Occhi e cuore [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso

 

In questi giorni ho ho riflettuto a lungo sul significato di un applauso.
La ragione è legata alla querelle tra chi sostiene che l’applauso al premier uscente Conte sia stato formale oppure sentitamente fuori dal protocollo.

Parto dall’assunto che l’applauso sia un tributo rivolto a chi – per diversi motivi – lo meriti.
Gli applausi però assumono forme differenti secondo circostanza e opportunità.

Ai saggi musicali, ad esempio, si è portati ad applaudire i figli anche se hanno appena ridotto uno studio per chitarra di Giuliani o un valzer per pianoforte di Chopin come l’ultimo successo di Fedez, cioè uno strazio. Questo risuona comunque quale giusto incoraggiamento per spronarli nell’impegno e nell’approfondimento della tecnica strumentale.

Sempre in ambito musicale ricordo di aver ascoltato battimani scialbi e mosci al termine di esecuzioni di noti professionisti. Il sottotesto in tale frangente equivale a dire “che il Signore ti conservi la vista perché l’udito ormai è perduto”.

A volte l’applauso scrosciante, convintamente caloroso, nasconde in realtà la presa per i fondelli. La simulazione dell’entusiasmo viene letta dall’artista come lusinghiera quando per la verità è irrisione pura da parte del pubblico.

L’esperienza di anni mi ha insegnato che non sono solamente le orecchie a discriminare. È strano a dirsi ma sono gli occhi e il cuore a fare il distinguo: gli occhi che misurano la sincerità dell’intenzione e il cuore che filtra la passione reale.
L’affinamento dell’udito completa il quadro: l’esercizio all’ascolto fornisce l’ascolto tridimensionale.

Sono convinto di non commettere errori di valutazione in merito.
Un finto applauso non mi ingannerà mai così come non mi ingannano le parole di biechi adulatori e le critiche di incompetenti.
E siccome secondo Wikipedia “da un punto di vista antropologico, l’applauso viene considerato come metafora dell’abbraccio ovvero un abbraccio manifestato a distanza”, mai come in questo periodo molti di noi si sono meritati applausi grandi come grandi abbracci, a distanza ma sinceri.