Grigi: umiltà, tanto per cominciare…

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Grigi: dal libro Cuore alla tragedia del Poseidon CorriereAldi Jimmy Barco

 

Si è appena conclusa la settimana che precede l’inizio della preparazione precampionato per i Grigi in vista dell’annata sportiva 2021/2022 in quel di Cantalupa, nei pressi di Torino.

Stagione questa che ci vedrà protagonisti in Serie B, dopo una cinquantina d’anni nei quali abbiamo vagato con alterne fortune in altre categorie, tutte inferiori alla cadetteria. Speriamo che il prossimo Campionato non si riveli un salto nel buio con esiti negativi ma, se salto nel buio dovrà essere, si valuterà fino a che punto certe “clausole di salvaguardia” saranno utili per uscire indenni dal noviziato.

45 punti in classifica sono l’obiettivo che ci dobbiamo prefiggere, cominciando il conto alla rovescia fin dalla prima giornata.

Questo è il momento tipico nel quale chiunque si sente in dovere di dire o scrivere la sua, anche gente che ha ampiamente dimostrato negli anni di non saper distinguere una partita di calcio da una manche di corsa nei sacchi.
Banalità come se piovesse, tanto, qualcuno pensa, a fine stagione la gente mica si ricorda delle minchiate che ho detto otto mesi prima.

Alcune ho già cominciato a leggerle o a sentirle (e ti pareva) ma sono mentalmente preparato a sorbirne altre.

La prima minchiata, quella classica, immancabile e ricorrente è questa: “In campo si gioca in undici contro undici. Che importa se altre società sono meglio organizzate o più a loro agio nella categoria: sono sempre undici contro undici!”.

E’ vero, da quando guardo partite di calcio posso confermare che mai e poi mai la Federazione ha autorizzato una squadra a giocare in dodici. Certe ovvietà nascondono una plastica superficialità, spesso associata all’arroganza e alla totale mancanza di cultura sportiva.

Se poi questa fosse l’idea forza di alcuni addetti all’informazione sportiva mandrogna, come si dice “siamo del gatto”!

La nostra ultima partecipazione a questa categoria risale si tempi della Seconda Guerra Punica, calcisticamente parlando.
Per tutti noi, questa sarà una stagione piena di incognite, una categoria che dobbiamo studiare e conoscere e che dovremo affrontare con grande umiltà.
Per esempio: se lo score delle prime 6 giornate portasse il topolino di 4 punti (un classico degli avvii faticosi) sarà indispensabile che tutto l’ambiente non faccia tragedie perché sarebbe nell’ordine naturale delle cose.
E se il nostro punto di forza sarà ancora mister Longo, e Di Masi come proprietario entusiasta e generoso, magari le difficoltà si superano.

Sempre che Longo non ci mandi un fratello scemo sotto mentite spoglie o il Presidente decida di diventare armatore di un veliero d’altura e si metta a regatare per tutto il Mediterraneo.

Il calendario delle varie incombenze societarie non ci sta certo aiutando.

I Grigi, rispetto alle altre tre neo promosse, hanno giocato un mese in più, un mese nel quale le nostre omologhe hanno avuto tempo per programmare e organizzarsi.

Poi sono arrivati i Campionati Europei che hanno congelato le mosse di mercato della Serie A.

I primi soldi che la massima categoria investe nella campagna acquisti rappresentano il volàno per mettere in moto tutti gli ingranaggi del mercato dalla B in giù. Non bastasse, la griglia delle squadre che parteciperanno al prossimo campionato cadetto è in parte ancora ‘per aria’, viste le situazioni economiche precarie di club di B e di C.

Se, come pare possibile, il Chievo, per esempio, dovesse sparire dal calcio professionistico (la sentenza è prevista per il giorno 28 luglio) i suoi giocatori sotto contratto si svincolerebbero d’ufficio a parametro zero. Nel caso gli altri 20 club cadetti, in attesa di ritornare ad essere 22, potrebbero pescare a piene mani (e senza dover pagare cartellini…) da un organico, quello clivense, che la stagione passata ha conquistato i playoff per la promozione in Serie A.

A caduta ci sono situazioni in attesa di responsi definitivi, vedi il Cosenza, appena retrocesso in C, in pole position per sostituire il posto lasciato libero dai veronesi in B.

Per tutta questa serie di motivi, e per altri ancora, fare mercato per l’Alessandria in un simile contesto è una corsa ad ostacoli.

Un vantaggio però una neopromossa come l’Alessandria ce l’ha.

I 27 giocatori sotto contratto sono un “magazzeno” da smobilitare almeno in parte per far posto a nuovi arrivi.

Ma si tratta comunque calciatori rivalutati dalla vittoria nei playoff, e le squadre di C più ambiziose tendono ad avvalersi di giocatori vincenti, scelti con quella logica applicata dai Grigi un anno fa quando, per esempio, è stato acquistato Corazza, la punta della Reggina vincitrice del Girone C della serie C.

Quindi, vista così, l’operazione di snellimento della rosa attuale sembra stavolta alla portata del nostro DS che, in due stagioni e cinque finestre di mercato, non ha certo brillato per la capacità di cedere i giocatori in esubero, se non passando attraverso gli incentivi all’esodo.

In questi giorni è stato ingaggiato Russo, portiere (ma va?) del ’99 che, nonostante la verde età, ha già disputato 18 partite in B, scuola Sassuolo e dotato di un fisico gigantesco.

E’ arrivato pure Kolay del ‘99 che si è distinto nella Pro Patria l’anno scorso in C, un destro fisicamente ben dotato.
Adesso aspettiamo un’eventuale conferma del prestito di Celia da parte del Sassuolo, proprietario del cartellino.


Un altro mancino, il buon Gazzi, ha cambiato ruolo, nel senso che Longo lo ha voluto nello staff. Così come siamo messi (intanto Scognamillo ritorna al Catanzaro dove era stato ceduto in prestito nel gennaio scorso), con il rientro di Rubin a Reggio Calabria siamo senza giocatori di movimento mancini, per cui è auspicabile che il vulnus venga colmato con i prossimi colpi di mercato.

Copia di Il Ds Sensibile dopo Alessandria-Viterbese CorriereAl

Chiudo segnalando con piacere il ritorno di Cerri fra noi, stavolta come nuovo Responsabile del Settore Giovanile. Arrivò in Alessandria portato da Sensibile e inserito nello staff. Penso sia stato l’unica scelta positiva compiuta da quel DS presuntuoso e pasticcione, poi fuggito insalutato portatore di disastri tecnici.

Il nostro Cerri, diventato DS a metà stagione in ticket con tal Soldati, individuò Marcolini nuovo mister al posto di Stellini, qualche mossa di mercato non clamorosa ma azzeccata e a fine stagione eravamo agli spareggi, e con una Coppa Italia in più in bacheca.

Marcolini lasciò a fine campionato e Cerri tolse il disturbo otto mesi dopo, perché sostanziamente messo ” in stand by” dalla Società, che puntò su Soldati.

Soldati, ragazzotto presuntuoso e pieno di sé, è stato investito della carica di DS, ha impostato la nuova stagione sportiva con il mister siciliano D’Agostino e una serie di giocatori vecchi e giovani che avevano una caratteristica in comune: erano scarsi.

Adesso Soldati sembra scomparso dai radar: chissà, forse davvero vende pentole e complementi d’arredo al suo paese (si scherza, ovviamente, ndr). Di fatto è stato ‘espulso’ dal sistema calcio ma potrà sempre dire ai posteri e ai nipotini: “Da giovane sono stato per un anno DS dell’Alessandria”. E questa è una delle poche cose che non perdono a Di Masi nel suo settennato da Presidente…ma mi pare si sia ampiamente riscattato.

O no?