Fondersi? Il gentile ‘no grazie’ di Alba verso Alessandria. E la promozione turistica è avvolta dalla nebbia [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

La Regione Piemonte formula due ipotesi: una deroga della legge Madia (ma è complicato e il tempo è poco) e un Protocollo fra le due aree. Peccato che esista già dal 2019.

 

Turismo, tutti d’accordo per andare con Alba. Peccato che Alba non voglia saperne. L’entusiasmo per la prospettiva era palpabile, come hanno confermato le dichiarazioni di un gruppo di sindaci e assessori comunali dell’Alessandrino durante l’incontro, la scorsa settimana, fra Regione Piemonte, Alexala (Atl, Agenzia turistica locale), Camera di commercio Alessandria-Asti, Consorzio Sistema Monferrato e Consorzio della Tutela dell’Asti dal quale era scaturita l’intesa di «attivare le procedure che porteranno l’azienda a fondersi con altre realtà di quadrante». La parola ‘Alba’ non era stata pronunciata ufficialmente, ma lo hanno fatto alcuni dei protagonisti commentando l’esito dell’incontro. Ma che non ci fossero le condizioni, era apparso chiaro fin dalle prime indiscrezioni che sono arrivate dagli ambienti della Atl ‘Langhe Monferrato Roero‘. Però oggi il quadro si complica ulteriormente perché la Regione Piemonte, per bocca dell’assessore al Turismo, Vittoria Poggio, avrebbe indicato una possibile soluzione alternativa. Che solleva però quesiti di praticabilità di non poco conto.

Il milione mai raggiunto

Cosa è successo? Alexala, complice anche la pandemia, non ha raggiunto il parametro del budget di un milione di euro, previsto dalla legge Madia, per essere autonoma. Il valore della produzione si è infatti fermato a poco più di settecentomila euro. E l’unica alternativa è l’accorpamento. Era previsto che nel mese di maggio venisse predisposto il piano di fusione, da concludere entro fine anno. Il consiglio di Alexala, però, scade ad aprile, insieme al mandato del presidente Pierluigi Prati che ha annunciato di non essere più disponibile a ricoprire l’incarico. Ma a quali condizioni economiche l’Alessandrino potrebbe aderire a ‘Langhe Monferrato Roero’? Il confronto fra le due realtà la dice lunga sulla capacità dei territori di essere uniti e coesi. Alexala ha un capitale sociale di 42.750 euro (detenuto all’84,75 per cento dai 44 soci pubblici e al 15,25 per cento dai 9 soci privati) e un bilancio di 700.000 euro. ‘Langhe Monferrato Roero’ ha un capitale sociale di 70.000 euro (con percentuali analoghe per i soci, 84 e 16 per cento, che il bilancio 2019 indicava in 103 pubblici e 45 privati) e un budget stimato per il 2021 di 2.500.000 euro. Per anni nell’Alessandrino non sono mancati contrasti e profondi distinguo da parte dei Comuni sull’adesione ad Alexala, sull’entità delle quote, sulla politica di promozione, sulla gestione della tassa di soggiorno (nell’Albese la metà dell’introito è trasferito direttamente all’Atl). E senza dimenticare che i soci privati di ‘Langhe Monferrato Roero’ sono cinque volte tanti quelli di Alexala.

Un educato ‘niet’

Ieri si è svolto un incontro fra Regione Piemonte e ‘Langhe Monferrato Roero’ dove si è parlato anche dell’ipotesi di fusione. «I soci esprimeranno le loro valutazioni» aveva commentato Luigi Barbero, presidente dell’Atl, prima della riunione. «Noi stiamo intanto lavorando tutti insieme per la ripresa, perché dobbiamo essere pronti» aveva aggiunto. Diplomaticamente non aveva rilasciato alcuna dichiarazione sulla possibile aggregazione con l’Alessandrino.

Ad Alba, a margine della presentazione dei risultati 2020 del nuovo Osservatorio Turistico Langhe Monferrato e Roero, sono state rilasciate dichiarazioni diverse, come si legge sulle cronache locali de ‘La Stampa’. Alcuni amministratori locali hanno pronunciato un elegante ‘no grazie’ rispetto all’ipotesi di fusione con Alessandria, mentre dalla Regione, con l’assessore Poggio, sono arrivate due ipotesi: proporre una deroga alla legge Madia «per salvare l’autonomia dell’Atl di Alessandria per almeno due anni» e la richiesta di disponibilità «di iniziare una collaborazione, magari sottoscrivendo un protocollo di intenti sull’esempio di ciò che è stato fatto tra Alba, Bra e Asti» che guarda alle colline del vino oggi patrimonio Unesco.

Fra deroga e Protocollo

Una deroga alla legge Madia è possibile, ma la decisione spetta al governo (è avvenuto in altri settori). Il pallino è quindi in capo alla politica e appare un po’ difficile che con quello che sta per affrontare l’Italia, questa deroga sia inserita fra le priorità del momento.

Secondo punto. Un protocollo esiste già. Si chiama “Protocollo Monferrato Langhe e Roero”, è stato sottoscritto dalle due Atl nel mese di maggio del 2019, ha valore triennale e per il primo anno è stato finanziato dalla Regione per 120.000 euro. Basterebbe rifinanziarlo e mettere a fuoco politiche condivise di valorizzazione e promozione. «Un documento che abbiamo sollecitato e fortemente voluto e che può rappresentare un’occasione importante di coinvolgimento degli stakeholders del territorio per sviluppare e accrescere l’attrattività di quest’area del Piemonte, che ha nei suoi paesaggi patrimonio Unesco e nel suo patrimonio enogastronomico due elementi d’eccellenza, riconosciuti a livello internazionale» disse l’allora assessore regionale, Antonella Parigi. Il documento è agli atti. Qualcuno se ne è dimenticato?