Italia Viva sul Deposito Nazionale rifiuti radioattivi: “No a sindrome Nimby, ma anche a decisioni già prese a tavolino”

La stesura dell’elenco dei siti idonei ad ospitare il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi, attraverso il CNAPI (Centro Nazionale Aree Potenzialmente Idonee), ha individuato 67 dei quali più idonei in assoluto risultano essere 12, collocati in gran parte in Piemonte: quattro in Provincia di Torino, cinque in Provincia di Alessandria. I restanti nell’area di Viterbo.

Nel dettaglio le aree della nostra provincia giudicate “molto buone”: la AL-8 che coinvolge Alessandria, Castelletto Monferrato e Quargnento; la AL-14, (Alessandria, Fubine e Quargnento); la AL-3 (Alessandria e Oviglio); la AL-2 (Alessandria, Bosco Marengo e Frugarolo); la AL-1 (Alessandria, Bosco Marengo e Novi Ligure).

Va inoltre ricordata la Al-13 (Castelnuovo Bormida e Sezzadio) che è giudicata “buona”.

La provincia di Alessandria sembra aver ricevuto particolari attenzioni che destano preoccupazione, a tratti assume i contorni della decisione già presa.

Il Monferrato casalese ha visto legare il suo nome a quello di Eternit, con il suo carico di morte che continua a perpetrarsi nel tempo chissà fino a quando. Questo territorio che meriterebbe un risarcimento, al contrario, vive lo stoccaggio di rifiuti radioattivi a Saluggia, in provincia di Vercelli, ma ad una manciata di chilometri dai pozzi dell’acquedotto del Monferrato.

Nell’area di Alessandria, Bosco Marengo, Spinetta, Pozzolo, gli episodi di patologie ed inquinanti nelle falde acquifere da decenni stanno facendo cronaca. Mentre più a sud, nell’area di Serravalle la vicenda della bonifica dell’ex raffineria Ecolibarna tiene banco da un mezzo secolo senza arrivare a soluzione con episodi analoghi nell’area tortonese.

I criteri con i quali si è stilato questo elenco, inoltre, sono oggi datati e non sono stati aggiornati, per questo riteniamo che sia necessario riconsiderare le conclusioni relativamente alla Provincia di Alessandria tenendo conto dei rischi connessi a territori soggetti a esondazioni e dissesto idrogeologico, alla presenza di aziende ad alto rischio che quotidianamente condizionano il territorio alessandrino, alla presenza di siti di alto valore storico e culturale (compresi i siti UNESCO), oltre che le produzioni agricole d’eccellenza.

Alessandria, con i suoi territori, è lontana dalla diffusa sindrome NIMBY e lo ha dimostrato negli anni attraverso una costante disponibilità (anche con sacrificio) per il bene nazionale, ma questo non deve diventare il pretesto per scaricare su questa provincia ogni problema di difficile soluzione.

Italia Viva grazie al coordinamento provinciale di Alessandria e ai suoi rappresentanti nelle Istituzioni centrali, sarà al fianco dei cittadini e degli amministratori locali al fine tutelare i nostri territori.

Italia Viva Coordinamento provinciale Alessandria