commissione Logistica di Confindustria Piemonte, arriva la notizia della estensione «anche ai Comuni del basso e medio Piemonte» della Zona logistica semplificata (Zls), istituita con il decreto Genova, che inizialmente era stata prevista per una serie di centri, ma ne aveva visti esclusi altri. L’iniziale Zls, infatti, include i retroporti di Rivalta Scrivia, Arquata Scrivia, Novi San Bovo, i territori di Alessandria, Piacenza, Castellazzo Bormida, Ovada Belforte, Dinazzano, Milano Smistamento, Melzo e Vado Ligure. Ma erano rimaste fuori molte altre aree che fanno capo alla complessa rete infrastrutturale del territorio che va dal basso alessandrino fino all’astigiano. Adesso le cose cambieranno, come spiega Silvia Fregolent, capogruppo di Italia Viva in Commissione Ambiente alla Camera, a proposito dell’emendamento al decreto Trasporti a sua prima firma, approvato. «Con questa norma, annunciata in estate ad Asti con la presidente della Commissione Trasporti di Montecitorio, Raffaella Paita, anche le imprese dei territori piemontesi potranno beneficiare di procedure semplificate e regimi procedurali speciali per attrarre investimenti e promuovere programmi specifici di attività economiche ed imprenditoriali» sottolinea la parlamentare.

Recuperare leadership

Per recuperare quote di mercato e consolidare la leadership mediterranea dei porti liguri è necessario «creare le condizioni per alimentare in modo efficiente e organizzato le aree di retroporto naturale nelle province di Alessandria e Asti». E per rendere maggiormente competitiva questa area vasta «uno dei nostri obiettivi è procedere alla modifica dell’articolo sette del Decreto Genova del 2018», modificando l’elenco delle località in cui è stata istituita la Zona logistica semplificata (Zls) per identificare «un’area di riferimento che include le province di Alessandria e Asti». Le parole di Teresa Bellanova, viceministro per le Infrastrutture e mobilità sostenibili, sono state pronunciate durante l’incontro ‘Il Pnrr, volano per le infrastrutture del Piemonte’, ospitato nel salone del centro culturale San Secondo di Asti e organizzato da Italia Viva. Con Bellanova c’erano Silvia Fregolent e Raffaella Paita che hanno iniziato a lavorare per una modifica che è arrivata, con una singolare e positiva coincidenza, nel giorno in cui è stato presentato il documento confindustriale, realizzato con il contributo di Unioncamere Piemonte e condiviso con la Regione Piemonte. L’obiettivo, ribadito durante l’incontro torinese, è «contribuire al completamento entro la fine dell’anno del Piano regionale mobilità e trasporti (Prmt) lanciato nel 2018. Due i piani di settore, previsti dal Prmt, su cui la commissione si è concentrata nelle riunioni del suo primo anno di operatività: il Piano Regionale della Logistica (PrLog) e il Piano Regionale per la Mobilità delle Persone (PrMop). Dall’analisi e dall’ascolto dei contributi ricevuti, la commissione ha tratto dieci proposte per rendere più competitivo e attrattivo il sistema regionale».

Valore strategico

«Una logistica efficiente e infrastrutture moderne di visione nazionale rafforzano le imprese del territorio e incentivano nuovi investimenti in Piemonte. Grazie alla connessione con la Liguria, la nostra regione è uno degli sbocchi strategici per le merci in arrivo dall’Asia e dall’Africa, oltre a essere al centro del continente europeo. In questi mesi di pandemia, tutti hanno compreso come la logistica sia centrale per la nostra economia. Ora abbiamo la possibilità di farne una leva di sviluppo» ha commentato Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte. «Il dialogo instaurato con Confindustria Piemonte rappresenta lo strumento più alto e più efficace per dare risposte concrete alle imprese» è stata la sottolineatura di Alberto Cirio, presidente della giunta regionale, e Marco Gabusi, assessore regionale ai Trasporti e infrastrutture.

In Piemonte sono presenti 14.000 aziende di logistica che contano 83.146 addetti, pari al 6,1 per cento del totale degli occupati piemontesi. Confindustria Piemonte, come ricorda in una nota, rappresenta più di 200 aziende che occupano 18.000 persone. «Da questo comparto – viene ricordato – arriva la richiesta di valorizzare i nodi logistici consolidati di Novara come crocevia del traffico nord – sud, Rivalta Scrivia come retroporto delle merci in arrivo da Genova, Savona e Vado, Orbassano come hub logistico torinese». Anche il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) «verrà in supporto, finanziando l’asse del terzo valico appenninico verso Milano e il collegamento ferroviario con Tortona e Alessandria».

Per una regione competitiva

Iames Pingani, presidente della Commissione Logistica di Confindustria Piemonte, ha commentato i punti del decalogo presentato di fronte ai vertici della Regione Piemonte e che è stato messo a punto per portare all’attenzione della politica le azioni necessarie per rendere competitivo il Piemonte. «L’obiettivo – ha detto, fra l’altro – è attuare una delle grandi priorità anche del Pnrr, ovvero creare un’alternativa al trasporto su gomma, che il 77,3 per cento delle imprese piemontesi ancora utilizza prevalentemente, nonostante sia la soluzione meno conveniente». Fra le azioni indispensabili, ha aggiunto Pingani, ci sono «il completamento delle infrastrutture nei tempi stabiliti per consentire investimenti programmati da parte dei privati che chiedono certezze per poter pianificare le azioni, la digitalizzazione, il riconoscimento dell’Alessandrino come retroporto di Genova, la collaborazione tra Piemonte e Liguria per il retroporto, gli incentivi per il rinnovo del parco mezzi, la programmazione delle manutenzioni della rete stradale».

L’esame di Rfi

Adesso l’approvazione dell’emendamento per la estensione delle zone logistiche semplificate, uno dei punti su cui si è impegnata la Fondazione Slala – Sistema logistico del nord ovest, presieduta da Cesare Rossini, rappresenta un passo in avanti che si aggiunge allo studio trasportistico per lo smistamento di Alessandria. Rete ferroviaria italiana (Rfi) e digITAlog stanno infatti valutando il contenuto dello studio sul ‘Nuovo Scalo Alessandria’ (il nome che digITAlog Spa, ex UIRNet, ha assegnato alle attività di riprogettazione dello Scalo Smistamento) che è stato messo a punto dal raggruppamento temporaneo di imprese composto da Redas Engineering (sedi a Monza e Firenze, opera nel nel campo dell’ingegneria del traffico e dei trasporti; ha già collaborato con Rfi ed è esperta del nord ovest), Go Mobility (opera sia a livello nazionale che internazionale nel campo della consulenza per la pianificazione dei trasporti e della mobilità, sede a Roma), Fit Consulting (sede a Roma, nata per la progettazione ed erogazione di servizi di consulenza tecnico-scientifica nell’ambito dei trasporti, mobilità e logistica). Gli scenari delineati hanno valutato la migliore combinazione delle tre principali funzioni logistiche previste: Hub ferroviario (la capacità del nodo di comporre treni e ricombinare carichi ponendosi come luogo di scambio ferro-gomma); Retroporto (caratteristiche operative integrate con l’ambito portuale quali, ad esempio, la continuità portuale, doganale e operativa, e la possibilità di organizzare depositi gestiti come terminal remoto dal porto); Navettamento su ferro delle merci sui porti liguri (servizio di trasporto merci in cadenzamento regolare basato su treni di media capacità atto a garantire regolarità negli scambi).

Quale combinazione possa risultare migliore è ora al centro della valutazione. Lo studio trasportistico si è concentrato nell’analisi dell’area compresa fra Genova, Savona e Alessandria, valutando ogni aspetto relativo alla logistica, soprattutto le modifiche all’assetto della viabilità e della rete ferroviaria da oggi al 2030 (Terzo valico, Gronda di Genova, interventi ferroviari sulla rete ligure), le capacità di scambio con le aree limitrofe e sul lungo raggio, le tecniche di movimentazione innovative che Rfi vorrebbe impiegare per valutare le condizioni di sostenibilità di ogni eventuale investimento sullo Scalo di Alessandria. La questione ambientale non ha più un aspetto marginale come negli studi precedenti e potrebbe contribuire ad arrivare a conclusioni diverse. Le conclusioni dell’analisi determineranno la decisione di avviare il progetto di fattibilità tecnica ed economica.