Casello di Predosa, il primo atto [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

La delibera giovedì in Consiglio comunale ad Acqui. L’importanza della struttura nelle parole dei sindaci Lorenzo Lucchini (Acqui Terme), Maura Pastorino (Predosa) e Paolo Lantero (Ovada). L’analisi tecnica della Fondazione Slala

Nuovo casello di Predosa, il primo atto politico andrà in scena giovedì ad Acqui Terme quando il Consiglio comunale discuterà la delibera che impegna il Comune «a supportare tutte le azioni utili alla realizzazione di un casello sull’autostrada A26 nel Comune di Predosa e una bretella di collegamento a Strevi». Seguiranno iniziative analoghe anche negli altri territori direttamente coinvolti, a iniziare proprio da Predosa e da Ovada, come hanno spiegato i sindaci Lorenzo Lucchini (Acqui Terme), Maura Pastorino (Predosa) e Paolo Lantero (Ovada) durante una conferenza stampa cui hanno partecipato anche Nicola Bassi, coordinatore della Commissione “Logistica delle merci”, e Angelo Marinoni, coordinatore dalle costituenda Commissione “Interventi Strategici” della Fondazione Slala – Sistema logistico del nord ovest d’Italia (il presidente è Cesare Rossini) che sta svolgendo un ruolo di consulenza e coordinamento tecnico fra i territori e amministrazioni.

«Penso che si possa guardare alla realizzazione del casello di Predosa e al suo collegamento fra le aree dell’Ovadese e dell’Acquese con prudente ottimismo. Abbiamo lavorato a lungo per farci trovare pronti e ora stiamo agendo con una strategia ben strutturata per mettere la realizzazione di queste infrastrutture come priorità assoluta nelle sedi istituzionali. Vogliamo dare un volto nuovo al futuro del nostro territorio» ha affermato Lucchini.

Maura Pastorino ricorda che «l’idea di questo casello risale a decenni fa, addirittura fin ai tempi della costruzione dell’autostrada. Poi nel 2007 è stato predisposto uno studio di fattibilità. Oggi riparliamo, alla luce di nuove condizioni e sinergie, di quel progetto, ma con finalità e contesti nuovi. È necessario – aggiunge – intraprendere azioni serie e concrete per lo sviluppo delle nostre zone, pianificare il futuro dei nostri territori, e farlo attraverso un lavoro di squadra».

Che questa infrastruttura «oggi sia ancora più necessaria che in passato» è convinto Paolo Lantero. «C’è un indubbio aumento di traffico pesante da a per le aree industriali a nord di Ovada, gli insediamenti vengono raggiunti da mezzi pesanti che appesantiscono in modo eccessivo la viabilità cittadina. E poi – aggiunge Lantero – c’è la possibilità di dare un accesso veloce ad Acqui Terme e innescare un processo virtuoso per lo sviluppo del territorio sul fronte turistico. Potrà infatti diventare sempre più la porta di accesso del Monferrato e per l’Acquese, con un percorso tra le colline di assoluto pregio paesaggistico. Sul piano delle risorse, guardiamo al Recovery Plan perché se è vero che il casello dovrà essere messo in capo come spesa a società Autostrade, c’è da sviluppare la rete di connessioni sulla viabilità ordinaria in modo tale che sia strutturata nel modo corretto al servizio dello sviluppo industriale e  turistico».

Da Slala arrivano considerazioni più tecniche. «Siamo di fronte non ancora a un progetto esecutivo, ma alla fondamentale traduzione delle istanze del territorio, sia sul piano economico, sia della sostenibilità ambientale. Il nuovo casello di Predosa – rileva Angelo Marinoni – è importante per l’accessibilità a un territorio di area vasta e per la definizione delle traiettorie dei traffici. Significa integrare una rete di trasporto che arriva fino a Domodossola con la A26 e verso la A7 attraverso la bretella di Novi Ligure. Sostanzialmente segue il  percorso dei “corridoi” internazionali delle merci. Consentirà di avere la necessaria e funzionale accessibilità e di canalizzare tutti quei flussi che adesso insistono sulla viabilità ordinaria nel modo più compatibili possibile con l’ambiente e la qualità della vita. Ho commentato l’avvio dello studio trasportistico per lo scalo ferroviario di Alessandria dicendo che è “come una biglia sul piano inclinato che finalmente ha iniziato la corsa”. Anche il casello è una biglia sul piano inclinato: è una struttura semplice, ma fondamentale che consentirà di fare esplodere in senso positivo i territori che le stanno intorno».

Le considerazioni sull’importanza del casello per i trasporti e la logistica sono al centro dell’analisi di Nicola Bassi. «Più dell’ottanta per cento delle merci – sottolinea – viaggia su gomma e i porti, come Genova, hanno problemi nello scambio delle merci con l’entroterra. I buffer serviranno proprio a cercare di compensare i picchi di traffico, gestendo in modo diverso le merci da e per il porto. Ricordo che Genova potrebbe arrivare a quattro milioni e mezzo di teu (container), quasi raddoppiando il traffico attuale. In questo scenario c’è bisogno soprattutto di una grandissima volontà e di una disponibilità dei territori a infrastrutturarsi e quello del casello di Predosa è un ottimo esempio, così come lo sviluppo dello scalo smistamento di Alessandria. Chiaramente – afferma Bassi – parliamo di un disegno che va oltre quello che è il territorio del Basso Piemonte e si inserisce in un disegno di logistica nazionale ed europea che ha bisogno dell’impegno del Ministero delle Infrastrutture come quello degli operatori economici che lavorano nel settore. Non ci nascondiamo che è un progetto di sviluppo molto complesso, ma è altrettanto allettante perché stiamo parlando di volumi economici e di lavoro, qualificato e ad alta professionalità, cui questo territorio può e deve guardare».

Rispetto alle tempistiche, l’ipotesi del casello di Predosa «nel 2021 è ancora all’interno delle dieci priorità di Società Autostrade per quanto riguarda le infrastrutture integrative. L’idea è quella di fare partire il prima possibile l’iter: si può ipotizzare un anno per arrivare al sì all’avvio del progetto ed entrare nella successiva fase di progettazione» rileva Marinoni.

Il casello di Predosa si collega poi al progetto della bretella Predosa – Strevi. «L’idea – commenta Lucchini – risale ad anni fa e ultimamente è stata rivista dal punto di vista realizzativo perché i costi necessari erano considerati troppo alti. Durante un recente incontro con la Provincia di Alessandria, il presidente Gianfranco Baldi ha riferito che è stata aperta una scheda per la realizzazione in questa bretella con un indice di spesa ridimensionato, passato dai trecento milioni di euro previsti inizialmente a 150 milioni. È prevista la realizzazione di un collegamento ex novo».

La zona dove dovrebbe sorgere il casello autostradale è stata individuata nell’area industriale di Predosa. Lo studio di fattibilità del 2007 lo collocava invece in un’area agricola, al di fuori della viabilità esistente. «Noi abbiamo abbiamo previsto una collocazione molto più vicina alle alle strade che già ci sono. Sarà una struttura – conclude Maura Pastorino – molto più  snella  e più facilmente realizzabile».