Cambia il vento [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

Con questo titolo, pochi giorni fa, alcuni fra quotidiani e testate giornalistiche hanno salutato la vittoria della Nazionale italiana di calcio al campionato Europeo.
Bene.

Cambia il vento, è vero.
È da parecchio che il vento sta mutando direzione, lentamente.
I segnali – alla distanza – sono forti e chiari; tutti noi fingiamo di non accorgerci di nulla ma convinzioni e preoccupazioni dividono il sentire comune degli italiani in due parti nettamente contraddistinte e contrapposte.
Ecco alcuni segnali tra i tanti.

Le forze dell’ordine non sono in grado di sedare le malefatte dei delinquenti, ignorano i fuorilegge o – peggio ancora – li osservano senza intervenire.
La naturale conseguenza è l’aumento della microcriminalità e l’incidenza della criminalità organizzata nella vita delle città, piccole o grandi, e nella percezione dei cittadini.
I giornali locali ignorano.

Le strade sono divenute luogo di sfogo per tutti coloro che indossano il codice della strada secondo comodo, sfogando proprie insicurezze e barbariche tensioni.
Non ci sono auto, moto, monopattini, biciclette e pedoni che possano chiamarsi fuori.

L’impunità è la normalità per cui ciascuno può insultare, denigrare o semplicemente deridere – di persona o sui social media – chiunque abbia un pensiero differente.

Le autorità preposte ignorano.

Negli uffici pubblici esistono due livelli: coloro che comandano e coloro che eseguono.
I primi sono chiusi nelle torri d’avorio con i fiori alle finestre e si negano, i secondi si rapportano con l’utenza disarmati di fronte alle lamentele e sacrificati vigliaccamente al comune ludibrio.

Le sigle sindacali negli anni si sono moltiplicate, frammentano l’energia già flebile in centinaia di microorganizzazioni totalmente e volutamente impotenti; ciò fatto hanno la possibilità di rivolgersi ai lavoratori e allargando le braccia dicono loro: non era possibile fare di più.

Quando l’opposizione denuncia l’assolutismo al governo e questo assolutismo palesemente non esiste (ricordate la dittatura sanitaria di un anno e mezzo fa?) dobbiamo attenderci l’arrivo di un vero assolutismo, silenzioso e potente, che non lascerà scampo a nessuno.
Solo allora comprenderemo che le bandiere tricolori sventolanti sopra le folle che osannano gli atleti, esempi di virtù e indomita tenacia, sono velari utili a delimitare ciò che si deve conoscere e ciò che no.

Il vento cambia, dunque, e la direzione è evidente.