Coldiretti su ipotesi Deposito scorie nucleari: “Inquinare il suolo significa inquinare il futuro”

“Bene la decisione di dare a Regioni, Comuni ed Enti Locali più tempo per produrre le osservazioni sulla mappa delle aree utilizzabili per il deposito delle scorie nucleari. Lo avevamo chiesto anche noi assieme ai Comuni interessati nel corso degli incontri informativi del Tavolo regionale per la trasparenza e partecipazione nucleare per tutelare la vocazione dei territori della nostra provincia nell’ottica di un’agricoltura sempre più green, variegata, che punta sempre più a progetti di filiera volti a valorizzare i prodotti locali, al biologico, alla difesa e tutela della biodiversità e sostenibilità”.

Commenta così il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco l’approvazione da parte delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera dell’emendamento che dà 180 giorni, anziché 60, per la consultazione avviata dopo la pubblicazione della carta Cnapi, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico.

Aver inserito nel Milleproroghe la nuova data fa così slittare il seminario nazionale,  propedeutico all’adozione della nuova carta dopo 240 giorni, anziché dopo 120.

Ricordiamo che in provincia di Alessandria sono state individuate 6 delle 8 aree piemontesi: Oviglio, Alessandria-Castelletto Monferrato; Alessandria-Quargnento, Fubine-Quargnento, Bosco Marengo-Frugarolo, Castelnuovo  Bormida-Sezzadio e Bosco Marengo-Novi, “un consumo di terreno fertile e vocato che non possiamo permetterci. Collaboreremo con gli enti locali per fornire dati e osservazioni puntuali al fine di arrivare ad una scelta finale il più razionale e condivisa possibile», ha aggiunto Bianco.

Servono garanzie di sicurezza accompagnate ad una forte attenzione al consumo di suolo evitando nuovi insediamenti con il riutilizzo e la bonifica di aree industriali dismesse: un allarme arrivato negli ultimi 25 anni, solo per la nostra provincia, a qualcosa come meno 26.450 ettari, ossia oltre  il 28% della superficie agricola utilizzabile.

“L’allarme globale provocato dal coronavirus – ha concluso il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno difese e valorizzate per difendere la sovranità alimentare e creare nuovi posti di lavoro. Tutto ciò va tenuto ben presente soprattutto pensando alla zona della provincia di Alessandria e agli spazi ritenuti decisamente validi per il deposito dei rifiuti radioattivi. Questo è un territorio già fortemente messo alla prova da alluvioni, rischio idrogeologico e inquinamento delle falde per questo chiediamo grande attenzione. Inquinare il suolo vuol dire inquinare il futuro: non dimentichiamo che i terreni influenzano il cibo che mangiamo, l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo”.