Medici di base e vaccini: no al gioco al massacro

Borsa di studio in memoria del professor Giovanni Maconi CorriereAldi Federico Torrigiani*

 

L’articolo comparso sulla pagina di Alessandria e provincia de “La Stampa” di domenica 30 Maggio dal titolo: “L’ira dei medici di base. “I farmacisti per i vaccini sono pagati più di noi”. Polemica sulle tariffe”, a firma di Alessandro Mondo, rischia di dare una immagine sbagliata e fuorviante non solo della categoria dei medici di famiglia, ma anche di quanto sta avvenendo nel corso di questa campagna vaccinale.

Come sempre, quando è necessario coprire qualche responsabilità, si cerca di trovare un capro espiatorio; nulla di più facile che andare a cercarlo in quella categoria di medici che da sempre è la più gradita al cittadino, costa poco al sistema e si pensa, a torto, che sia l’anello più debole della catena.

E’ evidente che i “medici di base” non ci stanno; quando il gioco al massacro si fa evidente evidente, è necessario intervenire con fermezza, per evitare che si creino problemi inesistenti, artatamente introdotti per cercare di nascondere qualcos’altro; non abbiamo intenzione, nè ora nè in futuro, di innescare polemiche con i farmacisti, che abbiamo sempre considerato alleati e con i quali da sempre andiamo d’accordo. E non ci stiamo neanche ad essere rappresentati come una categoria di gente venale, che baratta il proprio impegno professionale sulla scorta di uno o due euro in più a vaccino.

Questo è francamente inaccettabile e riteniamo che le intenzioni del nostro Segretario Regionale Roberto Venesia siano state palesemente travisate.

Siamo stati i primi a consentire la partenza fluida ed “a razzo” delle vaccinazioni nei centri vaccinali della provincia quando ancora non era del tutto scontato che si trovassero per tempo medici vaccinatori; medici che oggi vengono pagati dai 40 agli 80 euro lordi per ogni ora di vaccinazione, mentre i medici di famiglia si accontentano della misera cifra di 6,16 euro a vaccino.
Tariffa che oltre a non essere ancora stata corrisposta a nessuno di loro (gli altri vengono pagati a cadenza mensile), risale alla bellezza di 16 anni fa (2005) e non è mai stata ritoccata al rialzo. Se il problema fosse veramente di tipo economico, i “medici di base” avrebbero già smesso di vaccinare da tempo; ed invece non solo non l’hanno fatto, ma continuano a dare il loro contributo alla campagna vaccinale, che potrebbe essere assai più consistente se ci fossero le condizioni adatte per farlo; ma queste condizioni non ci sono, l’abbiamo già detto da tempo e continuiamo a rimanere inascoltati.

E’ questo che riteniamo grave: non ascoltare una categoria professionale che ha sempre garantito il successo di tutte le campagne vaccinali di questa Regione e che ora si cerca di dipingere di volta in volta come irosa, accidiosa oppure addirittura avara.

Attualmente i Medici di Medicina Generale alessandrini (i dati sono del 27 Maggio) hanno vaccinato 13.772 persone; scusate se è poco. Il merito di questo numero è da attribuire ai 69 medici (circa il 25%) che hanno dato la loro adesione alla gestione autonoma della campagna vaccinale, nei propri studi o nei centri messi a disposizione dall’ASL o dai Sindaci. Ma se dovessimo calcolare anche tutti i medici di famiglia che continuano a dare la loro disponibilità a vaccinare nei centri dell’ASL e che quindi non figurano nelle statistiche, i numeri sarebbero di gran lunga superiori.

E allora, quali sono le motivazioni che non consentono ai medici di famiglia di aumentare l’adesione autonoma alla campagna vaccinale anti-Covid19? Ritengo che siano essenzialmente tre, e tra queste la motivazione economica non trova spazio.

1) Il fatto di dover fare un campagna vaccinale parallella, alternativa a quella dell’ASL, e non una campagna di affiancamento, come fanno invece altre categorie. Quando un medico da l’adesione alla campagna vaccinale, tutti i suoi pazienti vengono estrapolati dalle liste generali della Regione e posti in capo solo a lui. In pratica la Regione non li vede più e non manderà più alcun appuntamento, per cui da quel momento il medico dovrà vaccinarli da solo e si caricherà sulle spalle anche tutte le responsabilità che ne derivano, in particolar modo ciò che è descritto al punto 2.

2) La carenza di vaccini. Nonostante le rassicurazioni della Regione, ogni medico si deve scontrare settimanalmente con la difficoltà a prenotare i vaccini attraverso le farmacie, vaccini che arrivano a singhiozzo, in numero inferiore alle sue necessità e spesso non arrivano proprio; e senza alcuna responsabilità delle farmacie. Intendiamoci: è un problema di tutti, non solo dei medici di famiglia; ma per i medici di famiglia questa situazione rischia di diventare dirompente, se sommata a quella descritta al punto 1. Sentirsi dire dai propri pazienti “se lei non avesse dato l’adesione, a quest’ora io sarei già stato vaccinato dall’ASL” non è bello e molti medici ricordano ancora cosa successe durante l’ultima campagna antinfluenzale, quando la carenza di vaccini legata esclusivamente a gravi errori di programmazione regionale venne ribaltata attraverso la stampa sui Medici di Medicina Generale, rei di aver sbagliato loro stessi la programmazione!

3) I frutti della campagna mediatica orchestrata sul vaccino Astra-Zeneca (ai Medici di Famiglia vengono dati questi e, quando ci sono, i Johnson&Johnson), che porta ad infinite ed estenuanti discussioni con i pazienti, buona parte dei quali decide alla fine di andare a farsi vaccinare nei centri dell’ASL, dove somministrano Pfizer e Moderna.

Sono queste le condizioni che i “medici di base” vorrebbero ridiscutere per poter contribuire maggiormente alla più importante campagna vaccinale mai messa in piedi nel nostro Paese; non certo l’aumento di pochi euro a vaccinazione, che non li farebbe diventare più ricchi e che non è mai stato motivo di discussione, perlomeno al di fuori di quei tavoli regionali che sono l’unica sede idonea per questo tipo di contrattazioni. Usare questo argomento per rappresentare in questo momento la categoria più collaborativa di tutto il sistema sanitario regionale, che in questi lunghi mesi di pandemia con abnegazione si è caricata sulle spalle anche il lavoro che dovevano fare altri, lo ritengo quanto meno inopportuno.

* segretario provinciale Federazione Italiana Medici di Medicina Generale