Debolezze dell’Ordine [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

 

C’è sempre stata nella storia una discrepanza tra la legge e l’applicazione della legge. Dipende in primo luogo dalla capacità di discernimento dell’uomo però è anche vero che ogni uomo è diverso; mettersi nei panni altrui è uno dei mestieri più complessi al mondo, per questa ragione le mie considerazioni – come quelle di chiunque – sono personali e opinabili.

Nella narrazione cinematografica i poliziotti ideali sono rassicuranti, fermi ma gentili, severi ma giusti, presenti e preparati.

Si chiamano forze dell’ordine perché hanno l’autorità per mantenere l’ordine e l’autorevolezza per farlo con intelligenza.
Esiste poi il poliziotto corrotto che – sempre nel film – viene scoperto e arrestato o ucciso.

Nella vita reale abbiamo spesso impressioni diverse.
Probabilmente dipende dall’assuefazione alle fiction, dall’attaccamento al senso di giustizia, dalla conoscenza delle leggi e delle regole, dalla preparazione alla vita professionale ma la mia personale esperienza mi porta a pensare che qualcosa oggi non funzioni a dovere.

È un anno che stiamo vivendo in un universo parallelo.
Si è parlato impropriamente di dittatura sanitaria ma se la pandemia ci sta ancora assalendo è perché qualcosa non ha funzionato nella supervisione dei comportamenti dannosi dei cittadini.
Dunque non solo la dittatura non è mai esistita ma neppure si sono attuati i monitoraggi minimi per garantire il rispetto delle regole più elementari.

Con l’avvento dei vaccini vigili, carabinieri, poliziotti e simili hanno preteso di essere annoverati tra le categorie a rischio, con la necessità quindi di essere sottoposti con elevata priorità all’immunizzazione.
Giusto o meno che sia, il punto è che nelle città le loro presenze sono invisibili. I centri urbani sono frequentati da chi ha compreso come ci si deve comportare in questo strano periodo e chi non lo ha ancora compreso né mai potrà farlo.

È fin troppo evidente che la situazione sta creando danni irreparabili a tutte quelle attività commerciali che stanno alle norme, si impegnano con professionalità e – con tutta la fatica del mondo – riuscirebbero a continuare nella sopravvivenza fino al ritorno alla vita normale.

Non c’è nulla di peggio della vigliaccheria umana; a scuola facciamo fatica a spiegare ai ragazzi e alle famiglie cosa sia giusto e quale sia il limite della libertà individuale.
Se le forze divengono debolezze sovvertiamo il mondo, facciamoci del male e prepariamoci alle ingiustizie come metro quotidiano.