Alle radici del noir: Enigmi in camicia nera [ALlibri]

A cura di Angelo Marenzana

 

Tra le novità in libreria di questo periodo vorrei segnalare l’uscita di un’antologia (curata dal sottoscritto e dall’amico e compagno di avventure editoriali Daniele Cambiaso) dal titolo Enigmi in camicia nera pubblicata dalla case editrice La Torre dei Venti. Il volume contiene tredici racconti di autori diversi che, com’è facilmente richiamato dal titolo, evocano il periodo storico della prima metà del Novecento più conosciuto come Ventennio, trasformandolo in un contenitore di storie le più diverse tra loro.

Gi autori ne tratteggiano, attraverso un sapiente uso della scrittura di genere, trame arricchite da vicende umane sempre ben distribuite tra realtà urbane e piccole esistenze di paese. Come recita il titolo, si tratta di enigmi, misteri da risolvere che trovano la loro essenza o in fatti criminosi, o ingabbiati in un ricordo da cui appare diffcile il liberarsene.

La scelta di questa antologia nasce per riportare a galla il senso di una drammaticità storica diffusa anche sul piano geografico che ha caratterizzato quell’epoca ancora straordinariamente vicina alla nostra contemporaneità,  capace di accomunare le tante diversità sia ideologiche che sociali, in quegli anni molto più marcate di oggi. Sono storie di cui gli stessi autori sono testimoni indiretti o da loro affidate nelle mani di personaggi già noti nel mondo editoriale. Sono gli anni che fanno da ponte con il passato ottocentesco e l’attuale modernità, cementati dalla nascita delle grandi ideologie, dall’insorgere del pensiero opposto, dei grandi obiettivi sociali da conquistare, con un mondo artistico forte di tensioni creative, dove l’eroismo si contrapponeva alla vigliaccheria e il senso di umanità collettiva al crudele orrore di pochi. Ma soprattutto sono gli anni che mettono le basi dei grandi misteri che hanno infestato l’Italia negli anni a venire, le stragi di stato, i golpe falliti, la strategia della tensione per tentare di bloccare lo sviluppo economico attraverso il riconoscimento dei diritti dei lavoratori, trame nere e terrorismo rosso, trasformando l’intera pensola in un terreno di scontro anche internazionale, cuore del contrabbando di armi, di rapine per autofinanziamento, dove i rapporti tra politica, terrorismo e malavita si intrecciavanocome vincoli di sangue. Insomma, siamo alle radici del noir casalingo.

Il dopoguerra ha visto le pagine della saggistica a farla da padrone per sviscerare e raccontare la storia del regime e gli effetti nefasti della guerra attraverso analisi e testimonianze. Solo in pochi casi alcuni grandi nomi della letteratura italiana (Fenoglio, Pratolini, Vittorini, Cassola…) hanno offerto una sponda al campo della narrativa per essere elemento di comunicazione. Come se la quotidianità di quel tempo e ferite mai del tutto rimarginate cercassero rifugio in una sorta di oblio razionale. In questi ultimi decenni ha trovato però un suo spazio meglio definito una compatta schiera di scrittori che hanno cercato di ricostruire atmosfere ed eventi storici collegati al periodo in questione trasformandolo in una sorta di palcoscenico su cui far muovere trame e personaggi di pura invenzione. Merito dei cosiddetti giallisti, capaci di spulciare il crimine negli anni del Ventennio quando gli Italiani vivevano la vita quotidiana in piena sicurezza. Auytori capaci di prendere pagine di Storia per il collo e impedire loro di finire travolte dalle torbide acque del dimenticatoio.

Libro e moschetto fascista perfetto. Si diceva ai tempi del Duce. Però l’importante era che il libro in questione non rientrasse nel genere giallo. E se, vagheggiando in un mondo fantastico, qualche morto ammazzato era proprio indispensabile per dare un’emozione diversa al lettore, il colpevole dell’omicidio doveva essere rigorosamente straniero. Tutto questo in nome di regole e proibizioni ferree volute dal regime: nessun italiano si poteva macchiare di un crimine. Un volo con la fantasia era ammesso, ma non al punto da far supporre l’esistenza di una realtà dove l’illegalità potesse avere il sopravvento. Gli italiani erano brava gente e il regime di Mussolini, grazie anche alla sua opera educativa, era capace di mantenere ordine e disciplina. Anche a costo di consumare qualche manganello sulla schiena dei più duri di comprendonio. Quindi meglio un po’ di retorica scritta in bella prosa, e diffusa a piene mani, con suggestive storie d’amore e d’avventura, dove far primeggiare eteree fanciulle pronte a cadere tra le braccia di un uomo forte, coraggioso e onesto. Ma nonostante queste premesse, occorre dire che è datata proprio nel ventennio la nascita del termine giallo grazie alla ormai nota collana dei romanzi editi da Mondadori. Nel 1931, su precisa disposizione del governo fascista, tutti gli editori vennero obbligati a pubblicare almeno il 15% di opere a firma di italiani, e qualche autore di casa nostra incominciò a fare capolino con case editrici come Sonzogno, Nerbini, Minerva scrivendo di enigmi dalle ambientazioni fragili, intrecci macchinosi, veleni e pugnali, il tutto in atmosfere che nulla avevano da condividere con la realtà quotidiana. La collana di Mondadori sarà destinata poi a soccombere alle accuse di diseducatività scagliate dal potere fascista e verrà sospesa nel 1941 con la pubblicazione del numero 266 (che, per ironia della sorte, portava proprio una firma italiana, quella di Ezio D’Errico, con il romanzo La casa inabitabile).

Gli Enigmi in camicia nera altro non sono che lo specchio di una narrativa con profonde radici tutte italiane anche se per troppo tempo misconosciute e considerata di serie B rispetto alla cosiddetta letteratura alta. Rappresentano una voglia di raccontare e di mantenere viva la memoria di un’epoca e dei suoi fattori umani, di crescere e storicizzarsi partendo da brandelli veritieri di storia del Ventennio dove indagini, atmosfere, misteri e trame nulla hanno di irreale, tanto da fare di questa compagine letteraria i più autentici discepoli di maestri del calibro di Augusto de Angelis, Alessandro Varaldo, Carlo Emilio Gadda.

Gli autori presenti nella raccolta

Giorgio Ballario

Fiorella Borin

Daniele Cambiaso

Rino Casazza

Armando d’Amaro

Emanuele Delmiglio

Leonardo Gori

Giulio Leoni

Enrico Luceri

Angelo Marenzana

Lapo Sagramoso

Laura Segnalati

Flavio Villani