‘Il basso Piemonte nella nuova Zona logistica semplificata’ [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

Impegno di Teresa Bellanova, viceministro per le Infrastrutture e mobilità sostenibili, a procedere alla modifica dell’articolo sette del Decreto Genova. L’annuncio durante il convegno sul Pnrr che si è svolto nel capoluogo astigiano. Scenario di sviluppo rispetto al quale giocherà un ruolo fondamentale lo scalo ferroviario alessandrino

 

Il Basso Piemonte è «strategico» per lo sviluppo del comparto logistico e del sistema industriale italiano. Ma per recuperare quote di mercato e consolidare la leadership mediterranea dei porti liguri è necessario «creare le condizioni per alimentare in modo efficiente e organizzato le aree di retroporto naturale nelle province di Alessandria e Asti». E per rendere maggiormente competitiva questa area vasta «uno dei nostri obiettivi è procedere alla modifica dell’articolo sette del Decreto Genova del 2018», modificando l’elenco delle località in cui è stata istituita la Zona logistica semplificata (Zls) per identificare «un’area di riferimento che include le province di Alessandria e Asti».

Le parole di Teresa Bellanova, viceministro per le Infrastrutture e mobilità sostenibili, non sono suonate né di circostanza, né educatamente condiscendenti verso una platea che aspettava con molto interesse di capire il reale contenuto dell’incontro ‘Il Pnrr, volano per le infrastrutture del Piemonte’, ospitato nel salone del centro culturale San Secondo di Asti e organizzato da Italia Viva.

Di fronte al viceministro e alle onorevoli Silvia Fregolent, membro della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera, e Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti della Camera, gli esponenti del mondo istituzionale astigiano e alessandrino, rappresentanti sindacali e del sistema industriale e produttivo, molti sindaci. Gli interventi del primo cittadino di Asti, Maurizio Rasero, del presidente della Provincia di Asti, Paolo Lanfranco, e di Marco Gabusi, assessore regionale a Trasporti e Infrastrutture, sono entrati nel merito dei problemi e delle priorità del territorio, mentre alla Fondazione Slala – Sistema logistico integrato del nord ovest d’Italia (il presidente è Cesare Rossini) è spettato il compito di portare una serie di articolati contributi tecnici con Francesco Mariani, presidente della Commissione logistica delle merci (manager genovese di lungo corso, è stato, fra l’altro, vicepresidente e poi segretario generale di Assoporti, dirigente delle compagnie portuali e collaboratore e consigliere di diversi ministri); Nicola Bassi, responsabile area design e sviluppo di Digitalog, nuovo nome di Uirnet (digitalizzazione e sostenibilità sono gli obiettivi della società che ha il compito di portare a compimento i servizi della Piattaforma logistica nazionale digitale) e coordinatore della Commissione logistica delle merci; Angelo Marinoni, ingegnere specializzato in trasporti e logistica, coordinatore Commissione interventi strategici di Slala; Davide Maresca, docente universitario in diritto dell’economia e membro della Commissione interventi strategici. Ha chiuso la sezione degli interventi tecnici Giovanni Currado dell’Agenzia della mobilità piemontese (rappresentante per il bacino del sud-est) e membro della Commissione logistica delle persone di Slala.

«Realizzare un sistema retroportuale capace di sostenere adeguatamente il sistema portuale ligure è una programmazione che non può più essere procrastinata se si vogliono sfruttare appieno le sue enormi potenzialità. Parte del lavoro è già stato fatto e diverse importanti iniziative in chiave retroportuale sono state intraprese, basti pensare al Decreto Genova con l’investimento di trenta milioni di euro per interventi volti a garantire l’ottimizzazione dei flussi veicolari logistici in ingresso e in uscita dal porto di Genova, e l’istituzione della Zona logistica semplificata». Sempre all’interno del decreto è inserito il progetto di trasformazione dello scalo ferroviario di Alessandria, con lo studio trasportistico, avviato nei mesi scorsi e finanziato con due milioni di euro, finalizzato a valutare la sostenibilità economica di un nuovo centro merci all’interno dello scalo. Lo studio è il primo passaggio previsto dall’accordo tra Rfi (Rete ferroviaria italiana) e Uirnet per la progettazione del nuovo ‘Centro di Smistamento di Alessandria’. Lo studio deve analizzare la sussistenza della basi logistiche ed economiche affinché lo scalo possa diventare un hub di riferimento, nel Basso Piemonte, per i porti di Genova e Savona, dove costituire e lanciare i convogli merci a lungo percorso. Al termine del lavoro è prevista la seconda fase con la realizzazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica.

Un’area competitiva deve avere una dotazione infrastrutturale adeguata, ma anche una condizione ambientale favorevole all’insediamento di attività. Come emerso nel corso di ripetuti incontri e relazioni tecniche, hanno spiegato i consulenti di Slala, un nodo era rappresentato dalla prima istituzione della Zona logistica semplificata che ha individuato una serie di centri, ma ne esclusi altri. L’iniziale Zls include i retroporti di Rivalta Scrivia, Arquata Scrivia, Novi San Bovo, Alessandria, Piacenza, Castellazzo Bormida, Ovada Belforte, Dinazzano, Milano Smistamento, Melzo e Vado Ligure. Ma sono rimaste fuori molte altre aree che fanno capo alla complessa rete infrastrutturale del territorio che va dal basso alessandrino fino all’Astigiano. Le parole di Teresa Bellanova hanno sgombrato il campo dai dubbi e risposto alle sollecitazioni di questa ampia area del basso Piemonte. Adesso il fattore ‘tempo’ è quello di cui concentrare gli sforzi, come per tutta la progettualità del Piano nazionale di ripresa e resilienza.