Come farò? [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

 

Mancano pochi giorni al ritorno tra i banchi di scuola.
Ci sono ancora incognite sulle modalità dell’attività in presenza, green pass, distanziamenti, mascherina, orario.
Le mie preoccupazioni francamente sono altre. L’entusiasmo che abitualmente mi pervade per lavorare insieme a venti scagnozzi per volta è frenato da una serie di domande; vi rendo partecipi.

Come farò a rimproverare uno studente che non ha fatto i compiti a casa?
Come farò a redarguire uno studente che prende a male parole un compagno di classe?
Come farò a prendere provvedimenti nei confronti di uno studente che seguirà distrattamente la lezione oppure parlerà sopra l’insegnante oppure semplicemente sarà seduto svaccato sulla sedia e sdraiato sul banco?
Come farò a dare il buon esempio?


Costoro potrebbero dirmi ma fuori lo fanno tutti, perfino mio papà e mia mamma.
Peggio ancora, potrebbero tornare a casa, lamentarsi in famiglia, rivolgersi ad un avvocato e – si sa – i precedenti fanno letteratura e dunque in difetto resterà il sottoscritto.
Mi sentirò come Willy il Coyote (anzi Willy il Cogliote, come dice un mio alunno) sospeso nell’aria sopra il deserto guardando il mondo con le pupille che si sgretolano e la mascella cadente in attesa di precipitare.

Devo pensare con calma.
L’idea di lavorare non mi spaventa.
Resta da capire come fare.