Un coriaceo Como batte i Grigi e inguaia Gregucci

di Pier Luigi Cavalchini

 

Ancora una volta a disquisire sulle occasioni mancate, su pali, traverse, su quello che sarebbe dovuto essere e non è stato. Ancora una volta a guardare la vetta di una classifica di Serie C – alla portata della corazzata Alessandria, almeno in fase di precampionato – non più col binocolo ma con il telescopio.

Ormai si conoscono potenzialità di Renate e Como e sarà difficilissimo, se non impossibile, ritornare in alto.

Anche il Como, come il Renate già incontrato in terra lombarda, si dimostra squadra quadrata, coriacea, veloce quando serve, astuta, semplicemente adatta per una categoria “dura” come la Terza Serie.

Ha chiuso in difesa con rudezza e ordine le punte alessandrine, bloccando sul nascere ogni possibile minaccia e, le poche volte che non c’è riuscito, ringraziando la dea bendata che ha graziato con due traverse e un palo il portiere lariano.

Ma la vittoria dei comaschi non fa una grinza. Giocatori con le idee chiare su ruoli e funzioni in campo, con un piano ben preciso di gestione della partita che, a cose fatte, si è dimostrata vincente. In questo si vede la capacità di un organizzatore del gioco, delle idee, degli schemi…un allenatore,

insomma. Cosa che, ancora una volta non è stato Gregucci, che ha dato fiducia ad alcuni (vedi il nuovo acquisto Giorno) a scatola chiusa e che non ha suggerito a Corazza e Arrighini movimenti e posizioni utili ad eludere la rigida difesa dei bianco-blu. Questa volta i due minuti cardine della partita sono capitati verso la fine, esattamente tra l’ottantesimo e l’ottantaduesimo, quando si era ancora sull’ 1 a 0 per il Como e la pressione dell’Alessandria sembrava dare frutti.

Sull’ennesimo attacco (faticoso) Parodi, al termine di un’azione manovrata tira a colpo sicuro sorpassando il portiere lariano…purtroppo – per la seconda volta – cozza in pieno con la traversa e sulla possibile replica a rete nessun alessandrino è pronto alla deviazione. Nell’azione successiva di calcio d’angolo alla sinistra del portiere Facchin, con tutti gli “orsacchiotti” in area lariana, il pallone viene ribattuto e sulla velocissima ripartenza solitaria di Terrani, alla fine di una corsa di ottanta metri, l’interno lariano segna, infilando Pisseri in uscita.
Due a zero e fine della partita, fine della rincorsa alla vetta per i “Grigi”, probabilmente fine dell’esperienza di allenatore per Angelo Gregucci. Ma andiamo per ordine.

I primissimi minuti di gioco sono dei Grigi, con una pressione non particolarmente assillante ma comunque efficace. Buoni i movimenti di Castellano, Mora e Parodi e, anche se non trascendentali, interessanti gli approcci di Bruccini e, a tratti, anche del nuovo acquisto Giorno.

Minuti di studio che vengono interrotti da una azione di rimessa dei lariani. Su una azione manovrata si libera l’attaccante Ferrari e solo il piede di Pisseri salva l’Alessandria. E siamo solo al sesto minuto della partita.

Si nota immediatamente un arretramento di una ventina di metri della squadra grigia ed un corrispondente aumento della pressione del Como. Cicconi, Solini, Gatto e Haidat fanno praticamente quello che vogliono a centrocampo e portano i lombardi più volte vicini al vantaggio.

Giorno e Castellano girano a vuoto con Mora sistematicamente fermato a destra. Al nono minuto un bel tiro di Gatto lambisce la rete e al 16esimo nuovamente Pisseri si supera su Ferrari. I Grigi sono letteralmente in bambola e non riescono a controbattere le azioni veloci e filtranti dei bianco-blu. Solo Prestia, Cosenza e Parodi “tengono”.

Proprio da una di queste folate offensive scaturisce il gol lariano. E’ Cicconi a farsi trovare nel punto giusto e a girare imparabilmente in rete, battendo Pisseri sulla sua sinistra.

L’Alessandria fa fatica a reagire e, anzi, subisce ancora le puntate del Como, complici anche alcuni appoggi sbagliati a centrocampo che non riescono a raggiungere le punte.

In questi errori si alternano Bellodi, Castellano, Mora, Bruccini e il nuovo arrivato Giorno. Un quadro sconfortante, illuminato all’improvviso da un bel tiro da lontano di Parodi (siamo al 26esimo) che colpisce la traversa interna e riproietta in campo il pallone. Veramente un “quasi gol” da manuale, con il portiere Facchin nettamente battuto. Un lampo in un grigiore sconfortante.

Per la verità, da questo momento la gara diventa più equilibrata, con il Como che ha smesso di pressare alto e di organizzare attacchi a ripetizione, preferendo rifiatare, Ancora Parodi ci prova al 34esimo ma senza fortuna.

Di fatto è l’attaccante improprio più attivo, essendo Corazza e Arrighini irrimediabilmente chiusi in una vera e propria gabbia difensiva. L’unico a provarci, con il nuovo entrato nel secondo tempo, Mustacchio e il solito Eusepi che fa il suo dovere ma, questa volta, non riesce a creare soluzioni davvero efficaci.

Simile la situazione nel secondo tempo, illuminata da un altro lampo, questa volta del nuovo acquisto Mustacchio (positivo il suo rendimento) che colpisce prima il palo a destra di Facchin poi “balla” sulla linea di porta. Ma, evidentemente, non è questa la giornata in cui la Fortuna ha voluto arridere ai “Grigi”, anzi. Forse, però, è meglio così. Sono venute fuori tutte le pecche della squadra, proprio nella partita che avrebbe dovuto segnare il riscatto. E ora si attende un segnale forte dalla Presidenza.

Alessandria 0 – Como 2

Marcatori: 19′ Cicconi (Co), 82′ Terrani (Co)