Dal teatro Gra al Finzi, ovvero gli anni eroici degli spettacoli viaggianti [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

Sulle ceneri dell’Arena Bellana il signor Gra, parente del Bellana di cui aveva sposato la figlia, costruì nel 1882 il modesto teatro popolare coperto. Il teatro ospitò spettacoli in prosa, lirici e operette. Anche al Politeama Gra spettò la stessa sorte dell’Arena Bellana e fu distrutto da un incendio il 9 maggio 1902.

Il Teatro Bellana era un teatro pubblico, inizialmente scoperto, inaugurato nel 1856. Si trovava tra via Trotti e via San Francesco d’Assisi. Ospitò spettacoli equestri, presentazioni di animali feroci, acrobati, funamboli e pagliacci. In seguito fu ricoperto e ospitò anche spettacoli lirici e di prosa. Il teatro era molto amato dal pubblico. La quindicenne Virginia Vasino conobbe proprio in questa struttura pubblica il suo futuro marito, l’attore fiorentino Giovan Battista Marini. Il Teatro fu distrutto da un incendio il 16 novembre 1879 dopo 23 anni di onorato servizio.

Fu nel 1906 che i fratelli Attilio, Arrigo e Dante Finzi su un’area di circa 2600 metri quadri tra le attuali piazza Vittorio Veneto, via Machiavelli e via Tripoli realizzarono il Teatro Finzi, poi Teatro Verdi per finire con il Teatro del Popolo. Il teatro ospitò spettacoli di opera, prosa e negli anni successivi alla Prima guerra mondiale venne organizzata una scuola di cultura. Dopo l’inaugurazione il teatro rimase chiuso per parecchio tempo riaprendo in seguito con il nuovo nome dedicato a Giuseppe Verdi. Dal 1920 mutò ancora il nome in Teatro del Popolo. Anche questa struttura venne distrutta a causa di un incendio nel 1922 provocato dagli squadristi fascisti che ne incendiarono il palco cosparso di benzina. Nell’aprile del 1944 un bombardamento terminò l’opera radendolo al suolo.

Gli spettacoli teatrali ambulanti ebbero un seguito negli anni dell’immediato dopo guerra anche se il cinema la faceva ormai da padrone relegandoli sempre più ai margini fino a condannarli all’estinzione.

Chi scrive, essendo nato nel 1941, ricorda ancora quando i cosiddetti “spettacoli viaggianti” si esibivano nelle piazze di periferia come, ad esempio, in Piazza Ceriana, al rione Cristo, o in Piazza Mentana, nel rione Pista. Le piazze, in quell’epoca, non erano ancora asfaltate, stiamo parlando degli anni 50/60 o giù di lì, la televisione ancora non esisteva e la mia famiglia alloggiava in Piazza Ceriana proprio sopra l’allora cinema Vittoria prima che venisse trasformato nell’attuale cinema Kristalli. Erano gli anni in cui mio padre, Primo, gestiva il Vittoria contemporaneamente all’Aurora, quest’ultima sala era situata nell’arena estiva della parrocchia della Madonna del Suffragio, ora completamente sparita come tutte sale di quell’epoca escludendo ovviamente il Kristalli e il Moderno, che però non è più un cinema. Ricordi ormai lontani di un tempo che fu ma tutt’ora vivi nella memoria di chi li ha vissuti in prima persona!

Le foto a corredo riprendono l’ingresso del Vittoria con la cassiera e l’addetto alla biglietteria.

L’altra foto riguarda invece l’ingresso dell’Aurora sul fianco della Parrocchia ora murato.

 

 

Il “Politeama Gra” ospitava le prime compagnie drammatiche

Il nome del Buzzi e della vedova Gra, si accompagnano al ricordo del “Politeama Gra”, modesto teatro che si apriva su via Trotti e si distendeva tutto sul fianco dell’interrompimento in allora di via Legnano, proprio nel senso dell’odierno stabilimento Cesa, sino a raggiungere la via Rattazzi. Il nostro “Gra” era un “teatro” veramente popolare, ancora ben presente ai vecchi alessandrini di oggi, nostalgico richiamo ai tempi della prima gioventù.

Era un teatro che all’esterno non presentava facciata alcuna, all’infuori di un modesto lampione: all’interno come ingresso offriva un semplice corridoio trasversale con due sportelli sui fianchi per la biglietteria, con due porte d’ingresso al piccolo vestibolo che in centro dava ingresso alla platea e sui fianchi da una parte alla “galleria” e dall’atra al “loggione”.

La platea era composta anzitutto di due file di poltrone con velluto rosso e due file di sedie comuni: erano questi i posti che diremo principali. Subito dietro, i posti di platea, costituiti da semplici panche molto simili a quelle che oggi vediamo nel nostro pubblico giardino! Più indietro, i posti in piedi per i ritardatari. Diremo ancora che all’intorno era circondata da una prima galleria, con sedili disposti su due file: sopra in alto, una vasta gradinata che costituiva la seconda galleria, o meglio il “loggione”, assai vasto disposto proprio per la comunità e diciamo anche per la felicità del nostro buon popolo, sempre generoso negli applausi e talvolta feroce nelle fischiate! Così si presentava a fine ottocento questo nostro modesto ritrovo, particolarmente caro agli alessandrini in tempi ormai lontani, quando ancora con una liretta soltanto si poteva sentire una Aida oppure un Mefistofele o, con ottanta centesimi, applaudire la nostra grande Marini e insieme Ermete Zacconi!

Le origini del nostro Gra erano assai lontane: risalivano ancora al 1846 quando sul posto stesso era sorta una arena scoperta col nome di Bellana (parente dei Gra). Allora serviva anzitutto per ospitare i popolari “cavallerizzi” quando ancora il “circo equestre” non era diventato il popolare “baraccone” di oggigiorno. Nel 1854 il Bellana si trasforma in “teatro” vero e proprio, con spettacoli di prosa e di lirica, per altro non ancora esclusi i cavallerizzi (come sarà poi anche per il Gra). Il 16 novembre 1879 il Bellana si incendia e rimane chiuso sino al 24 settembre 1882, serata di riapertura già col nome nuovo di “Politeama Gra”, nome che portò subito fortuna al nostro ritrovo, favorito anche dal fatto che allora il Municipale rimane per lungo tempo chiuso per restauri, affidati all’arch. Vandone.

Al nostro Gra, anche se modesto, si presentarono sempre le primarie compagnie drammatiche di allora e per tutte vogliamo ricordare, festeggiatissima, la nostra grande Virginia Marini. Né mancarono “illusionisti” di valore ed il popolare trasformista Fregoli. Da ricordare altresì, durante il Carnevale, il popolare “veglione dei Cappellai” nonché un riuscitissimo “ballo dei bambini”, l’uno come l’altro ripetuti poi per diversi anni.

Ahimè! Il 10 maggio 1902, durante il corso di una recita della Compagnia Berti Masi, diretta da Area Maggi (famoso interprete di Cirano di Bergerac) il popolare Gra si incendia a sua volta, e va perduto per sempre: quella sera si rappresentava un nuovo lavoro di Sardou: “Termidoro”. Fu proprio la serata definitiva del nostro popolare Gra!

Piero Angiolini 1962