Solvay: “Precisazione sui dati di monitoraggio all’esterno dello stabilimento di Spinetta Marengo”

L’utilizzo dei PFAS nel polo chimico di Spinetta Marengo risale agli anni ’60. Si tratta di una situazione nota e costantemente monitorata dagli Enti.

I dati della campagna di monitoraggio diffusi in questi giorni, non sono che gli ultimi di un rilevamento che avviene con cadenza trimestrale da anni. A tal fine Solvay, in accordo e collaborazione con gli Enti, ha aumentato proattivamente nel tempo e in modo significativo i punti di campionamento. Più in generale, i monitoraggi svolti con cadenza trimestrale da Solvay su tutte le sostanze confermano il continuo miglioramento generale della situazione che, nelle aree a valle del sito industriale, raggiungono complessivamente nelle ultime campagne i valori tra i più bassi delle serie storiche esistenti. In particolare, per quanto riguarda il C6O4 (assente a livello intermedio dell’acquifero), i dati confermano che la barriera idraulica, recentemente potenziata fino alla portata di 570mc/h (equivalenti a 6 piscine olimpioniche al giorno), è in piena efficienza. Le concentrazioni (pochissimi microgrammi/litro ovvero nell’ordine di un milionesimo di grammo per litro di acqua) rilevate nella campagna di giugno-luglio, sono il residuo di quanto riscontrato a seguito dell’evento di precipitazione imprevedibile e di carattere eccezionale del 2019 il quale ha avuto effetto limitato e transitorio grazie proprio alla tenuta della barriera che ha recuperato in breve tempo la piena efficienza interrompendo il flusso della contaminazione verso valle.

Solvay ribadisce che, pur non essendo responsabile dell’inquinamento storico, a titolo volontario, in coordinamento e collaborazione con gli Enti, ha già presentato il piano di caratterizzazione per verificare lo stato qualitativo della falda acquifera e dei terreni all’esterno al polo chimico di Spinetta Marengo.

Solvay Italia