Panificio di via Trotti e l’interruzione della via Legnano [Lisòndria tra Tani e Burmia]

di Piero Archenti

 

Quando il nostro Piero Angiolini (1888-1979) scrisse l’articolo sotto pubblicato si riferiva a quelli del suo tempo ma quelli del tempo attuale non possono ricordare che l’interruzione di via Legnano su via Trotti, indispensabile per completare la stessa via Legnano, per lungo tempo venne citata come la via “vecchia” e la via “nuova”, e questo più o meno all’inizio del 1900 (vedi piantine di Tony Frisina). Facile immaginare l’avvicendamento di carri e carretti lungo la via Trotti interrotta in quel tratto di via Legnano che conduceva al panificio militare prima che lo stesso venisse definitivamente trasferito in Cittadella.
A proposito dei cosiddetti “papini” citati da Angiolini, gli alessandrini odierni non possono ricordare i soldati di Sanità chiamati “papèn” per via del popolare impacco di linosa calda che propinavano ai loro assistiti. Così come neppure i più anziani potranno ricordare la caratteristica ambulanza a due cavalli che ogni giorno sull’imbrunire faceva il lungo giro di tutte le Caserme cittadine per prelevare i soldati ammalati destinati al ricovero ospedaliero.
Ma il tempo scorre in fretta e anche la Cittadella ha praticamente il destino segnato se non sarà possibile intervenire con adeguati finanziamenti per interrompere il degrado a cui è destinata. Tornando però alla nostra “spezzata” via Legnano diremo che gli edifici che inglobava, fra i quali anche il Teatro Gra distrutto da un incendio, col tempo hanno subìto numerose trasformazioni. In primis l’arretramento rispetto la parte iniziale di via Legnano, per intenderci quella parte che sfocia in Corso Roma.
E chissà che non sia stato l’incendio del Teatro Gra ad aprire la strada agli urbanisti dell’epoca per realizzare la nuova via Legnano, decisamente più ampia rispetto la parte iniziale. Comunque sia l’attuale via Legnano, oltre ai palazzi, in parte tutt’ora esistenti, dapprima ospitò l’Argenteria Ricci e successivamente l’attuale sede della Confindustria della Provincia di Alessandria.
In conclusione ricordiamo che l’antica chiesa di S. Matteo, sconsacrata, venne trasformata, come ricorda Angiolini, in deposito per i sacchi di farina destinati alla panificazione.  A proposito dei Trotti Bentivoglio, l’antica casata alessandrina già citata da Angiolini, nell’Ottocento diede diversi personaggi legati al Risorgimento come la patriota Costanza Trotti Bentivoglio che partecipò attivamente agli eventi delle Cinque Giornate di Milano e della Seconda guerra d’indipendenza italiana.

La famiglia si estinse nel 1930 con la morte di Lorenzo Trotti Bentivoglio, pittore e scrittore, il quale donò il suo Palazzo (XV – XVII sec.) in via Vescovado, all’amministrazione comunale di Alessandria. Nel 1940 fu sede dell’Archivio di Stato di Alessandria, ma in seguito ai bombardamenti del 30 aprile 1944 anche Palazzo Trotti Bentivoglio fu in parte distrutto. Fortunatamente le esplosioni risparmiarono l’ala sinistra del palazzo, nella quale erano ospitati alcuni dei fondi archivistici, mentre la maggior parte era già stata prudentemente trasferita in luoghi più sicuri fuori città. Attualmente il palazzo, per anni abbandonato, solo dopo l’esondazione del Tanaro, nel 1994, è stato recuperato e nel 2002 trasformato in condominio.

Planimetrie in cui è evidente l’interruzione parziale di via Legnano

Cartolina del 1990 che evidenzia all’epoca lo stato di abbandono del palazzo Trotti – Bentivoglio

 
Panificio di via Trotti
Il breve tratto di via Legnano oltre corso Roma sino a via Trotti, è per certo l’isolato più interessante di tutta quanta la lunga strada in esame che da piazza Marconi all’angolo di via S. Lorenzo giunge ormai al fiume Tanaro di fronte, oltre fiume, dove già si distendeva l’antico Bergoglio, uno dei luoghi fondamentali della nostra Alessandria.
I vecchi alessandrini avranno ancora ben presente l’interrompimento su via Trotti, e qui ricorderanno in allora la divisione della via stessa in “vecchia” e “nuova”, relativa precisamente all’impianto da questa parte della città, considerata allora quasi marginale, del nostro importante e vasto “panificio militare”. Si era trasferito dalla Cittadella (dove poi è ancora ritornato) in quanto allora ritenuto troppo lontano dalla città.
Da ricordare che il panificio di via Trotti, oltre alle popolari fragranti “pagnotte” che giornalmente venivano sfornate in grande quantità, in appresso provvide altresì alla completa “spesa viveri” (così allora si diceva) e precisamente al normale vettovagliamento di tutte le truppe del nostro importante “presidio”, truppe che costituivano precisamente il nostro ben noto II Corpo d’Armata,
Per tanto l’interrompimento di via Legnano su via Trotti, divenne col tempo luogo d’incontro giornaliero delle così dette “carrette di battaglione” con traino animale e precisamente di muli, quando ancora non si parlava né di motori, né di benzina né di altri automezzi. Da ricordare che l’importante servizio di “vettovagliamento” era affidato ad un apposito Corpo che divenne noto precisamente col titolo di “sussistenza”, dal popolo scherzosamente parificato ai “papen”, ossia ai soldati del Corpo di Sanità militare.
In effetti sia l’uno come l’altro Corpo, importanti e soprattutto necessari, erano considerati come Corpi ausiliari nei confronti delle altre diverse formazioni diremo di combattenti e appartenenti allora ai diversi “reggimenti”, a piedi ed a cavallo, in cui era diviso il nostro Esercito. Come ricordo particolare del “Panificio” di via Trotti diremo ancora che la chiusura di via Legnano giungeva proprio sino al nostro popolare Teatro Gra, scomparso poi in seguito ad incendio, ed oggi sede di una importante e notissima fabbrica di argenteria, che si distende proprio e su via Trotti e su via Legnano; come già avveniva per il teatro suddetto.
E ancora diremo, nel ricordo di allora della nostra “sussistenza”, che l’impianto del popolare “Panificio militare” si era alquanto disteso sino ad occupare l’antica chiesa di S. Matteo che tosto sconsacrata divenne vasto deposito per i sacchi di farina destinati alla panificazione. Questa chiesa, poi scomparsa del tutto, era precisamente situata dinanzi alla casa dei nobili Trotti, che avevano disposto un passaggio al di sotto della strada, proprio per unire il loro palazzo con la cappella che nel tempio stesso era intitolata alla nobile Casata, che vantava una torre, diremo “patrizia”, che si levava alta su via Legnano.
Piero Angiolini – 1965