Piazza Carducci oggi: ma ci fu un tempo in cui era piazza San Martino [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

Nei primi anni del’900 l’attuale piazza CarduccI era denominata piazza S. Martino e inizialmente, parliamo del 1834, su di essa venne edificato il Foro Boario. Nulla di straordinario se non il fatto che l’edificio in oggetto aveva una insolita pianta circolare, come si evince chiaramente dalla planimetria allegata della città di Alessandria datata 1890 (foto 1).

 

Costruita sul sedime dell’antica chiesa di S. Martino dei Gamondiesi e fortemente voluta da Valizone, architetto del Comune, dopo la sua dismissione da Foro Boario nel 1874, venne adattato a mercato dei bozzoli del baco da seta e infine, dal 1888, come deposito dei cereali, inoltre, nel corso della sua permanenza venne utilizzato anche come sede dei vigili del fuoco, dell’Ufficio Leva e del Liceo Musicale.

Abbattuta la vecchia rotonda, sul sedime liberato, poco a poco, trovarono sede gli uffici finanziari, oltre alla scuola elementare, oggi denominata “Il giardino dei colori”, così come il primo circolo Carducci-Vochieri. Riassumendo, tutto l’isolato (foto 2) che va da Piazza Carducci a via Pistoia oggi risulta occupato, a vario titolo, oltre che dagli uffici finanziari, anche dalle scuole elementari Carducci.

Ma, tornando alla piazza Carducci odierna, sparita la rotonda di Valizzone, possiamo vedere, sulla destra, in senso orario e quasi invariato, l’edificio, ora occupato dalla Guardia di Finanza, situato su Corso Virginia Marini fino all’angolo con via Piacenza (foto 3). Anche la bassa palazzina sull’angolo opposto della via Piacenza è sparita in favore di un palazzo di sei piani. Proseguendo, sempre in senso orario, non troviamo più la bassa casetta ad un piano bensì un alto palazzo di ben 12 piani.

In breve, tutta l’attuale piazza Carducci (foto 4-5) è stata rifatta realizzando, ove possibile, i parcheggi di cui la città ne ha, sempre più, una assoluta necessità.

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1 – Particolare della piantina datata 1890 in evidenza la pianta circolare del Foro Boario.

2 – Piazza Carducci fine ‘800, sulla destra il palazzo che attualmente ospita la G.d.F.

3 – il vecchio incrocio di piazza Carducci con Corso V. Marini e via Piacenza.

4-5 – Piazza Carducci oggi. A sinistra gli uffici finanziari, a destra le scuole elementari.

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La caratteristica “zona di San Martino”

Piazza Carducci è tuttora ricordata dai nostri anziani proprio all’uso dei nostri nonni come ”vecchia piazza S. Martino”. Tuttora infatti si usa dire “da san Marten” come indicazione di un luogo separato, quasi a sé stante, chiuso sulla linea di corso Virginia Marini da un vasto edificio religioso da anni sconsacrato e precisamente destinato a servizi vari di carattere militare.

E difatti divenne dapprima Caserma ed in appresso, e per molto tempo, sede della nostra Direzione di artiglieria. Da qualche anno abbandonate anche le cosiddette “tettoie” (officine militari specializzate) disposte da presso sulla linea di corso Cavallotti all’angolo con via Pistoia, la Direzione d’artiglieria si trasferiva sul margine, detto oltre Orti, della piazza d’armi che tutt’ora si dice “nuova”, inaugurata ancora da Vittorio Emanuele e dal generale Lamarmora, precisamente col saluto sulla piazza stessa alle truppe in partenza per la lontana Crimea.

Su piazza Carducci l’ex convento suddetto anche oggi presenta le caratteristiche dell’antico convento dedicato precisamente a S. Teresa delle Carmelitane Scalze, convento assai noto ai suoi tempi proprio per importanza: un edificio che all’interno da piazza S. Martino giungeva sino all’incontro della vecchia “contrada” (come uni tempio si diceva) di S. Valerio, oggi via delle Orfanelle e l’angolo proprio di piazzetta Bini sulla quale lungo tutto un lato si presenta il notissimo e popolare Istituto di S. Giuseppe per orfani ed orfane.

Si tratta precisamente di una zona caratteristica, veramente particolare, della nostra vecchia Alessandria: proprio all’intorno della piazzetta su indicata, e assai nota, si presentano diremo sul rovescio del nostro ex convento, diverse strade alquanto limitate come lunghezza ma tutte popolari e con denominazioni divenute col tempo altresì assai famigliari: via del Prato, via Gaeta, via Asti, via Morbelli.

Strade di regola con scarso movimento e pertanto anche con scarso disturbo, disposte quasi all’intorno di una delle più antiche nostre istituzioni benefiche, l’Orfanotrofio di S. Giuseppe, forse fra tutte la più nota e la più amata degna veramente della nostra più alta considerazione. Da segnalare infine che questo antico rione si appoggia ormai su spalto Borgoglio, linea diremo estrema della città, sul lungo Tanaro che si vanta proprio, al ricordo del passato, dell’antico titolo di S. Martino.

Piero Angiolini 1965