Covid, mobilità e consumi: la parola ai numeri [Piemonte Economy]

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di Cristina Bargero

 

La pandemia ha modificato pesantemente le nostre abitudini, il modo in cui lavoriamo, ci spostiamo, facciamo acquisti e le aspettative verso il futuro.  Un anno fa guardavamo ai primi casi di Wuhan come se fossero eventi lontani, senza considerare che in un mondo globalizzato e interconnesso con persone e merci in continuo movimento, purtroppo, si spostano anche i virus. La nostra Provincia, che nella prima ondata è stata travolta dalla pandemia, da marzo al 13 gennaio ha contato 18.479 casi di positivi, con una prevalenza del contagio di 42,79 casi ogni 1000 abitanti.

              CONTAGI IN PROVINCIA: NUMERO TOTALE E VARIAZIONI GIORNALIERE

  Fonte Protezione Civile

 

Ma più che soffermarci sui dati sanitari, già tristemente noti, è interessante provare a capire come la pandemia abbia inciso su alcuni aspetti socio-economici anche in Provincia di Alessandria.

Gli spostamenti dei cittadini ci dicono molto sui mutamenti degli stili di vita e sulle conseguenze su alcune attività produttive.

Partendo dai dati giornalieri di Google sulla mobilità, si evince come durante il primo lockdown di marzo aprile e maggio, la chiusura di molti impianti produttivi e il ricorso massiccio allo smart working hanno contratto fortemente gli spostamenti verso i luoghi di lavoro, che si sono successivamente ripresi senza mai tornare ai livelli pre-Covid, per poi scendere dopo le ulteriori limitazioni ripristinate a partire dalla prima settimana di novembre.  Il ricorso allo smart working per molte attività si è protratto lungo tutto il corso dell’anno. Gli spostamenti verso i luoghi di lavoro sono diminuiti a fine anno del 30% rispetto al periodo di riferimento precedente. Al contrario è aumentata la mobilità verso le abitazioni private (+11% ): da notare come nel periodo natalizio la crescita sia stata del 22%.

 

                      SPOSTAMENTI VERSO LUOGHI DI LAVORO E RESIDENZIALI

 

  Fonte Google Analytics

La mobilità verso i negozi e le attività di tempo libero è diminuita complessivamente del 36%: dopo il crollo del primo lockdown in cui tutte le attività di questi settori erano chiuse, i mesi estivi hanno fatto segnare una ripresa fino ad ottobre, per assistere a un ulteriore crollo successivo dalla seconda settimana di ottobre. Anche in questo caso è curioso notare il picco positivo nei giorni appena precedenti alle chiusure natalizie. Ragionamento analogo vale verso alimentari e farmacie (-18%).

                                 SPOSTAMENTI VERSO NEGOZI E TEMPO LIBERO

 

Fonte Google Analytics

 

                                   SPOSTAMENTI VERSO ALIMENTARI E FARMACIE

 

   Fonte Google Analytics

 

Gli Alessandrini nei mesi estivi sembrano aver riscoperto parchi e le aree verdi soprattutto nel periodo estivo e nel mese di settembre, con picchi in alcuni week end che arrivano a superare il 100%.

 

                                        SPOSTAMENTI VERSO PARCHI E AREE VERDI

 

   Fonte Google Analytics

Gli spostamenti verso le stazioni di trasporto pubblico sono una proxy dell’utilizzo del tpl: durante il primo lockdown con la chiusura della maggior parte delle attività gli alessandrini non hanno quasi saliti né su autobus del 20%. aziende piemontesi evidenziano un calo dei passeggeri tra il 30% e il 50%. Gli abbonamenti annuali sono scesi dell’85% soprattutto per l’extra-urbano, non compensati dall’aumento delle vendite di titoli di viaggio mensili e settimanali. Al calo della domanda di trasporto pubblico dovuto al COVID-19 è stato associato un aumento dei costi dovuto ai nuovi standard di igiene e pulizia.

 

                                  SPOSTAMENTI VERSO STAZIONI DI TRASPORTO PUBBLICO

 

Fonte Google Analytics

 

In conclusione dagli indicatori di mobilità si può ricavare una proxy dell’effetto su alcune attività produttive: dal commercio agli esercizi ricettivi la flessione (eccetto che per una parentesi durante i mesi estivi) è stata consistente, con ricadute economiche e occupazionali. E i prossimi  mesi, con il prolungarsi delle restrizioni e conseguenti aspettative poco felici verso il futuro da parte dei cittadini, che li spingeranno a un’ulteriore riduzione dei consumi, non si prospettano rosei.