Comitato No Biogas a Valmadonna: “Caro sindaco Cuttica, ecco perchè siamo contrari, e le chiediamo di intervenire”. Intanto a sostegno del No arriva la Mozione del Presidente del Consiglio Comunale Locci

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La vicenda dell’ipotesi di impianto di biogas a Valmadonna tiene banco da settimane, e almeno sulla carta tutti, dalla popolazione alle forze politiche, sembrano essere contrari. Tranne, ovviamente, la società promotrice, che anche acquistando spazi pubblicitari sui media prova ad argomentare la bontà del proprio progetto.

Giovedì mattina il ‘Dossier Valmadonna’ dovrebbe essere sul tavolo della Giunta del comune di Alessandria, e si resta in attesa di conseguenti comunicazioni, anche se sul piano tecnico ad essere decisivo sarà comunque il parere dei tecnici della Provincia, competenti in materia ambientale,
che si pronunceranno nel mese di marzo.

Nel frattempo il battagliero Comitato Civico costituitosi a Valmadonna, dopo aver incassato l’appoggio di registi, intellettuali e sportivi, e avendo per il momento con grande equilibrio resistito anche ai tentativi di strumentalizzazione di qualche politico locale, scrive una lettera aperta al sindaco Cuttica, che riportiamo integralmente.

Signor Sindaco di Alessandria Prof. Gianfranco Cuttica di Revigliasco

Egregio Signor Sindaco, siamo una comunità che si è mobilitata e raccolta in Comitato dopo aver saputo, per caso, di un progetto per la realizzazione di un poderoso impianto di produzione di Biogas a Valmadonna, il cui iter autorizzativo è già in fase avanzata.
Alla nostra iniziativa hanno aderito in massa cittadini e villeggianti, anche di altre regioni. L’impianto, per le sue caratteristiche, per la localizzazione e per i conseguenti interventi di modifica della viabilità, dell’assetto urbanistico e ambientale, è incompatibile con il nostro territorio e la sua vocazione agricola e residenziale.

Avrebbe infatti conseguenze pesanti e irrimediabili in termini di salubrità dell’aria, paesaggio, attività economiche, valore degli immobili, in una delle più apprezzate aree della collina alessandrina, incidendo pesantemente sulla salute nostra e dei nostri figli, senza portare alcun beneficio alla collettività. Ecco perché La invitiamo a valutare, con senso di responsabilità e lungimiranza, le conseguenze di un’eventuale autorizzazione ad un impianto osteggiato dalla popolazione e destinato a impoverire un territorio già gravemente compromesso dal punto di vista ambientale.

Riteniamo che far sentire la propria voce per le decisioni che li riguardano sia una legittima aspirazione dei cittadini: si chiama democrazia.

Le ragioni del nostro NO:

1. Le motivazioni tecniche che hanno indotto l’amministrazione a negare l’autorizzazione per l’impianto a Valle San Bartolomeo nel 2020 sussistono anche per l’intervento previsto a Valmadonna, essendo presenti le stesse problematiche morfologiche, sanitarie e urbanistiche che erano state allora evidenziate.

2. L’impianto insiste in un’area di rilevante interesse paesaggistico ed elevato interesse agronomico ai sensi del Piano paesaggistico regionale ed è incompatibile con i criteri localizzativi previsti.

3. L’impianto è del tutto avulso dal contesto di riferimento, trattandosi di una struttura che altera la vocazione agricola e residenziale del territorio, con spreco di terreno produttivo per la realizzazione di una struttura e delle necessarie opere di servizio senza apportare alcun vantaggio alla collettività.

4. Pur trattandosi di un impianto privato, le rilevanti modifiche che comporta all’assetto urbanistico, viario e ambientale dell’area rendono necessaria un’accurata valutazione di compatibilità con l’interesse pubblico, che non risulta sia stata finora effettuata.

5. Si tratta di una struttura industriale, da realizzarsi ex novo in piena campagna, che non è funzionale all’agricoltura della zona, né al potenziamento e/o all’ammodernamento di edifici esistenti, alimentata da materiale proveniente per lo più da altre province e regioni, in spregio al principio di prossimità territoriale, con la necessità per l’autorità pubblica di controllare ciò che arriva per evitare ogni rischio di illecito smaltimento di rifiuti.
6. L’impianto si trova a 1.480 metri dal centro di riabilitazione Teresio Borsalino, ora anche centro di formazione legato alla facoltà di medicina, accanto ad una dimora storica, a poca distanza da un maneggio sede di attività ippica sportiva e riabilitativa, dalle scuole elementare e materna di Valmadonna e dalla Cittadella di Alessandria.

7. La vicinanza con un deposito di carburanti comporta rilevanti problemi di sicurezza che non sono stati adeguatamente considerati; manca un’accurata valutazione del rischio e non sono indicate le misure di mitigazione in caso di incidente.

8. La viabilità della zona, fatta per lo più di strade di campagna, sarebbe completamente stravolta dalle modifiche dell’assetto viario previste per consentire il continuo passaggio di camion e TIR, con conseguente congestionamento del traffico, inquinamento atmosferico e acustico allo stato non quantificato.

Ambiente, sviluppo sostenibile e territorio sono strettamente collegati e costituiscono parte integrante della nostra cultura e identità, risorsa preziosa e patrimonio da salvaguardare a beneficio nostro e delle future generazioni. Si tratta di valori sanciti dalla Costituzione e alla base del Green Deal europeo, come ben evidenziato di recente anche dal Presidente Draghi.

Confidiamo che il silenzio che Ella ha finora serbato non sia indice di indifferenza, ma dimostrazione dell’attenta riflessione in corso, ai fini di una decisione ponderata. Ci appelliamo pertanto alla Sua sensibilità di uomo di cultura e amministratore affinché ascolti le nostre ragioni e schieri il Comune contro il progetto di impianto. Siamo certi che in tal caso anche la Provincia terrà in debito conto le nostre indicazioni. Siamo ancora in tempo!

Il Comitato “No-BIOGAS Valmadonna”

 

Una prima presa di posizione arriva dal Presidente del Consiglio Comunale Emanuele Locci, in nome del Gruppo Consiliare Alessandria Migliore.

Locci ha presentato una proposta di mozione avente lo stesso oggetto di un altro argomento all’ordine del giorno del Consiglio Comunale, la Variante parziale al PRGC, per permettere al Consiglio Comunale di affrontare urgentemente la questione del progetto delbiodigestore per la produzione di biogas a Valmadonna.

“Sono contento che sul tema della nuova centrale a biomasse ho sentito un coro pressoché unanime di voci contrarie – commenta Locci – per questo ho ritenuto che questo generale orientamento politico dovesse trovare la forza e la formalità di un atto di indirizzo ufficiale da parte del Consiglio Comunale. All’uopo ho deciso di presentare una mozione nell’ambito della discussione della Variante al PRGC in quanto, se l’amministrazione comunale avesse già recepito come previsto dalla legge il
Piano Paesaggistico Regionale, probabilmente questo progetto non potrebbe essere autorizzato.”

Infatti, si legge nella mozione, tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica o territoriale sono chiamati ad adeguarsi al Piano paesaggistico regionale (PPR) – strumento di tutela e promozione del
paesaggio piemontese rivolto a regolarne le trasformazioni e a sostenerne il ruolo strategico per lo sviluppo sostenibile del territorio – entro 24 mesi dalla data di approvazione avvenuta con D.C.R. n.
233 – 35836 del 3 ottobre 2017.

“Ogni variante apportata agli strumenti di pianificazione ed ogni nuovo progetto insistente sul territorio comunale deve dimostrare il rispetto dei contenuti del Ppr stesso – sostiene Locci – ed il progetto di impianto per la produzione del biogas a Valmadonna in località Cascina Porcellana  sorgerebbe in un’area classificata dal Ppr come di elevato interesse agronomico e come area rurale di specifico interesse paesaggistico.

Lo stesso D.Lgs. 387/2003 nel prevedere che impianti alimentati da biomasse possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sottolinea che nell’ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale.Ci sono elementi tecnici sufficienti per opporsi alla realizzazione dell’impianto.”

Con questa mozione il Presidente Locci chiede al Consiglio Comunale di sostenere tre indirizzi politici:

1) dichiarare la sua contrarietà alla realizzazione dell’impianto di digestione anaerobica di Valmadonna;

2) impegnare la Giunta Comunale a tenere conto delle novità introdotte dal PPR in ogni variazione degli strumenti urbanistici e di pianificazione territoriale;

3) chiedere al Sindaco ed agli assessori competenti di assumersi la responsabilità di tutelare l’interesse pubblico alla salute e all’ambiente esercitando la propria attività discrezionale nel dare un chiaro indirizzo politico – amministrativo ai Dirigenti in riferimento all’autorizzazione dell’impianto.

“Oltre agli aspetti tecnici c’è anche un aspetto politico – sottolinea Locci – ovvero che noi amministratori politici, nel rispetto del quadro normativo vigente, dobbiamo impegnarci prioritariamente al soddisfacimento dell’interesse pubblico che deve tenere conto delle motivazioni di
salute pubblica, di tutela ambientale e di conservazione delle aree di interesse agronomico e paesaggistico.  Nel caso dell’impianto di Valmadonna gli interessi pubblici devono essere tutelati fermando la realizzazione dell’impianto di produzione del biogas ed è necessario che gli organi di indirizzo politico -amministrativo adottino delle scelte nell’ambito della propria discrezionalità al fine di meglio tutelare questi interessi mentre i Dirigenti dovranno adempiere agli indirizzi loro assegnati dalla politica.”