Coldiretti sui danni causati dai lupi: “Gli indennizzi non bastano, serve strategia di prevenzione”

“Positivo lo stanziamento dei fondi per l’indennizzo diretto dei danni causati dalle predazioni da lupo, ma ricordiamo alla Regione che serve un meccanismo efficiente, con tempistiche rapide ed una modalità che, oltre al monitoraggio ed alla prevenzione, possa garantire una gestione che tuteli, innanzitutto, il bestiame e chi vive le nostre montagne e le nostre colline, stante il moltiplicarsi di avvistamenti e predazioni anche a bassa quota”.

Commentano così il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo rispetto allo stanziamento di 300 mila euro, approvato dalla Giunta regionale, per il risarcimento dei danni causati dalle predazioni dai lupi al patrimonio zootecnico in Piemonte e per i costi sostenuti a difesa del bestiame.

Sull’Appennino alessandrino sono almeno dieci i branchi di lupi (dato reso noto dall’Ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese facendo il quadro dei risultati del monitoraggio standardizzato del lupo 2018-2020 per il territorio della provincia di Alessandria): un numero in crescita che mette al centro dell’attenzione non soltanto la sicurezza del bestiame, ma anche la tutela dell’incolumità di chi vive le montagne e le colline, con il moltiplicarsi di avvistamenti e predazioni anche a bassa quota.

Nel solo Piemonte si stima una popolazione compresa tra i 450 ed i 500 lupi quando in Francia sono complessivamente circa 550 e la tendenza è che vadano ad occupare sempre maggiori aree del territorio, spostandosi sempre più verso le zone di collina e di pianura.

“Proprio per questa ragione – continuano Bianco e Rampazzo – bisogna considerare il pericolo costante che genera la presenza del lupo, oltre al fatto che rischia di provocare un disequilibrio ecologico. E’, dunque, necessario proseguire con il lavoro avviato dal vicepresidente regionale, Fabio Carosso, in sede della Conferenza Stato-Regioni rispetto alle modifiche sul Piano Lupo, in sintonia con quanto stanno già facendo i Paesi confinanti, come la Francia. Serve mettere in atto, quindi, concrete e rapide misure di contenimento al fine di permettere, in primis, alle nostre imprese lo svolgimento dell’attività produttiva, alla luce del ruolo svolto a tutela del territorio e viste le difficoltà legate alla situazione pandemica”.