di Ettore Grassano
“Lo abbiamo detto sin da subito, quello di Cambiamo è un percorso. L’obiettivo è riconfermare la centralità di un centrodestra capace di rinnovarsi, innovare e dare risposte concrete alle imprese, a chi ogni giorno manda avanti il Paese, ai cittadini”. Così il senatore Massimo Berutti commenta la costituzione, nei giorni scorsi, la costituzione con atto notarile del comitato promotore di Coraggio Italia/Cambiamo, progetto politico promosso da Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, e da Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia, che, spiega Berutti, “ha l’obiettivo di dare risposte al Paese e al mondo di centrodestra, a partire da un programma con proposte concrete e puntuali sui tanti temi che riguardano il nostro presente e il nostro futuro, dalla pandemia alla sanità, dalla scuola alle professioni, passando per agricoltura, imprese, turismo e tutti i settori che muovono il Paese. Si tratta di un progetto che crede nella nostra Italia, con persone competenti e intraprendenti pronte a mettersi in gioco”.
Cambiamo tiene fede al nome insomma, e prova ad allargare confini e prospettive del centro destra.
Ci facciamo raccontare da Massimo Berutti quali saranno le prossime mosse del nuovo soggetto politico, che ad oggi conta su 24 deputati e 7 senatori, “ma chiaramente è una situazione fluida, che vedrà altri ingressi a breve”. In arrivo da Forza Italia, ma forse non solo da lì.
Ma per fare cosa? Coraggio Italia/Cambiamo aspira ad essere il soggetto di destra moderata in grado di raccogliere l’eredità di Silvio Berlusconi, e di porsi come interlocutore di Lega e Fratelli d’Italia, in un’alleanza ‘alla pari’? Ad ottobre Cambiamo sosterrà i candidati sindaci del centro destra ovunque in Italia, e in particolare, in Piemonte, presenterà una propria lista a Torino e a Novara? E quali sono le ‘manovre’ in corso sul fronte alessandrino, dove si voterà tra un anno? Ma con il senatore Berutti parliamo anche dell’elezione del Presidente della Repubblica, e delle prospettive per il paese.
Senatore Berutti, quali sono le ambizioni di Coraggio Italia/Cambiamo?
Il Presidente Toti e il Sindaco Brugnaro hanno annunciato la nascita di un nuovo soggetto politico, che è il frutto del percorso intrapreso da Cambiamo un anno e mezzo fa, al momento della sua fondazione. L’obiettivo è ambiziosissimo: dare una prospettiva di crescita e ripartenza al Paese, valorizzando le persone che hanno competenze ed entusiasmo da mettere al servizio dell’Italia.
Cambiamo nel suo breve percorso ha fatto miracoli, tenuto conto che siamo nati poco prima dell’esplosione del Covid: siamo riusciti a farci conoscere, e con i Comitati abbiamo posto le basi per penetrare in ogni città, provincia, regione. Ora chiaramente si tratta di fare un ulteriore, forte salto di qualità. In Piemonte l’iniziativa di due settimane fa è stata un successo, e il nostro Presidente, Giovanni Toti, non solo è molto conosciuto in tutta Italia, ma è apprezzato dalle persone comuni, che ne colgono la capacità di riflettere sui problemi con grande concretezza, senza demagogia.
In autunno ci saranno le elezioni amministrative in diverse grandi città, da Roma a Milano a Napoli, fino a Bologna e a Torino. Un test importante per tutti, il primo del post covid. Per Coraggio Italia/Cambiamo sarà il primo in assoluto: ci sarete?
Ci saremo, anche se sulle modalità ci confronteremo in questi giorni, con Giovanni Toti e Luigi Brugnaro, e con tutto il gruppo dirigente. L’auspicio è che ci siano le condizioni per presentare
una lista autonoma, forte e credibile, in tutte le principali realtà che andranno al voto. Ovviamente all’interno e a sostegno dello schieramento del centro destra. Guardando a quell’ampio elettorato centrista che oggi si sente smarrito, e fa fatica ad identificarsi in Lega e Fratelli d’Italia: ma si sente fortemente di centro destra, senza se e senza ma.
A Torino e a Novara cosa farete?
Decideremo nei prossimi mesi. Certamente pieno sostegno a Damilano a Torino, e al sindaco Canelli a Novara: entrambi elementi di qualità, se sostenuti lealmente da tutto il centro destra ce la faranno.
Poi, tra meno di un anno, toccherà ad Alessandria, oltre che ad Acqui Terme. A Palazzo Rosso e dintorni ‘rumors’ su possibili adesioni a Cambiamo ne circolano da tempo: ora con Coraggio Italia/Cambiamo ci saranno accelerazioni?
(sorride, ndr) Non lo so, per ora lasciamo che le voci continuino a circolare, senza conferme o smentite. E’ presto per fare annunci, e ad oggi del partito a livello provinciale mi sto occupando direttamente io, in stretto rapporto con i comitati che stanno nascendo nelle varie città. Per ora posso solo dire che anche ad Alessandria, come e più che altrove, nostro obiettivo è presentare nel 2022 una lista forte e credibile, con elementi di valore.
A Roma invece che succederà, senatore? Sembra che la partita più pressante stia diventando quella del Presidente della Repubblica, sia pur sotto traccia….
Voci ne girano tante, così come smentite, che però non sempre vanno prese alla lettera. Non mi stupirei se alla fine la spuntasse qualche figura assai navigata, di lungo corso. Certamente posso dire che Coraggio Italia/Cambiamo appoggia oggi con forza il Governo Draghi, e che Giovanni Toti fu tra i primissimi a fare il suo nome come figura capace di guidare in maniera credibile il paese in un momento così delicato. Se poi Draghi volesse ripresentarsi, anche dopo il 2023, vedremo quali saranno le condizioni: di sicuro profili della sua autorevolezza oggi ce ne sono pochissimi, anche a livello europeo e non solo italiano.
La legge elettorale rimarrà quella attuale, semplicemente con collegi più ampi, data la riduzione del numero dei deputati (che nel 2023 saranno 400) e dei senatori (che diventeranno 200)?
Ad oggi è così, anche se vedo che ogni tanto qualcuno, soprattutto nel centro sinistra, prova a lanciare il sasso, magari anche solo per dimostrare di esistere. Quando non si occupano di ius soli o legge Zan, si intende….
La sinistra un tempo difendeva i lavoratori, senatore: oggi in effetti non sembra dedita, in maniera un po’ snob, soltanto ai diritti civili delle minoranze?
A me pare che oggi la stragrande maggioranza degli italiani abbia grandissimi problemi che si chiamano lavoro, aziende che rischiano di chiudere, necessità di riacquistare fiducia, e di creare le condizioni per un nuovo sviluppo. Queste sono le esigenze che un centro destra moderno deve saper ascoltare, e interpretare correttamente. Quelle che lei cita, per quanto enfatizzate dai media, sono davvero questioni da salotti radical chic: la politica seria oggi deve sapersi occupare delle vere priorità del paese.