Spalto Borgoglio interrotto dalla “Piccola Velocità” per poi riprendere e concludersi incrociando il Cavalcavia [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

Il lungo percorso di Spalto Borgoglio è interrotto dall’ampio spazio riservato all’ingresso della Stazione ferroviaria, dove una targa piuttosto malconcia e pressochè illeggibile indica che ci troviamo su di un’area delle Ferrovie dello Stato dedicata a Eugenio Curiel (1 e 2).

Ma chi era Curiel e perché quella targa si trovi ad essere così malconcia e abbandonata dall’amministrazione Ferroviaria non è dato sapere! Inizialmente, pare, di targhe ne esistevano due (una su entrambi i lati della proprietà ferroviaria nota come “Piccola Velocità”), una probabilmente andò distrutta ma, evidentemente e chissà perché, l’amministrazione Ferroviaria non ritenne necessario ripristinarla. Un vero peccato in quanto Curiel, di fatto, fu uno di coloro i quali ci si dovrebbe ricordare. Anche la targa superstite, oltre ad essere praticamente illeggibile è difficilmente individuabile, comunque non dice nulla di più di “PIAZZALE EUGENIO CURIEL”, un po’ troppo scarna per essere una targa tesa a ricordare un uomo che perse la vita a poco più di 32 anni per il suo Paese!

Detto questo facciamo un minimo di chiarezza sulla figura di Eugenio Curiel. Nato a Trieste l’11 dicembre 1912 fu un partigiano oltre che un fisico italiano nato in una agiata famiglia ebraica. A Firenze, dopo aver conseguito la maturità scientifica nel 1929, si iscrive nel 1931, al politecnico di Milano ma, avendo più inclinazione per gli studi tecnici, dopo pochi mesi si iscrive al corso di laurea in Fisica tenuto nell’Università fiorentina. Nell’università di Padova conclude i suoi studi laureandosi il 20 luglio 1933 con il massimo dei voti e la lode.

Nel 1934 divenne assistente di Ernesto Laura, ordinario di Meccanica razionale e deciso antifascista. Laura apprezzò il valore intellettuale del suo giovane assistente che definiva “una speranza della matematica” e ammirava la sua capacità di tenere, con risultati brillanti, quale professore incaricato, il corso di Matematiche complementari, pur se distolto da un crescente impegno politico e dalla costituzione di un Seminario di approfondimento di tematiche filosofiche.

Nell’ottobre 1938 la sua carriera scientifica è spezzata di colpo: come tutti i suoi colleghi di “razza ebraica”, Curiel fu “esonerato” dall’insegnamento universitario e si dedicò interamente alla politica, militando tra le fila del Partito comunista. Nel maggio 1939, mentre cercava di passare in Francia clandestinamente attraverso la frontiera svizzera, fu arrestato dalla polizia francese e consegnato a quella svizzera che lo imprigionò. Rimpatriato in Italia fu arrestato a Trieste, detenuto a Milano e infine condannato a cinque anni di confino a Ventotene, da cui uscì il 21 agosto 1943 per riprendere l’attività partigiana.

Il 25 agosto 1943, in seguito alla caduta del fascismo Curiel lasciò l’isola. Ritornò a Milano dove diresse L’Unità clandestina e La nostra lotta, infine, promosse la costituzione di un’organizzazione unitaria tra i giovani antifascisti di ogni schieramento politico.

Il 24 febbraio 1945 fu riconosciuto per strada a Milano da militi delle Brigate Nere durante un controllo di documenti, grazie ad un delatore. Vistosi identificato Curiel, che evidentemente non si faceva illusioni sulla sorte che lo attendeva, tentò la disperata mossa della fuga. Una raffica di mitra lo colpì ad una gamba, facendolo stramazzare al suolo. Curiel si rialzò e riprese la corsa ma venne raggiunto da una serie di raffiche che lo abbatterono al suolo. Aveva compiuto da poco 32 anni. Dopo pochi mesi, la guerra finì ufficialmente come stabilito formalmente dai rappresentanti delle forze in campo durante la cosiddetta resa di Caserta firmata il 25 aprile 1945.

Detto questo, chissà che l’Amministrazione ferroviaria non trovi gli spiccioli necessari per ripristinare le due targhe che il tempo, ma soprattutto gli uomini, hanno permesso si cancellassero!

1 e 2 – La targa superstite pressoché illeggibile sullo spigolo di destra della “Piccola velocità”

3 – medaglia dedicata a Eugenio Curiel

4 – foto Eugenio Curiel

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Il lungo e quasi bizzarro spalto Borgoglio

Prima d’ora abbiamo avuto occasione di ricordare su queste stesse colonne la importanza diremo in ogni tempo del nostro lungo e quasi bizzarro spalto Borgoglio, che circonda la città dal Tanaro alla Bormida. Precisamente è noto anche come nostra linea di periferia nonché di scorrimento esterno, in quanto subito all’inizio, lasciato il ponte Tanaro, si accompagna per lungo tratto e in parallelo al Lungotanaro S. Martino, sul margine del fiume e, tra i due punti ormai popolari come denominazione della Cittadella l’uno e della Ferrovia l’altro.

Per quanto riguarda in particolare il nostro spalto Borgoglio diremo che l’inizio è segnato proprio dalla “Cabina di servizio” situata sul margine del ponte stesso, cabina già prima d’ora ricordata e appartenente all’Amministrazione provinciale e che possiamo considerare proprio come inizio del ben noto spalto Borgoglio qui in esame.

Diremo subito che la linea del nostro spalto si allontana dal fiume stesso nonché dal Lungotanaro S. Martino sino a raggiungere e poi proseguire, sempre come spalto Borgoglio, il ben noto viale che si appoggia al muro di cinta della linea ferroviaria sino a raggiungere insieme il breve largo che da questo lato precede il piazzale della stazione; largo comunemente indicato come “Piccola velocità” con riferimento al servizio speciale merci che proprio qui presso viene disimpegnato.

Da rilevare che la dicitura “spalto Borgoglio” appare già prima, con evidenza, sul muro di cinta della ferrovia che si accompagna al viale che proviene dal Tanaro e precisamente da Lungotanaro S. Martino. La indicazione stessa viene poi ripetuta ancora proprio sulla piazzetta della “Piccola velocità” suddetta e subito dopo ai due angoli della linea di scorrimento del ben noto piazzale della Stazione, vecchia denominazione veramente popolare e tutt’ora di uso comune, sebbene ormai il nostro importante e sempre movimentato largo si presenta con una nuova denominazione: piazzale Curiel. Come curiosità diremo che mentre ai due angoli della piazza, interni per la precisione, si legge il nome di Eugenio Curiel, proprio alla stessa altezza all’esterno appare precisamente la vecchia indicazione di “spalto Borgoglio”.

Ne deriva di conseguenza che il nostro pubblico giardino che con la ben nota fontana si presenta di fronte al nostro palazzo ferroviario o stazione che dir si voglia, è precisamente situato sulla linea, invero assai importante, di spalto Borgoglio, sulla quale linea oltre la piazza vi sono importanti uffici dell’Amministrazione F.S.

PIERO ANGIOLINI – 1966